Lo stage universitario, definito anche tirocinio formativo, è un’opportunità che viene offerta ai giovani universitari, per entrare a contatto del mondo del lavoro, acquisire delle capacità grazie alla formazione on the job e, non in ultimo, dei crediti formativi ai fini della laurea.

Molte sono infatti le università che, nel proprio percorso di studi, contemplano la possibilità (o necessità, perchè a volte sono obbligatori) di svolgere uno stage presso un’azienda o uno studio professionale (a seconda del proprio indirizzo di laurea). Come funziona uno stage universitario, come aderirvi? Si viene retribuiti?

Università

La normativa sul tirocinio

La disciplina relativa agli stage è prevista nel decreto ministeriale n. 142/1998 e nei Regolamenti d’Ateneo, i quali contemplano le regole e le modalità di attivazione dei tirocini.

Inoltre, la disciplina dei tirocini (non tanto quelli universitari, ma quelli finalizzati all’inserimento nel lavoro), è stata ultimamente rivisitata dalla c.d. Riforma Fornero (Legge n. 92/2012) con il preciso scopo di arginare il fenomeno diffuso di uso distorto degli stage, troppo spesso strumenti per aggirare la normativa sul lavoro dipendente, usando i tirocinanti al posto dei dipendenti da assumere regolarmente.

La riforma Fornero, ha così previsto delle regole specifiche, quale ad esempio il numero massimo di tirocinanti che un’azienda può avere.

La domanda di tirocinio

Come partecipare a uno stage universitario? Spesso (ma non sempre) si può fare domanda di stage solo quando mancano alcuni esami, quindi quasi al termine del proprio percorso di studi. La domanda va fatta in segreteria (dove gli impiegati consegnano gli appositi moduli da compilare e firmare).

Spesso le università hanno già una lista di aziende convenzionate (in Italia, ma anche all’estero), disposte ad attivare gli stage ai propri studenti. In questo caso quindi, lo studente non deve far altro che fare domanda presso le aziende disponibili.

Non di rado, anche lo studente stesso può proporre un’azienda che, pur non essendo presente nell’elenco delle convenzionate, può tranquillamente proporsi, in accordo con lo studente. La domanda va sempre fatta in segreteria: allo studente saranno consegnati i moduli da far compilare e firmare dall’azienda preponente.

A questo punto, l’università accetta (o meno la domanda di stage) e viene nominato un tutor interno all’università. Questo tutor ha il compito di seguire lo studente durante il suo percorso di stage, che dura al massimo sei mesi. Alla fine dello stage, lo studente redige una relazione, in cui indica il lavoro svolto e le capacità acquisite. La relazione viene consegnata al tutor.

Retribuzione: lo stage è pagato?

Gli stage universitari hanno la finalità di formare lo studente, di indirizzarlo verso un lavoro che sia relazionato al proprio piano di studi, permettergli di guadagnare, grazie a quell’esperienza, dei crediti formativi utili alla laurea.

In ragione di ciò, la legge non prevede che lo stage universitario sia retribuito. Tuttavia, alcune aziende possono comunque prevedere un rimborso spese oppure l’assegnazione di buoni pasto per i tirocinanti.