Quando sei invalido tutto diventa più difficile, sopratutto la vita quotidiana. Se non riesci più a muoverti liberamente, senza l’aiuto di qualcuno, lo Stato italiano ti aiuta ancora con un sostegno economico aggiuntivo alla pensione di inabilità che sicuramente già stai percependo. Questo sostegno si chiama indennità di accompagnamento civile.

In questa guida ti spiego che cos’è e come funziona la indennità di accompagnamento, quali sono tutti i requisiti per ottenerla, qual è l’importo per l’anno corrente 2016, quali sono i casi di malattia che ti danno diritto, come fare la richiesta e come respingere la revoca da parte dell’INPS. Ecco qui tutto quello che devi sapere.

Cos’è e come funziona

L’indennità di accompagnamento è un aiuto economico erogato dall’INPS a cui hai diritto se sei un invalido civile totale (cioè se ti è stata riconosciuta un’invalidità del 100%) e hai difficoltà a deambulare o a compiere gli atti della vita quotidiana senza assistenza.

Oltre a erogarla, l’INPS è l’ente che decide a chi spetta, come presentare la domanda e le modalità per accertare lo stato invalidante dell’individuo.

Requisiti

L’indennità di accompagnamento ti spetta se possiedi i seguenti requisiti:

  • Inabilità totale al lavoro (pari al 100%). Se hai più di 65 anni non è più valutabile la tua capacità lavorativa e si considera solamente la tua difficoltà a svolgere le funzioni proprie dell’età.
  • Stato invalidante: impossibilità a deambulare o compiere gli atti della vita quotidiana.
  • Cittadinanza italiana e residenza stabile in Italia;
  • Residenza in Italia per gli stranieri comunitari;
  • Residenza in Italia e permesso di soggiorno per gli stranieri extracomunitari.

Se sei un minore titolare di indennità di accompagnamento, nel momento in cui compirai 18 anni riceverai in automatico, in aggiunta all’indennità di accompagnamento e senza presentare nessuna domanda, la pensione di inabilità (per invalidi totali). Dovrai solo presentare il modello AP70 attestante i tuoi dati socio economici.

Attenzione

Non hai diritto all’indennità di accompagnamento se sei ricoverato presso una struttura di ricovero a spese dello Stato.

Attenzione

L’indennità di accompagnamento non è subordinata a limiti di reddito. Ne hai quindi diritto se possiedi i requisiti appena esposti, indipendentemente dal tuo reddito.

Norme legislative

La legge 5 febbraio 1992 n. 104, meglio conosciuta come legge 104/92, è il riferimento normativo per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone invalide, legge che include riferimenti e agevolazioni anche per coloro che vivono con gli invalidi.

La legge 118 del 30/03/1971, riconosce lo status di invalido ai soggetti con almeno il 34% di inabilità al lavoro. In base alla percentuale di invalidità ti sono riconosciute diverse tipologie di agevolazioni, esenzioni, assegno di assistenza, pensione di inabilità e accompagnamento. Qui di seguito ti elenco tutte le principali norme legislative.

Principali leggi sull’inabilità
NormaAiuto riconosciutoInabilità necessaria
DMS 31/05/01Protesi e dispositivi di aiuto34%
L. 482/68Iscrizione in lista categorie protette46%
L. 509/88Congedo per cure51%
L. 509/88Esenzione ticket67%
L. 118/71Assegno mensile di assistenza74%
L. 509/88Pensione d’inabilità100%
L. 508/88Pensione d’inabilità e accompagnamento100% non autosufficiente
L. 298/90Indennità di frequenzaMinori ipoacusici
L. 381/70Pensione e indennità di comunicazioneSordomuti

Se sei un minorenne o hai più di 65 anni la tua capacità lavorativa non è quantificabile, non essendo ancora (o non più) in età lavorativa. Lo status di invalido ti é riconosciuto se non sei autosufficiente e hai difficoltà a fare gesti propri della tua età.

