L’azienda per cui lavoravi è andata in crisi e ha dovuto licenziarti? Hai dato le dimissioni a causa del mobbing che hai subito sul lavoro? Non sei riuscito a trovare un altro impiego e sei disoccupato? Non preoccuparti. In tutte queste situazioni e altre puoi ricevere un aiuto dallo Stato italiano: l’indennità di disoccupazione NASPI.

In questa guida ti spiego che cos’è e come funziona, quali sono i requisiti per ottenerla, in quali casi di licenziamento si ottiene la disoccupazione, qual è l’importo e come si calcola, come inoltrare la richiesta all’INPS, come funziona il pagamento e cosa succede nel caso della maternità e della mobilità. Ecco cosa devi sapere.

Cos’è e come funziona

La disoccupazione, precisamente indennità di disoccupazione NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), è un aiuto economico dell’INPS a beneficio di coloro che perdono involontariamente il lavoro. E’ destinata solo ai lavoratori dipendenti: i lavoratori autonomi, i liberi professionisti e gli imprenditori non ne hanno diritto.

E’ necessario che la disoccupazione sia involontaria. Viene quindi riconosciuta solo in caso di licenziamento (per qualsiasi motivo, anche nel licenziamento per giusta causa) e in caso di dimissioni per giusta causa (la giusta causa infatti viene intesa come motivazione di interruzione del rapporto di lavoro indipendente dalla propria volontà).

Certificato di disoccupazione

Per aver diritto all’indennità NASPI devi recarti prima al Centro per l’impiego della tua zona per dare la tua immediata disponibilità al lavoro (DID, Dichiarazione di Immediata Disponibilità) o alla partecipazione di corsi e altre misure a favore dell’occupazione.

Se non ti rechi al Centro per l’impiego e chiedi direttamente la NASPI all’INPS, la domanda equivale alla DID. Tuttavia, entro quindi giorni dalla presentazione della domanda di NASPI, devi comunque recarti presso il centro per l’impiego in modo da compilare con l’addetto il tuo profilo professionale.

Quanti mesi dura

Hai diritto alla NASPI per un numero di settimane pari alla meta delle settimane di contributi INPS degli ultimi quattro anni. Da ciò si evince che la durata massima è di 24 mesi. Per aver diritto alla NASPI devi aver lavorato e versato i contributi INPS per almeno 3 mesi durante gli ultimi quattro anni.

Esempio

Negli ultimi quattro anni hai lavorato solo per due mesi. Non hai diritto alla NASPI, perché occorrono almeno 3 mesi di contribuzione INPS.

Esempio

Negli ultimi quattro anni hai lavorato per quattro mesi. Hai diritto a due mesi di NASPI.

Requisiti

L’indennità NASPI spetta ai lavoratori dipendenti con contratto a tempo determinato o indeterminato del settore privato, con contratto a tempo determinato del settore pubblico, agli apprendisti e ai soci di cooperative con contratto da subordinati.

Mentre in passato esisteva l’indennità di disoccupazione ordinaria e quella a requisiti ridotti, oggi la NASPI è unica e spetta in presenza dei seguenti requisiti:

1. Stato di disoccupazione involontario

È necessario che il dipendente sia stato licenziato oppure si sia dimesso per giusta causa. Occorre inoltre presentare la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (DID) presso il Centro per l’impiego della propria zona.

2. Requisito contributivo

Sono necessarie almeno 13 settimane di contributi INPS (quindi tre mesi) negli ultimi quattro anni. Non è necessario che le settimane siano consecutive.

3. Requisito lavorativo

Sono necessari almeno 30 giorni di lavoro nell’ultimo anno, indipendentemente dall’orario di lavoro giornaliero.

Esempio

Hai lavorato un anno negli ultimi quattro anni, ma nell’ultimo anno non hai mai lavorato. Non hai diritto alla NASPI, perché occorrono almeno 30 giorni di lavoro nell’ultimo anno.

Esempio

Hai lavorato due mesi negli ultimi quattro anni, di cui un mese nell’ultimo anno. Non hai diritto alla NASPI, perché occorrono almeno tre mesi di contributi negli ultimi quattro anni.

