Non sempre è possibile per una madre lavorare fino al settimo mese di gravidanza: la stanchezza e la fatica si sentono molto di più (soprattutto se si hanno malattie gravi e croniche) e inoltre ci sono dei lavori che richiedono sforzi fisici molto pesanti tali da mettere a rischio la gravidanza stessa.

Se sei una mamma in queste condizioni puoi richiedere la maternità anticipata e ottenere l’interdizione dal lavoro molto prima rispetto ai termini normali. In questa guida ti spiego cos’è e come funziona, come inoltrare la richiesta, come funzionano le visite fiscali e come cambia la retribuzione dello stipendio. Ecco cosa devi sapere.

Cos’è

In particolari casi, come madre hai diritto di anticipare il congedo obbligatorio di maternità e astenerti dal lavoro già nei primi mesi di gravidanza. Grazie alla legge infatti, puoi rimanere a casa prima rispetto ai tempi normalmente previsti per il congedo di maternità obbligatorio. Con “maternità anticipata” si intende proprio questo: un periodo di astensione dal lavoro che ha inizio prima del classico periodo di congedo obbligatorio previsto dalla legge (che inizia al termine del settimo mese di gravidanza).

Quando si può richiedere

In particolare, hai diritto all’astensione anticipata se si verifica almeno una di queste situazioni:

  1. Si stanno presentando complicazioni gravi durante la gravidanza e/o presenti condizioni di salute preesistenti che potrebbero peggiorare a causa della gravidanza stessa (gravidanza ad alto rischio).
  2. Le tue condizioni lavorative potrebbero influire negativamente sulla sua salute o sulla salute del bambino.
  3. Il tuo lavoro richiede il sollevamento di pesi o è pericoloso, faticoso o insalubre: In tal caso l’azienda deve prima verificare la possibilità di trasferirti in un altro settore non a rischio. Se non è possibile, allora entri in maternità anticipata.

Analizziamo ogni singolo caso.

Lavoro a rischio

Svolgi un lavoro a rischio per la tua gravidanza, in caso di:

  1. Esistenza di condizioni di lavoro o ambientali dannose;
  2. Svolgimento di attività pericolose, faticose o insalubri.

In caso di lavoro a rischio, la maternità anticipata può chiederla il datore di lavoro oppure tu stessa. La richiesta va inviata all’ufficio territoriale del lavoro (ITL): in questa richiesta, il datore di lavoro dichiara l’impossibilità di assegnarti ad altre mansioni a causa di motivi tecnico-organizzativi aziendali.

A questo punto, l’ITL riceve la richiesta e, se lo ritiene opportuno, effettua verifiche e/o accertamenti, al termine dei quali emette un provvedimento di:

  1. Accettazione. Puoi andare in maternità anticipata;
  2. Rifiuto. Non ci sono i presupposti per la maternità anticipata.

L’ITL deve rispondere entro 7 giorni dalla ricezione dei documenti e della richiesta completa. Se non risponde, la richiesta si considera accettata.

Nel provvedimento di interdizione anticipata l’ITL indica la data dalla quale non devi più lavorare.

Tempi risposta Ispettorato del lavoro

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro risponde entro 7 giorni dalla ricezione della domanda e della relativa completa documentazione. I tempi sono dunque brevi.

Se l’Ispettorato non risponde, la domanda si considera accettata. Dunque la tua richiesta è accolta: entri in astensione anticipata.

Gravidanza a rischio

La maternità anticipata per gravidanza a rischio ti spetta se ci sono gravi complicazioni o patologie persistenti durante la gestazione. La richiesta devi presentarla tu stessa all’ASL, allegando un certificato medico che attesti le sue condizioni di salute. Dunque, la prima cosa da fare è procurarti il certificato medico che attesta la situazione, consegnarlo dunque all’ASL..

L’ASL deve rispondere entro una settimana; se trascorsi questi giorni non si è pronunciata, si intende che la richiesta è accettata. In caso di rifiuto, deve indicare i motivi dello stesso.

Certificato gravidanza a rischio

Per ottenere il certificato che attesta una gravidanza a rischio, hai due opzioni:

  1. Rivolgerti a un ginecologo del Servizio sanitario regionale, come ad esempio il medico del Consultorio familiare;
  2. Oppure rivolgerti a un ginecologo privato, un libero professionista.

Una volta ottenuto il certificato, devi consegnarlo all’ASL.

Al ginecologo devi dire i problemi che stai vivendo. Se hai per esempio degli svenimenti, oppure dei giramenti di testa improvvisi, se senti che la pancia si indurisce tutto ad un tratto, se hai spesso la pressione bassa o alta. Qualsiasi cosa che ti faccia stare male, devi porla subito all’attenzione del tuo medico.

Il medico quindi, valuta il tuo caso e decide se è necessario farti fare alcune visite specialistiche. Una volta che ha il quadro completo, emette il certificato per l’astensione anticipata, se lo ritiene opportuno.

Da quando decorre

Dopo aver ottenuto il certificato del ginecologo e la richiesta di astensione anticipata, l’ASL emette un suo certificato, che indica la data da cui parte la maternità anticipata.