Attenzione

L’indennità di accompagnamento è riconosciuta solo con il 100% di invalidità.

Importo e decorrenza

L’indennità di accompagnamento é pari a 508,55 euro mensili. Non è prevista né la tredicesima e quattordicesima. L’erogazione dell’indennità ti spetta dal mese successivo a quello di inoltro della domanda. Se tarda ad arrivare, l’INPS comunque provvederà al calcolo degli arretrati, che ti saranno corrisposti appena riceverai il primo assegno.

Casi di malattia

Se sei un malato oncologico, in chemioterapia, in radioterapia, in dialisi, affetto da autismo, da morbo di Parkinson, epilessia o affetto da qualunque altra malattia fisica o psichica, rara o non rara, hai diritto all’indennità di accompagnamento solo se:

  • Sei riconosciuto invalido al 100%;
  • Sei in stato invalidante, di non autosufficienza e hai bisogno di assistenza per compiere i gesti quotidiani o per deambulare.

Richiesta

Puoi presentare la domanda di riconoscimento dell’indennità tramite:

  • Sito INPS accedendo con il tuo PIN e compilando il modulo di domanda online;
  • Patronati o associazioni di categoria degli invalidi, che possono aiutarti in tutte le fasi della compilazione della richiesta.

Revoca

Come ti ho chiarito nei punti precedenti, invalidità e gravità viaggiano su binari differenti. L’indennità di accompagnamento è revocabile se la commissione INPS richiede un’apposita visita nella quale riscontra un miglioramento della tua salute. Un miglioramento tale da farti perdere il diritto all’indennità.

Se ritieni che la commissione INPS sia in errore e trovi ingiusta la revoca dell’indennità, puoi presentare ricorso. Prima di agire legalmente ti consiglio di recarti presso l’Inps di competenza e chiedere informazioni sulla situazione.

Se non si arriva a un chiarimento e un accordo, puoi procedere con un ricorso avverso alla revoca, che in questo caso è una vera causa dinanzi al giudice con l’aiuto di un avvocato e con i tempi e costi che essa comporta.

Procedura dettagliata

Accertamento tecnico preventivo. Se vuoi presentare un ricorso avverso a un verbale di invalidità, prima di intentare una causa giudiziaria vera e propria, devi procedere innanzitutto con un accertamento tecnico preventivo.

Praticamente devi recarti presso il Tribunale della tua residenza e presentare un’istanza di accertamento tecnico, ossia autorizzi il tribunale a fare una verifica preventiva delle tue condizioni sanitarie (o di altri) e di conseguenza sulla legittimità della tua pretesa.

Il verbale del consulente tecnico. L’accertamento tecnico non è altro che un’accertamento effettuato da un consulente tecnico che nomina il Tribunale, insieme a un medico legale dell’INPS. Il consulente tecnico, dopo la visita, redige un verbale e lo trasmette sia a te che all’INPS.

Possibilità di contestazione del verbale. Dopo aver inviato il verbale alle parti, il Giudice vi comunicherà un termine di 30 giorni entro cui tu e l’INPS avete la possibilità di contestare il verbale del consulente, tramite un atto scritto depositato in cancelleria. Se nessuna delle due parti contesta, il decreto diventa definitivo e inappellabile.

Avvio della causa legale. In caso di mancato accordo, la parte che ha contestato il verbale del consulente tecnico deve depositare in Tribunale (entro 30 giorni dalla sua contestazione) il ricorso introduttivo del giudizio dove chiarisce le motivazioni del suo disaccordo. Da questo momento inizia la causa giudiziaria vera e propria.

Tassazione

L’indennità di accompagnamento non fa reddito, quindi non è soggetta a tassazione. Inoltre, se è un tuo famigliare a tuo carico che percepisce l’indennità di accompagnamento, essa non concorre neanche al raggiungimento del limite di 2.840,51/4.000 euro per definire il soggetto a carico o meno.