Hai scoperto che alcuni lavori edilizi che hai eseguito sulla tua casa non rispecchiano le normative vigenti e potresti essere soggetto ad una sanzione molto dispendiosa? Sei venuto a sapere che il terreno su cui la ditta costruttrice ha realizzato la tua casa ha delle irregolarità e non sai cosa fare? Alcune volte puoi usufruire del condono edilizio.

In questa guida completa sul condono edilizio ti spiego come funziona, quando è avvenuto negli ultimi anni in Italia, quali sono le principali differenze con la sanatoria edilizia, quando avverrà il prossimo, qual è la procedura per usufruirne e quanto costa di norma. Ecco tutto quello che devi sapere.

Cos’è e come funziona

Il condono edilizio è un’ordinanza statale che permette ai cittadini di sanare una posizione irregolare e usufruire della cancellazione, completa o in parte, della relativa multa o sanzione. Il condono edilizio si basa su una legge speciale e temporanea: quando il governo lancia questa misura, chiarisce entro quanto tempo si può aderire. Alla scadenza, non è più possibile usufruirne.

Esempio

Un decreto legge n. X stabilisce che, chi è proprietario di un immobile costruito in abuso edilizio, può chiederne il condono entro il 31 dicembre 2020. Ciò significa che, chi vuole sanare la propria posizione, deve necessariamente farlo entro il 31 dicembre 2020. Superata questa scadenza, in mancanza di condono, l’immobile risulta irregolare e quindi passibile di sanzione.

Calcolo dell’oblazione

L’oblazione è un istituto giuridico che permette di annullare l’irregolarità pagando un importo stabilito dalla legge. In realtà nasce come rito utilizzabile solo in particolari procedimenti penali ma, col tempo, questo termine è stato assimilato anche alle procedure di condono, in riferimento appunto all’importo da pagare per sanare la posizione, che può essere:

  • Fisso, indipendente dall’irregolarità;
  • Variabile, ossia proporzionale al valore dell’irregolarità.

Quando è avvenuto

In Italia si sono susseguiti vari condoni edilizi, l’ultimo è stato nel 2003. La ragione che spinge lo Stato a condonare degli abusi edilizi, spesso non risiede in una improvvisa generosità ma, in una situazione di deficit delle casse pubbliche, che si spera di placare con una larga adesione al condono. Le entrate da condono infatti, rappresentano somme di denaro extra, che altrimenti non si sarebbero incassate.

Elenco condoni edilizi in Italia

In Italia sono stati emanati tre provvedimenti di condono edilizio:

  • Nel 1985, con la Legge n.47/1985
  • Nel 1994, con la Legge n. 724/1994;
  • Nel 2003, con la Legge n.326/2003. La scadenza per poter aderire a questo condono era il 31 marzo 2004.

Da allora non c’è stato più alcun condono edilizio, ma esiste un altro provvedimento a cui ricorrere per sanare un’irregolarità: la sanatoria edilizia.

Differenza con sanatoria

Non bisogna confondere il condono con la sanatoria edilizia. Entrambi sono misure volte a sanare una situazione di irregolarità, ma presentano delle differenze molto importanti tra loro. Il condono ha infatti carattere straordinario e durata temporale limitata: la legge che lo prevede, stabilisce anche la scadenza entro cui presentare la domanda. Oltre tale data non è più possibile regolare la posizione attraverso il condono.

La sanatoria edilizia (detta anche “accertamento di conformità”) è invece una misura ordinaria e sempre vigente, sancita negli articoli 36 e 45 del DPR 380/01. Diversamente dal condono però, che può stabilire una regolarizzazione assoluta e senza condizioni, la sanatoria si può ottenere solo in presenza di specifiche condizioni:

  • La doppia conformità agli strumenti urbanistici;
  • L’assenza di contrasto con gli strumenti urbanistici.

La sanatoria è quindi una possibilità sempre presente, ma che permette di sanare delle irregolarità non proprio eclatanti, piuttosto procedurali.

Quando il prossimo

L’ultimo condono edilizio in Italia è avvenuto nel 2003. Sono passati tanti anni da allora e non c’è stata più traccia di provvedimenti del genere. L’ipotesi condono è stata comunque valutata più volte in Parlamento anche se, ad oggi, non c’è stato nulla di fatto e non è possibile prevedere per il futuro, se e quando sarà discusso e approvato un nuovo condono.

Tra l’altro, non si tratta di un provvedimento molto semplice da istituire, poiché, ci sono sempre due fazioni differenti. Chi è a favore del condono, perché lo ritiene uno strumento utile per fare cassa e per risolvere dei piccoli casi di abusivismo.

Chi è contrario invece, lo trova come uno strumento volto a premiare i furbi, scaricando i costi su chi invece ha sempre operato con regolarità. D’altra parte poi, le piccole irregolarità sono sempre sanabili con la sanatoria ordinaria.

Procedura

Le leggi che istituiscono il condono pubblico, solitamente, contengono anche le procedure di richiesta e i termini di scadenza. In caso contrario, tali procedure vengono poi descritte in un successivo provvedimento esecutivo, a cui i comuni e gli altri enti locali devono attenersi per l’accoglimento delle domande e la gestione del rito.

L’ente che gestisce le procedura è il Comune, con l’ufficio Condono. Sempre presso questo ufficio è possibile richiedere tutte le informazioni su richiesta, scadenza, documenti da presentare, dunque reperire il modulo da compilare per la domanda. Infine, l’ufficio si occupa anche delle sanatorie edilizie, ossia il procedimento ordinario per sanare talune irregolarità, ma su immobili in possesso di determinati requisiti.

Quanto costa

La legge che istituisce il condono, prevede anche i costi, gli oneri e i diritti dovuti per la pratica. Tali costi comprendono delle parti fisse e variabili:

Costi fissi:

  • Costi di segreteria;
  • Oneri accessori.

Costi variabili:

  • Oblazione comunale (rappresenta la “multa” che si paga per sanare l’irregolarità, ma che è sicuramente inferiore a quella che si pagherebbe senza condono);
  • Oblazione statale;
  • Altre indennità risarcitorie.

Presso l’Ufficio Condoni del Comune è possibile chiedere informazioni dettagliate sugli importi, dunque le modalità di pagamento previste.

Ultimissime

Se pensi che la tua casa sia irregolare dal punto di vista edilizio, entro il 15 giugno 2018 puoi metterla in regola. Tutto quello che devi fare è contattare un perito specializzato e chiedergli una consulenza. Egli confronterà il progetto originario dell’immobile con l’attuale conformazione e saprà dirti se ci sono delle irregolarità. In questo ultimo caso, per sanare la tua posizione, devi:

  1. Presentare una Comunicazione Inizio Lavori Asseverata (CILA) al Comune;
  2. Se il Comune stabilisce che comunque i lavori sono stati fatti nel modo corretto, ossia nel rispetto del Testo Unico sull’Edilizia, e quello che mancava era solo la comunicazione, allora ti commina soltanto una sanzione: il lavoro diventa quindi regolare;
  3. Se il Comune stabilisce che i lavori non rispecchiano i requisiti previsti dal TU, per esempio le modifiche rappresentano un pericolo, allora ti obbliga a riportare l’immobile allo stato originario, a tue spese; se è possibile, per evitare ciò, puoi apportare nuove modifiche in modo da rendere il lavoro conforme.

Costi: i costi da sostenere per la sanatoria sono: il costo per la CILA (1.000 euro), il compenso al perito ed il pagamento della sanzione.