In ambito di fatturazione commerciale, si sente spesso parlare di fattura, ricevuta fiscale e scontrino. Tutti conoscono lo scontrino, sanno quando viene emesso e conoscono gli elementi che lo compongono. Qualche perplessità invece si potrebbe avere in merito ai primi due.

Qual è, per esempio, la differenza concreta tra questi documenti: fattura, ricevuta fiscale e scontrino? Si tratta di metodi alternativi oppure vanno emessi, singolarmente, in situazioni precise? Vediamo di seguito le differenze sostanziali dei tre documenti e quando va emesso l’uno o gli altri.

Fatture

La  ricevuta fiscale viene emessa a un soggetto privato (quindi non titolare di partita IVA) ed è un equivalente dello scontrino. Nello scontrino però, sono presenti solo alcuni elementi, ossia quelli della merce, mentre la ricevuta fiscale si emette in sostituzione dello scontrino (sempre verso i privati, non titolari di partita IVA) quando si desidera dettagliare alcune voci.

Se volessimo fare qualche esempio, la ricevuta fiscale viene emessa dai professionisti (per esempio medici) nella quale oltre ad annotare gli importi e le prestazioni, inseriscono anche i dati fiscali del paziente (nome, codice fiscale, etc.). In questo modo il paziente può allegare la ricevuta alla propria dichiarazione dei redditi e usufruire delle relative detrazioni.

Lo scontrino è invece emesso dagli esercenti di pubblici esercizi (ristoranti, bar, supermercati, negozi). Accede però che, se non hanno a disposizione un registratore di cassa (la macchina che emette gli scontrini) o non possono utilizzarlo, per esempio durante fiere o esposizioni, emettano delle ricevute fiscali.

Ricapitolando: scontrini e ricevute vengono emessi verso i privati. Il primo è più veloce e meno dettagliato (non comprende le generalità del cliente), invece la seconda comprende anche i dati fiscali del soggetto. A volte capita che le ricevute fiscali siano emesse anche a titolari di partita IVA, in questo caso però sarebbe bene che alla ricevuta fiscale seguisse, nel più breve tempo possibile, una fattura.

Argomento a parte invece per le fatture. Queste vengono emesse verso i clienti titolari di partita IVA. A volte però, sia per la vendita di beni che per la fornitura di servizi, possono essere emesse anche verso soggetti privati senza partita IVA, precisando sulla fattura il codice fiscale.

La fattura contiene degli elementi distinti dettagliatamente:

  • l’imponibile;
  • l’aliquota Iva;
  • la distinzione tra totale al netto dell’IVA e totale lordo (ossia + IVA).

L’impresa che emette la fattura dovrà poi registrarla e conservarla in contabilità per cinque anni.