Molto spesso succede che un defunto possa lasciare una eredità che spetta a più eredi: un padre di famiglia che aveva moglie e figli, una madre che aveva solamente un figlio o ancora uno zio celibe che ha solamente dei fratelli e dei nipoti. A volte il defunto può anche non avere alcun erede diretto. Come viene ripartita l’eredità caso per caso?

In questa guida sulle quote di divisione dell’eredità ti elenco caso per caso quanto spetta di diritto ad ogni familiare, qual è la procedura per suddividerla, quali sono gli obblighi da rispettare, qual è la porzione disponibile del testamento e come funziona, dunque quali sono i tempi da rispettare e i costi e le tasse da pagare.

Procedura

Se un defunto lascia un’eredità che spetta a più persone e costoro la accettano, essi diventano “coeredi” e si crea automaticamente una “comunione ereditaria”. Tale comunione non rimane per sempre, ma si scioglie quando l’eredità viene divisa tra gli eredi, ognuno dei quali diventa legittimo e unico proprietario della quota spettante.

Come si fa e su cosa

La divisione ereditaria si può fare in tre modalità:

  1. Direttamente dal defunto, che indica nel testamento le proprie volontà;
  2. Mediante accordo tra i coeredi che, riunitosi, si trovano d’accordo sulla divisione delle quote;
  3. Ricorrendo al giudice quando non c’è accorto all’unanimità tra i coeredi.

Attenzione

Per eredità si intendono tutti i beni del defunto, quindi beni mobili (auto, mobili, oggetti di valore, preziosi come gioielli, orologi e pietre preziose), ma anche beni immobili come case, appartamenti, terreni.

Obbligo

I coeredi hanno la possibilità di incontrarsi (di solito si rivolgono a un notaio), per decidere sulle modalità di divisione dell’eredità, dei beni patrimonio del defunto, sempre in base alle loro quote legittime. Può succedere che i coeredi si trovino d’accordo e quindi la questione si chiude in maniera veloce e senza conseguenze.

Se invece i coeredi si incontrano e le discussioni si chiudono senza accordo, è possibile rivolgersi al giudice. Prima di intentare una causa vera e propria però, è obbligatorio tentare la mediazione dinanzi a un organismo riconosciuto dal Ministero della Giustizia. Ogni erede può avvalersi di un avvocato di fiducia.

Se la mediazione non va a buon fine e si conclude ancora senza accordo tra le parti, un qualunque erede può intentare una causa giudiziale nei confronti dei coeredi e dei creditori opponenti (per esempio i creditori che hanno una garanzia su un bene dell’eredità). Il tribunale di competenza è quello dell’ultima residenza del defunto.

Quote

Se il defunto non ha lasciato alcun testamento, l’eredità viene divisa in quote secondo la successione legittima. L’articolo 565 del codice civile sancisce che nella successione legittima l’eredità spetta rispettivamente a:

  • Coniuge;
  • Discendenti (sia legittimi che e naturali) cioè figli e nipoti;
  • Ascendenti (solo legittimi) cioè genitori e nonni;
  • Collaterali (cugini, zii, fratelli e sorelle)
  • Altri parenti entro il sesto grado;
  • Stato italiano.

La seguenti tabelle riportano le regole del codice civile nella suddivisione delle quote in 8 casi differenti tra loro:

Caso 1
Aventi dirittoPresenteQuota eredità
ConiugeSi100%
FigliNo0%
AscendentiNo0%
CollateraliNo0%
Parenti entro VI grado//
Stato//
Caso 2
Aventi dirittoPresenteQuota eredità
ConiugeSi50%
FigliSi – 150%
Ascendenti//
Collaterali//
Parenti entro VI grado//
Stato//
Caso 3
Aventi dirittoPresenteQuota eredità
ConiugeSi1/3
FigliSi – più di 12/3
Ascendenti//
Collaterali//
Parenti entro VI grado//
Stato//
Caso 4
Aventi dirittoPresenteQuota eredità
ConiugeSi2/3
FigliNo0%
AscendentiSi1/6
CollateraliSi1/6
Parenti entro VI grado//
Stato//
Caso 5
Aventi dirittoPresenteQuota eredità
ConiugeNo0%
FigliSi100%
AscendentiNo0%
CollateraliNo0%
Parenti entro VI grado//
Stato//
Caso 6
Aventi dirittoPresenteQuota eredità
ConiugeNo100%
FigliNo0%
AscendentiSi50%
CollateraliSi50%
Parenti entro VI grado//
Stato//
Caso 7
Aventi dirittoPresenteQuota eredità
ConiugeNo0%
FigliNo0%
AscendentiNo0%
CollateraliNo0%
Parenti entro VI gradoSi100%
Stato//
Caso 8
Aventi dirittoPresenteQuota eredità
ConiugeNo0%
FigliNo0%
AscendentiNo0%
CollateraliNo0%
Parenti entro VI gradoNo0%
StatoSi100%