Esempio

Hai lavorato per un anno negli ultimi quatto anni di cui due mesi nell’ultimo anno. Hai diritto alla NASPI per sei mesi.

Licenziamento

Hai diritto alla NASPI se sei stato licenziato per:

  • Giustificato motivo soggettivo;
  • Giustificato motivo oggettivo;
  • Giusta causa.

Anche il licenziamento per giusta causa (ossia avvenuto a causa di un tuo comportamento grave), dà diritto alla NASPI. Il licenziamento in questo caso è da intendersi sempre come involontario, in quanto anche dopo un atto grave la possibilità di licenziare il dipendente è sempre rimessa alla volontà del datore di lavoro.

Se ti licenzi invece non hai diritto alla NASPI, a meno che tu ti sia licenziato per giusta causa. In caso di dimissioni per giusta causa infatti, il comportamento del datore di lavoro è stato talmente grave da costringere il dipendente a dimettersi, per cui non legato alla volontà del dipendente stesso, ma a fatti gravi.

Farsi licenziare

Farsi licenziare per ottenere la disoccupazione é una furberia che qualche dipendente desideroso di cambiare aria ma non disposto a dimettersi prova a mettere in atto.

In effetti, in tutti i casi di licenziamento, per qualsiasi motivo (anche per giusta causa) si ha diritto alla NASPI. Questa pratica scorretta comprometterebbe i tuoi rapporti di lavoro futuri, senza contare il fatto che spesso i nuovi datori di lavoro contattano quelli precedenti per sentire le loro referenze.

Calcolo: quanto spetta

Come precisato dalla circolare INPS n. 94 del 12 maggio 2015, l’importo della NASPI è pari al:

  • 75% dello stipendio medio degli ultimi quattro anni, se lo stipendio non supera un importo sancito ogni anno dalla legge (per il 2016 è pari a 1.195 euro);
  • 75% del suddetto importo (1.195 euro) + il 25% della differenza tra lo stipendio e 1.195 euro, se lo stipendio medio mensile è maggiore di 1.195 euro.

Esempio

Negli ultimi quattro anni hai avuto uno stipendio medio di 1.000 euro al mese. Hai diritto a una NASPI di circa 750 euro mensili.

Esempio

Negli ultimi quattro anni hai avuto uno stipendio medio di 2.000 euro al mese. Hai diritto a al 75% di 1.195 euro, ossia 896 euro + il 25% di (2.000 – 1.195) ossia 201 euro. In totale hai quindi diritto a una NASPI pari a 896 + 201 = 1.097 euro mensili.

Qualunque sia la tua retribuzione, la NASPI non può mai superare 1.300 euro al mese (importo stabilito per il 2016). Quindi se guadagni 4.000 euro al mese, in caso di perdita di lavoro avrai diritto a una NASPI pari a 1.300 euro al mese, non di più.

L’importo della NASPI non rimane sempre uguale per tutta la durata del trattamento di disoccupazione: a partire dal quarto mese infatti, la NASPI viene ridotta del 3% ogni mese fino alla fine della prestazione.

Esempio

Hai diritto a una NASPI pari a 1.000 euro. Dal quarto mese, se sei ancora in disoccupazione, percepirai 1.000 – il 3% di 1.000, ossia 970. Il quinto mese la NASPI sarà ridotta di un altro 3% (di 970) e quindi sarà pari a 940 euro e così via.

Retribuzione di riferimento

Come detto sopra, la NASPI è pari al 75% dello stipendio medio degli ultimi 4 anni. Questo “stipendio medio” va calcolato sommando tutti gli stipendi (la retribuzione mensile imponibile ai fini INPS) degli ultimi quattro anni.

Infine il risultato va diviso per il numero di settimane di contribuzione INPS del periodo lavorato ed infine, il risultato va moltiplicato per un coefficiente fisso pari a 4.33.

Esempio

Negli ultimi quattro anni hai lavorato per due anni, quindi per 104 settimane, con uno stipendio di 1.000 euro al mese (in tutto 28.000 euro per due anni, comprese tredicesima e quattordicesima).

