Evita di inimicarti le persone nel momento in cui decidi di abbandonare un posto di lavoro. La cosa migliore da fare è lasciarsi in buoni rapporti. Il mondo è piccolo e in futuro potresti nuovamente imbatterti nei tuoi colleghi e capi.

Ecco allora 10 scuse per licenziarsi dal lavoro, dei motivi eleganti che ti permettono di andar via senza generare rancori, alcune indicazioni su cosa fare per avviare la procedura di dimissioni e infine come fare per licenziarsi senza perdere la disoccupazione (e in quali casi è possibile).

Motivi eleganti

Le dimissioni di un lavoratore rappresentano una perdita per l’azienda. Probabilmente il tuo capo conta molto su di te e sapere che te ne vai potrebbe essere un duro colpo. Allora devi cercare un modo elegante per dirglielo. Ecco una guida sulle migliori scuse per lasciare il lavoro senza ferire il capo.

  1. Chiedi un aumento di stipendio. Chiedi al tuo capo un aumento di stipendio. Digli che hai necessità di maggiori risorse (perché vuoi sposarti, oppure comprare casa, o perché hai una spesa improvvisa da sostenere). Se il tuo capo non te lo concede, la motivazione per abbandonare è ben servita. Ovviamente, usa questa scusa solo se sai che ti rifiuteranno un aumento, perché se invece te lo concedono e poi tu dai le dimissioni, al danno aggiungi la beffa.
  2. Motivi e/o problemi personali. A volte gli impegni della vita personale possono rappresentare una priorità assoluta e persino il lavoro può risentirne, al punto da rendersi necessarie le dimissioni. Tra i problemi più ricorrenti: necessità di assistere un familiare, recupero da malattie, trasferimento col partner in un’altra città. Questi sono motivi decisamente importanti per lasciare un lavoro e la maggior parte dei datori di lavoro comprende tali priorità.
  3. Desiderio di dedicarsi alla genitorialità a tempo pieno. Avere dei figli significa assumersi delle responsabilità e troppo spesso il lavoro toglie tanto tempo ai propri bambini. Può succedere quindi che uno dei due genitori decida di lasciare il lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla crescita e all’educazione dei propri figli. Non tutti infatti optano per nidi o asili, preferendo occuparsi personalmente della propria prole.
  4.  Sei insoddisfatto delle tue responsabilità. A lavoro non ti senti più coinvolto, non sei più soddisfatto delle tue responsabilità, inizi ad accusare frustrazione e noia. Se è il tuo caso, è importante parlarne prima con il tuo capo. Potrebbero aiutarti a trovare un nuovo ruolo oppure a indirizzare le tue potenzialità in un altro settore o reparto. Se non sono in grado di fare alcuna modifica, potresti dare le tue dimissioni in vista di un lavoro più gratificante.
  5. Sei insoddisfatto del tuo ambiente di lavoro. Ci sono vari motivi per cui l’azienda in cui operi potrebbe non rispecchiare più le tue ambizioni: la mission e i valori aziendali, la cultura del team, la modalità di gestione dei tuoi supervisori. Se il tuo ambiente di lavoro non è in linea con le tue aspettative, o addirittura lo ritieni tossico, è bene considerare di cercare un altro lavoro e annunciare le tue dimissioni senza entrare nel dettaglio.
  6. La tua vita è troppo impegnativa e stressante. Molto importante è avere un giusto equilibrio tra vita lavorativa e vita privata. Se il tuo lavoro influisce negativamente sulla tua salute fisica o mentale o sociale, potrebbe essere utile trovare un lavoro che offra un programma migliore.
  7. Desideri riprendere gli studi. Può succedere, a un certo punto della propria vita, di capire di aver lasciato qualcosa in sospeso. Questo talvolta succede con gli studi. Non hai concluso l’università e ora ti rendi conto che quella laurea la desideri tanto. Una titolo di studio in più inoltre, potrebbe offrirti la possibilità di guadagnare di più, avviare una carriera diversa. Discutine con il tuo capo prima, per vedere se possono passarti a un part time che ti offra maggior tempo per studiare. L’azienda potrebbe concederti di lavorare con un orario flessibile.
  8. Desideri cambiare completamente settore. Può succedere che nel corso della propria vita lavorativa, si abbiano diverse aspettative e obiettivi. Cambiare settore può essere un’entusiasmante opportunità: potrebbe essere la strada giusta che stavi cercando.
  9. Ti stai trasferendo. Se tu e il tuo partner vi state trasferendo e non puoi svolgere il tuo impiego in smartworking, probabilmente non c’è altra soluzione se non quella di licenziarti. Può succedere che il tuo partner trovi lavoro in un’altra città, oppure che tu voglia avvicinarti alla famiglia, oppure andare in un’altra nazione per sperimentare una nuova cultura. Qualunque sia la tua ragione, il trasloco è una ragione del tutto accettabile per dare delle dimissioni.
  10. Vuoi viaggiare alla scoperta del mondo. Se sei giovane (e anche meno giovane), probabilmente hai tanta voglia di scoprire il mondo. Conoscere nuove culture può anche aiutarti a sviluppare qualità e qualifiche.

Cosa fare

Hai deciso di licenziarti. La prima cosa da fare è scrivere una lettera al tuo datore di lavoro per informarlo delle tue intenzioni. Ciò potrebbe includere una spiegazione sul motivo per cui te hai decido di andartene e la data del tuo ultimo giorno di lavoro. Consulta il tuo CCNL: solo sul contratto puoi trovare i termini di preavviso da rispettare.

Il preavviso è molto importante, è definito a livello contrattuale e serve al tuo datore di lavoro per organizzarsi in vista della tua assenza, con un eventuale sostituzione. Qui trovi un esempio di lettera di dimissioni in buoni rapporti (sperando che tu lo sia).

Dopo aver scritto la lettera e averla consegnata, probabilmente il tuo capo ti chiederà un incontro. In questo frangente puoi salutare e rispondere a tutte le domande che eventualmente ti porranno e a cui vorrai rispondere.

Senza perdere la disoccupazione

Chi viene licenziato ha diritto all’indennità di disoccupazione, il cui nome tecnico è NASPI. Il tuo caso però è diverso: vuoi dimetterti. Ebbene, anche in cado di dimissioni spetta la disoccupazione, ma solo se ti dimetti per giusta causa.

Giusta causa significa che stai dando le dimissioni per motivazioni gravi, che non ti permettono di proseguire il lavoro neanche temporaneamente. Per esempio: l’azienda non ti paga lo stipendio da mesi, hai subito ricatti, molestie, ecc.

Se non è il tuo caso, ossia non c’è alcuna giusta causa che ti permetta di licenziarti, c’è un altro motivo che ti consentirebbe di perdere la Naspi e, per quanto possa sorprenderti, è del tutto legale e non ci sono leggi che lo vietino.

Siccome la NASPI spetta a chi viene licenziato, per qualsiasi motivo, ci sono dipendenti che, non avendo motivi validi per dimettersi per giusta causa, si fanno licenziare. In modo molto semplice: stando a casa qualche giorno senza avvisare l’azienda. Questa costituisce una grave inadempienza a livello lavorativo: l’assenza ingiustificata protratta. L’azienda non potrà fare altro che licenziare e il licenziato potrà quindi chiedere e ottenere la NASPI.