Ecco una spiegazione più dettagliata:

  1. In presenza solo del coniuge senza figli, l’eredità va tutta al coniuge;
  2. In presenza del coniuge e di un figlio, l’eredità si divide a metà tra entrambi;
  3. In presenza del coniuge e di più figli, 1/3 di eredità va al coniuge e 2/3 si dividono equamente tra i figli;
  4. In presenza del coniuge senza figli e di ascendenti e collaterali, 2/3 vanno al coniuge e 1/3 si divide equamente tra ascendenti e collaterali;
  5. Se c’è un solo figlio o più figli, l’eredità va tutta ai figli;
  6. In assenza di coniuge e figli, l’eredità si divide tra ascendenti e collaterali;
  7. In assenza di coniuge, figli, ascendenti e collaterali, l’eredità va tutta ai parenti entro il sesto grado;
  8. Se il defunto non lascia nessuno (neanche parenti di sesto grado), l’eredità va tutta allo Stato.

Testamento

Quando il defunto non lascia testamento, le quote vengono ripartite secondo i dettami del codice civile. Se invece il defunto lascia testamento, non ha la possibilità di fare ciò che vuole di tutto il suo patrimonio: una parte, detta “porzione indisponibile” deve andare per forza agli eredi legittimi, ossia il coniuge, i figli.

Solo una percentuale è invece liberamente assegnabile in maniera del tutto libera. Questa parte si chiama “porzione disponibile”.

Porzione disponibile

Il calcolo della porzione disponibile avviene tramite la cosiddetta “riunione fittizia” stabilita dall’articolo 556 del codice civile e che prevede:

  1. La valutazione di tutti i beni del defunto al momento del decesso;
  2. Al punto 1 si sottraggono i debiti del defunto;
  3. Si sommano i beni donati dal defunto mentre era vivo;
  4. Sul risultato ottenuto si calcola la porzione disponibile considerando prima le quote da riservare agli eredi legittimi (articolo 537 c.c.). La restante parte è la quota disponibile.

Considerando quindi gli 8 casi, le quote disponibili sono le seguenti:

  • Caso 1. Solo coniuge senza figli nè altri parenti: la quota disponibile è del 50%.
  • Caso 2. Coniuge e un figlio: la quota disponibile è del 33,3%.
  • Caso 3. Coniuge e più figli: la quota disponibile é del 25%.
  • Caso 4. Coniuge senza figli, sono presenti sia ascendenti che collaterali: 25%.
  • Caso 5. Assenza di coniuge ma ci sono figli: Se il figlio è uno la quota disponibile del 50%, se sono due o più é del 33,3%.
  • Caso 6. Sono presenti solo ascendenti e collaterali, la quota è del 66,6%.
  • Caso 7. Niente coniuge, figli, ascendenti e collaterali. Sono presenti solo parenti fino al sesto grado: 100%.
  • Caso 8. Non c’è alcun familiare: 100%.

Tempi

Gli eredi che non si trovano d’accordo nella divisione delle quote ereditarie, possono sempre ricorrere al giudice per la ripartizione delle quote poichè non è previsto termine di prescrizione, quindi anche dopo molti anni dalla morte del defunto. Ovviamente prima di rivolgersi al giudice occorre tentare la mediazione obbligatoria.

L’unico che può inserire un termine è lo stesso defunto con apposito testamento. Egli può stabilire che:

  1. La divisione vada effettuata solo al compimento di diciannove anni del più piccolo degli eredi;
  2. Oppure che la divisione vada effettuata entro cinque anni dal suo decesso.

Costi e tasse

Gli eredi provvedono (basta che vi provveda uno di loro) a fare la dichiarazione di successione presso l’Agenzia delle Entrate.

Sulla base di questa dichiarazione, l’Agenzia delle Entrate calcola l’imposta di successione e invia agli eredi una comunicazione con la somma da pagare. Se nell’eredità ci sono beni immobili, oltre all’imposta di successione vanno pagate l’imposta catastale e l’imposta di trascrizione.

Le spese notarili dipendono sempre dalla consistenza del patrimonio e dalla complessità del caso. Anche le spese notarili sono proquota, quindi ogni erede pagherà il notaio in base alla sua quota ereditaria