I BOT (buoni ordinari del Tesoro) furono creati negli anni 70, quando lo Stato italiano ebbe la necessità di reperire fondi a breve termine (in realtà i Bot sono emessi ancora oggi…). In quel periodo l’inflazione era galoppante e, di conseguenza, anche i tassi di interesse dei BOT, il cui rendimento arriva fino al 20/25%! Oggi le cose sono cambiate e anche di parecchio: conviene ancora investire in BOT?

In questa guida, vediamo innanzitutto come funzionano e come investire in titoli di Stato (nello specifico in BOT), come acquistarli anche online e come determinarne la rendita e la convenienza.

Titoli di Stato

Come investire in BOT

I BOT sono titoli di Stato a breve scadenza, hanno infatti una durata di tre, sei o dodici mesi. Cosa significa? Supponiamo che tu oggi voglia acquistare un BOT semestrale a 100 euro. Significa che fra sei mesi questi 100 euro ti saranno restituiti. Dov’è il guadagno? Nei BOT non c’è una cedola, ma un guadagno che deriva dalla differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di rimborso. Quando acquisti il BOT infatti, sai già quanto denaro ti sarà restituito alla scadenza. Nell’esempio di cui sopra, supponi di comprare un BOT a 100 euro e di ottenere, dopo sei mesi, 102 euro. Hai realizzato un guadagno di 2 euro.

Diversi sono i BTP, i CCT, dove il guadagno sta nella cedola, sempre semestrale o annuale, fissata in base a un tasso di interesse. Inoltre, a differenza dei BOT, i BTP e CCT hanno scadenza più lunghe.

Proprio per questa ragione, il risparmiatore italiano, ben vede i BOT: rappresentano una forma di investimento sicura (e neanche tanto, ora spiegheremo perchè…) e a breve termine, quindi consentono di realizzare un guadagno abbastanza presto e senza rischi. O almeno, così era fino a qualche tempo fa, ma sinceramente, con la situazione in cui versa l’Italia, questa sicurezza non è più così forte, visto che il rischio di default sembra concretizzarsi giorno per giorno, nonostante le rassicurazioni del governo. Vi fidereste a comprare obbligazioni (BOT) di uno Stato che versa in costante crisi? Sembra che molti si fidino ancora, visto che di BOT se ne collocano ancora parecchi.

Ad ogni modo, il vero successo del BOT in realtà, fu l’elevato tasso di rendimento degli anni 70. Gli italiani poi, si sa, sono difficili a perdere le abitudini e continuano a considerare i BOT come una conveniente forma di investimento, nonostante la situazione attuale sia cambiata radicalmente. I tassi di rendimento annui non superano l’1/1.2% e anche con i BTP si arriva a poco più.

Investire in BOT quindi, non può più essere considerata una forma di guadagno, ma più che altro un parcheggio momentaneo dove posizionare i propri capitali in attesa di tempi e investimenti migliori (e sicuri): L’investimento in BOT quindi, alla fine, ha lo stesso rendimento di un conto deposito: ce ne sono anche di non vincolati che offrono tassi simili ai BOT (1/1,5%) e il capitale, fino a 100.000 euro, è sempre garantito. Le banche infatti, devono aderire al Fondo interbancario di tutela dei Depositi in modo che, ogni risparmiatore che ha depositato somme non superiori a 100 mila euro, si veda restituita questa somma, in caso di fallimento della banca, Anche se, come ormai tutti sanno, è difficilissimo (se non impossibile) che le banche falliscano, considerato che il governo interviene prontamente in caso di crisi. Scandalo MPS docet.

I BOT possono essere acquistati presso le banche, le poste, ma anche online. Per maggiori informazioni, leggi questa guida su come acquistare BOT online.