BTP è l’acronomo di Buoni del Tesoro Poliennali, sono titoli di Stato a medio-lungo, con scadenza che va da un minimo di 3 anni a un massimo di 30 anni. L’investitore che decide di acquistare il BTP riceve durante la vita dello stesso, un guadagno derivante dalle cedole, che di solito vengono pagate a scadenza semestrale o annuale.

Ma come mai spesso il rendimento netto differisce dal rendimento della cedola? Per esempio, spesso quando si acquista un titolo di stato, esso viene proposto con due percentuali diverse, una relativa alle cedola e una relativa al rendimento netto. Di cosa si tratta? Come si calcola il rendimento netto di un titolo di Stato?

BTP Italia

Innanzitutto, devi sapere che la percentuali della cedola rappresenta il guadagno lordo. Rappresenta il valore ante tassazione e comprensivo di altre voci di spesa che, alla scadenza, saranno decurtate. Ecco perchè si parla di differenza tra cedola e rendimento netto nei titoli di Stato.

Calcolo

Le variabili che intervengono nel calcolo del rendimento netto di un titolo di Stato sono:

  1. Le tasse. Al valore della cedola occorre sottrarre la ritenuta d’acconto pari al 12,5%.
  2. Le spese di acquisto. Nei BTP, le spese di acquisto si aggiungono al prezzo di acquisto dle BTP stesso (di solito sono pari all’1% del suo valore). Quindi, supponiamo che un BTP valga 100, l’investitore in realtà lo comprerà a 101 (100 + 1 di spese di acquisto). Questa spesa in più quindi, incide negativamente sul rendimento netto.
  3. Le imposte sullo scarto di emissione. Le imposte vanno pagate non solo sul rendimento, ma anche sulla differenza fra il valore di rimborso del titolo e il prezzo d’asta. Se quindi il tuo titolo viene rimborsato a 100, ma lo avevi pagato 98, sulla differenza (100 – 98 = 2) si pagherà un’imposta (di circa 1,3%).
  4. Le imposte sul capital gain. Questo è un costo che pagherai solo se decidi di vendere il titolo proma della scadenza. Se decidi di venderlo prima e realizzi una plusvalenza dalla vendita, sulla differenza fra il prezzo di vendita e quello a cui l’hai comprato, dovrai nuovamente pagare il 12,5% di ritenuta d’acconto. In caso di minusvalenza (ossia se vendi il titolo a un prezzo inferiore di quello a cui l’hai acquistato), potrai compensare il credito con future plusvalenze entro 4 anni.