Le piccole e medie imprese italiane sono quelle che faticano di più a portare avanti l’attività, considerato il contesto di crisi, non aiutato dalla pressione fiscale in Italia, che come è risaputo non è certo tra le più basse al mondo.

In questa guida completa sull’aiuto alla crescita economica, conosciuto meglio come ACE, ti spiego cos’è e come funziona, come calcolare l’importo che puoi portare in deduzione, a chi spetta, cosa sancisce la normativa in merito, quali sono i vantaggi di questo beneficio fiscale che, come leggerai, nel tempo ha visto ridurre la sua appetibilità.

Cos’è e come funziona

Definizione. L ‘ACE, Aiuto alla Crescita Economica: un beneficio fiscale che aiuta le aziende, tramite una deduzione al reddito di impresa pari all’aumento di capitale proprio (rapportato al patrimonio netto), moltiplicato per uno specifico coefficiente.

Si tratta dunque di una deduzione da applicare sul reddito pre tasse, deduzione che, detta così, sembra difficile da individuare calcolare. Spieghiamo meglio cosa fare, come calcolare questa deduzione e su cosa, perché a parole potrebbe sembrare complicato, mentre spiegato passo per passo è sicuramente molto più semplice.

Prima di tutto, bisogna sommare algebricamente i componenti positivi e quelli negativi che hanno inciso sul patrimonio. Sicuramente il tuo commercialista sa indicarti quali sono stati i componenti negativi e quelli positivi della tua attività quest’anno. Di seguito vediamo come fare il calcolo per chiarire le idee, e poi vediamo un esempio numerico, che sicuramente parla meglio di tante parole e nozioni.

Componenti positivi, sono per esempio i conferimenti dei soci, oppure gli utili di esercizio accantonati).

Componenti negativi, sono per esempio acquisti di aziende, acquisti di partecipazioni in società, riduzione del patrimonio per consegnarlo ai soci.

Una volta sommati algebricamente componenti positivi e negativi, il risultato devi confrontarlo al patrimonio netto contabile, ossia quello che risulta dal bilancio di esercizio. Confronti i due numeri e la differenza rappresenta l’incremento di capitale della tua azienda.

Su questo importo, calcoli l’ACE, che è un’aliquota pari all’1,3%. Il risultato quindi, puoi dedurlo dal reddito pre tasse dell’impresa.

Esempio calcolo

Ecco di seguito un esempio numerico per calcolare l’ACE:

Supponiamo che al 31/12, la situazione della tua azienda sia questa, che tu abbia questi componenti positivi e questi componenti negativi del capitale:

Componenti positivi:

  • Conferimenti dei soci: 25.000 euro;
  • Utili di esercizio accantonati: 20.000 euro.

Componenti negativi:

  • Acquisto di ramo di un’azienda: 30.000 euro;
  • Riduzione di patrimonio e attribuzione ai soci: 5.000 euro.

Quindi devi sommare algebricamente questi elementi positivi e negativi:

25.000 + 20.000 – 30.000 – 5.000 = 10.000 euro

Ora vai nel bilancio di esercizio e confronta questi 10.000 euro con il patrimonio netto che risulta. Supponiamo che il patrimonio netto risultante dal bilancio sia pari a 3.000 euro. C’è quindi un incremento di 7.000 euro.

Su questi 7.000 euro calcoli l’ACE, pari a 1,3%, quindi 1,3% di 7.000 = 91 euro è l’importo che puoi portare in deduzione.

Infine, l’ammontare detassato, va liquidato nell’apposita sezione del quadro «RS» del modello REDDITI, e va computato per ridurre il reddito di impresa pre tasse dichiarato (stavolta spostandosi nel quadro «RN»).

Importo

L’importo dell’ACE, così calcolato, ha lo scopo di favorire le aziende che si finanziano da sole, con capitale proprio, rispetto a quelle che si finanziano con prestiti. La riduzione della tassazione, grazie all’ACE, è commisurata al nuovo capitale conferito nell’impresa.

Tuttavia, quando anni fa l’aliquota ACE raggiungeva anche il 4,75%, risultava uno strumento più interessante. Oggi, a causa di questa percentuale irrisoria (ad oggi la percentuale è pari all’1,3%), ha perso la sua appetibilità, al punto che le aziende preferiscono sottoscrivere un semplice strumento finanziario, che assicura la stessa redditività…

Chi ne ha diritto

Possono accedere all’ACE le società di capitali (quindi spa, srl, sapa), ditte individuali, snc e sas in regime di contabilità ordinaria (chi è in regime di contabilità semplificata quindi, non può accedervi).

Normativa

Negli anni passati, l’ACE era stato abolito, ma la legge di bilancio 2020 l’ha reintrodotto. Dal 2020 quindi si ritorna all’ACE e invece viene abolita la mini IRES:

  1. La Legge n. 145/2018 introduceva la Mini IRES al 15% da applicare solo sulla parte di utile che l’azienda usava per comprare beni strumentali o assumere dipendenti;
  2. Il Decreto Legge n. 34/2019 che sostituiva il precedente, ossia la mini IRES al 15% (di cui al punto 1) e prevedeva al posto dell’aliquota secca al 15%, un’aliquota IRES progressiva correlata soltanto al caso di reimpiego degli utili.

Mini IRES e IRES progressiva sono state abolite: il governo ha ripristinato l’aiuto alla crescita economica (ACE).

A chi spetta

Lo scopo dell’ACE è quello di rafforzare il patrimonio delle piccole e medie imprese, grazie al meccanismo di deduzione e quindi alla detassazione. Questo però, valeva anni fa, quando la percentuale da applicare per il calcolo raggiungeva quasi il 5%. Ad oggi, essendo pari all’1,3%, risulta sicuramente molto meno appetibile rispetto al passato.

Chi ne ha diritto

Hanno diritto all’ACE le seguenti imprese:

  • Società di capitali (quindi società per azioni, società a responsabilità limitata, società in accomandita per azioni);
  • Enti commerciali;
  • Ditte individuali;
  • Società in nome collettivo e società in accomandita semplice.

Le ditte individuali e le società di persone (snc e sas), possono accedere solo se sono in regime di contabilità ordinaria (escluse quindi le aziende in regime di contabilità semplificata).

Vi sono poi altre esclusioni che operano, tra cui per esempio le aziende soggette a specifiche procedure concorsuali (fallimento, liquidazione coatta, amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi) e le imprese agricole che calcolano il reddito imponibile ai sensi dell’art. 32 del Tuir.

Deduzione

Il 2020 quindi, ha rappresentato l’anno in cui l’aiuto alla crescita economica (ACE) è tornato a “splendere”. Le virgolette sono d’obbligo, considerando la bassa percentuale da applicare, come abbiamo visto nei paragrafi precedenti. Negli anni addietro, questa percentuale era più alta.

Quest’aliquota, in gergo tecnico si chiama coefficiente nozionale di remunerazione ed è pari all’1,3%. Si tratta di un’agevolazione destinata alle piccole e medie imprese, volta a incentivare il rafforzamento del patrimonio delle stesse. Grazie a questa misura, le imprese possono beneficiare di una detassazione di una parte degli incrementi del patrimonio netto.