In base alla tua situazione, non c’è un particolare momento in cui puoi ottenere l’astensione anticipata. Tutto dipende dal tuo caso. Se svolgi un lavoro a rischio, potresti andare sin da subito per esempio.

Stipendio

Durante il periodo di astensione, hai diritto ad un’indennità finanziata dall’INPS. Tu ricevi la classica busta paga dal datore di lavoro: è lui ad anticipartela. Poi il datore di lavoro se la vede con l’INPS, ma tu non devi fare nulla.

Hai diritto a un’indennità pari all’80% della “Retribuzione Media Globale Giornaliera” (RMG), moltiplicata per il numero di giorni di assenza indennizzabili. L’80% vale sia in caso di astensione obbligatoria che in caso di astensione anticipata. Per determinare l’RMG, devi considerare la paga ricevuta durante il periodo quadrisettimanale o mensile immediatamente precedente l’inizio del congedo.

Per farla semplice, possiamo dire che percepisci l’80% del tuo stipendio. Se quindi per esempio hai uno stipendio di 1.000 euro al mese, percepirai 800 euro di indennità per astensione anticipata.

A chi spetta

La possibilità di avanzare una domanda per la concessione di congedo di maternità anticipato è un diritto di tutte le lavoratrici che si trovino in condizioni di chiederlo. Questo indipendentemente dalla specifica categoria contrattuale a cui appartengono.

Che tu sia dipendente pubblica o privata, part time o full time, lavoratrice con contratto a progetto, associata in partecipazione o autonoma iscritta alla cosiddetta gestione separata INPS, se sei incinta hai diritto all’astensione obbligatoria e, se ci sono le condizioni, anche a quella anticipata.

Parto prematuro

E’ evidente che il diritto alla maternità anticipata, ti spetta anche in caso di parto prematuro. Se il bebè nasce prima dell’ottavo mese di gestazione, il parto si intende prematuro.

In caso di parto prematuro, hai diritto alla maternità anticipata, sin dal giorno in cui nasce il bambino. E’ chiaro che non puoi sicuramente recarti a lavoro, l’indennità parte da subito.

Come fare richiesta

Come indicato nei paragrafi precedenti, la richiesta puoi presentarla direttamente tu, oppure in specifici casi, può presentarla il datore di lavoro. Se per esempio svolgi un lavoro pericoloso, la richiesta può presentarla la tua azienda. Se invece soffri di particolari patologie, allora devi occuparti tu della domanda di astensione anticipata.

Puoi presentare la richiesta online, tramite il sito INPS, tramite il call center INPS oppure rivolgendoti a un patronato della tua zona.

Stipendio pagato da INPS

Come ti ho spiegato nei paragrafi precedenti, in genere è il datore di lavoro ad anticiparti l’indennità, direttamente in busta paga. Ci sono però particolari casi in cui è l’INPS a pagare l’indennità, senza l0intermediazione del datore di lavoro. Hai diritto al pagamento diretto dall’INPS se appartieni a una di queste categorie:

  1. Operaia agricola;
  2. Lavoratrice a termine per attività stagionale;
  3. Lavoratrice domestica;
  4. Disoccupata o sospesa che non riceve integrazioni salariali;
  5. Lavoratrice dello spettacolo che svolge incarichi occasionali o con contratti a termine.

Ma non solo in questi casi. Il pagamento diretto da parte dell’INPS è previsto anche se il datore di lavoro non è in grado di effettuare un pagamento anticipato: se per esempio si trova in fallimento, oppure se per esempio si verificano eventi imprevisti che fanno cessare l’azienda.

Passaggio da maternità anticipata a obbligatoria

La maternità anticipata finisce nel momento in cui deve iniziare quella obbligatoria, ossia al termine del settimo mese di gravidanza. Appena entri nell’ottavo mese di gravidanza, entri anche in maternità obbligatoria.

Attenzione

Il passaggio non è automatico! Devi nuovamente presentare all’INPS domanda di maternità, in questo caso obbligatoria, sempre tramite sito online, call center oppure tramite un patronato.

Tredicesima

Durante il periodo di astensione anticipata dal lavoro per maternità, maturi sia la tredicesima che la quattordicesima. Li ricevi quindi nei mesi spettanti, insieme al normale stipendio.

Per esempio, se generalmente la tredicesima la ricevevi a inizio dicembre, riceverai la tredicesima anche se sei in maternità anticipata, sempre a inizio dicembre, nella busta paga pagata dal datore di lavoro, visto che generalmente è l’azienda ad anticiparti l’indennità di maternità.

Sovrapposizione malattia e maternità anticipata

Se durante l’astensione per maternità (anche anticipata), ti ammali e la malattia è attestata anche da un certificato medico, non si applica alcuna sospensione del periodo di maternità. Il giorno in cui sei malata, vale come giorno di maternità.

Questo significa che, quel giorno in cui sei malata, non puoi “recuperarlo” dopo, non puoi utilizzare la maternità in un momento successivo: l’indennità di maternità prevale su quella di malattia.

Esempio

Supponiamo che durante l’astensione anticipata ti rompi una gamba e il certificato medico attesta una prognosi di un mese. Questo mese vale come normale maternità anticipata e non come malattia.