Il calcolo della retribuzione media va fatto in questo modo: 28.000 /104 = 269,23 che va moltiplicato per 4,33, dunque 230,76 x 4,33 = 1165,76 euro é la retribuzione media degli ultimi 4 anni.

Quindi il 75% di NASPI a cui hai diritto non si calcola su 1.000 euro di retribuzione ma, per essere più precisi, su 1165,76 euro.

Domanda

Devi inviare la tua richiesta di indennità NASPI direttamente all’INPS entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. La domanda può essere inviata tramite:

  • Il sito internet INPS;
  • Il call center INPS;
  • I patronati della tua città.

Documenti da presentare

Quando inoltri la domanda NASPI devi allegare alcuni importanti documenti insieme alla richiesta che invii all’INPS. Nello specifico sono necessari:

  • Iscrizione al Centro per l’Impiego (DID);
  • Ultime due buste paga;
  • Lettera di fine rapporto lavorativo;
  • IBAN del conto corrente;

Attenzione

Se fai richiesta anche degli assegni familiari (ANF) devi presentare l’ultimo CUD e il modello 730 (o Unico). Durante la NASPI infatti, se ne hai diritto, puoi chiedere anche gli assegni per il nucleo familiare.

Pagamento

La NASPI spetta sin da subito, dal mese in cui hai fatto la domanda. Tuttavia, l’erogazione non è immediata e non si può dire con precisione dopo quanto tempo arriva. In media il primo bonifico arriva dopo circa due mesi (al massimo tre mesi).

Il primo bonifico comprende sempre gli eventuali arretrati. Se sei registrato al sito INPS e quindi possiedi il PIN puoi controllare lo stato della domanda di disoccupazione.

Il pagamento viene effettuato:

  • Su conto corrente o su libretto postale;
  • Tramite bonifico presso gli uffici postali, metodo possibile solo per le indennità di importo non superiore a 1.000 euro.

Maternità

C’è un altro caso in cui hai diritto all’indennità NASPI: se presenti le dimissioni durante il periodo tutelato dalla maternità, ossia fino al compimento del primo anno di età del tuo bambino. Ovviamente, per avere diritto alla NASPI occorre che la lavoratrice madre possa fare valere i requisiti previsti:

  • Almeno tre mesi di contribuzione INPS negli ultimi quattro anni;
  • Almeno 30 giorni di lavoro effettivo nell’ultimo anno.

Anche in questo caso hai diritto a una NASPI di durata pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni. Se quindi per esempio hai lavorato per un anno, hai diritto a sei mesi di NASPI. Se hai lavorato per quattro anni hai diritto a 24 mesi di NASPI.

Mobilità

L’INPS, con la circolare n. 142/2015 ha sottolineato che, in caso di licenziamento collettivo, se hai diritto all’indennità di mobilità non puoi chiedere anche la NASPI, ma devi accedere alla prima. Quand’anche tu abbia i requisiti per l’accesso a entrambe le prestazioni, potrai chiedere e ottenere solo l’indennità di mobilità.

Per accedere all’indennità di mobilità, così come alla NASPI è necessario che ti iscriva al Centro per l’Impiego territorialmente competente e dia la tua disponibilità all’attività lavorativa o a programmi di riqualificazione/reinserimento lavorativo. Gli impiegati del CpI ti indicheranno i programmi da seguire.

Esenzione ticket sanitario

Se sei disoccupato, hai diritto all’esenzione del ticket sanitario per te e i tuoi familiari, se il reddito del vostro nucleo familiare è minore di 8.263,31 euro elevato a 11.362,05 euro se il tuo coniuge è a tuo carico. L’importo sale di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico. Il codice esenzione per lo stato di disoccupazione é “E02”.

A livello regionale possono essere previste ulteriori misure a sostegno della disoccupazione. Per esempio, alcune regioni prevedo un limite di reddito più elevato per avere diritto all’esenzione del ticket sanitario, per cui ti consiglio di contattare la tua ASL. Alla stessa ASL dovrai rivolgerti per chiedere l’esenzione.