Quando si valuta la possibilità di aprire un’attività, sicuramente, almeno per iniziare, si pensa al regime dei minimi, che oggi in realtà si chiama regime forfettario, un regime agevolato che esonera il nuovo imprenditore dal pagare IRAP, IVA e altri balzelli dovuti da chi invece appartiene al regime ordinario. I dubbi però, sorgono anche relativamente a un altro aspetto: é possibile aprire una partita IVA in regime dei minimi anche se si ha un contemporaneo lavoro da dipendente, part time o full time?

E nel caso si avesse quindi già un altro lavoro (da dipendente appunto), le tasse da pagare come si calcolano? SI fa il cumulo dei redditi, oppure ogni attività (quella in regime forfettario e quella da dipendente) è a sé stante? Per quanto riguarda i contributi INPS invece, si devono pagare per la propria attività autonoma? Cerchiamo di chiarire tutti i dubbi con questa guida.

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Contestuale attività

Chi possiede un lavoro da dipendente, che si tratti di part time o full time, non ha alcun ostacolo nell’aprire un’attività in proprio, ma solo se si tratta di attività da dipendente nel settore privato. I dipendenti pubblici infatti, hanno delle limitazioni nell’apertura di partita IVA (non solo in regime dei minimi, ma in qualsiasi regime).

Via libera quindi a chi ha già un contratto da dipendente nel settore privato, non c’è alcuna inammissibilità. Ovviamente, occorre agire con giudizio anche nel verso opposto: se si desidera aprire un’attività che è in netta concorrenza con quella da dipendente, si potrebbero aver problemi con il proprio datore di lavoro, fino ad arrivare addirittura al licenziamento.

Dichiarazione dei redditi: niente cumulo

Supponiamo che tu abbia un lavoro da dipendente con reddito di 20.000 euro lordi annui e che tu intendi aprire una partita IVA in regime forfettario. Grazie al governo Conte, il limite massimo per tutte le partite IVA in forfettario è di 65.000 euro (dal 2020 passa a 100.000). Al raggiungimento dei 65.000 euro, concorrono anche i tuoi redditi da dipendente?

Assolutamente no: i due redditi, quello da lavoro dipendente e quello da autonomo, non sono cumulabili. Per il lavoro dipendente pagherai l’IRPEF dovuta, mentre per la tua attività pagherai l’imposta sostitutiva.

Ricapitolando: se hai un lavoro dipendente, i redditi di tale lavoro non hanno nulla a che vedere con la tua partita IVA, non fanno cumulo ed inoltre puoi aprire in regime forfettario tranquillamente. In passato invece non potevi aprire in forfettario se il tuo reddito da dipendente superava i 30.000 euro annui. Il governo Conte ha eliminato questo limite: non importa il tuo reddito da dipendente e il suo ammontare.

Contributi INPS

Se hai già un lavoro da dipendente, a tempo indeterminato e full time, non dev pagare i contributi anche per la tua attività. Al momento dell’apertura della partita IVA infatti, indicherai di avere già un datore di lavoro che paga i contributi per te e sarai esonerato dal pagarli anche per la tua attività.

L’INPS infatti esonera chi ha già una contribuzione per lavoro da dipendente, quando esso è prevalente (principio di prevalenza) rispetto alla propria attività. E se lavori 40 ore a settimana (full time), è da considerarsi prevalente.

Se lavori meno di 40 ore a settimana, allora occorre analizzare caso per caso, per verificare se comunque la tua attività da dipendente è prevalente rispetto a quella autonoma e se quindi sei esonerato. Per maggiori informazioni potrai rivolgerti al tuo commercialista e all’INPS.