Possedere un oggetto che appartiene a qualcun altro e non renderlo se il legittimo proprietario ne chiede la restituzione, è un reato a tutti gli effetti. Un’azione che quindi può avere conseguenze dal punto di vista penale (da una semplice multa fino alla reclusione).

In questa guida completa sull’appropriazione indebita ti spiego cos’è e quando accade, quando si trasforma in appropriazione indebita aggravata, ti faccio alcuni esempi di appropriazione (del denaro su un conto corrente cointestato, di un mobile, ecc.), come fare per tutelarsi, ossia procedere con una diffida e poi una querela, infine i termini di prescrizione stabiliti per questo reato.

Cos’è e quando accade

Definizione e significato. L’appropriazione indebita, menzionata dall’art. 646 del codice penale, è un reato con cui una persona si impadronisce di denaro o beni mobili appartenenti ad un altra persona e, da questa appropriazione, ne realizza un profitto.

Gli elementi dell’appropriazione indebita sono quindi due:

  1. Appropriazione di beni o oggetti di proprietà di qualcun altro;
  2. Profitto derivante dall’appropriazione.

Differenza con furto

A primo impatto l’appropriazione indebita somiglia al furto, ma in realtà si tratta di due reati ben diversi. Nel furto, il ladro non possiede la cosa, ma la sottrae alla vittima, gliela ruba. Nell’appropriazione, il soggetto possiede già la cosa, non ha bisogno di rubargliela, di sottrargliela, perché la possiede già, ma poi non la restituisce.

Esempio

Presti una macchina a un’amico. Gliela chiedi indietro e non te la restituisce. Il tuo “amico” si sta appropriando indebitamente della tua auto.

Reato

L’appropriazione indebita rappresenta un reato, quindi un delitto di tipo penale. Il codice penale prevede la seguente pena per chi la commette:

  • Multa che va dai mille ai tremila euro;
  • Carcere dai 2 ai 5 anni. Se chi commette il reato è un pubblico ufficiale, la pena può arrivare fino a 10 anni.

Aggravata

Il reato assume contorni ancora più importanti quando la persona che lo commette, possedeva quel denaro o quei soldi in qualità di deposito. In tal caso, la pena può aumentare (quindi oltre i sei anni di reclusione e i 3.000 euro di multa).

Facciamo due semplici esempi di appropriazione indebita aggravata.

Esempio 1

Hai appena traslocato e chiedi a un amico di tenere nel suo garage la tua cucina smontata. Ti fidi di lui, ma nel momento in cui gliela chiedi indietro non te la restituisce. Quindi non solo si è approfittato indebitamente della tua situazione, ma si è anche approfittato della tua fiducia. In tal caso la pena aumenta.

Esempio 2

Il custode di un Tribunale si impossessa di un bene che doveva tenere in deposito. In questo caso si tratta di appropriazione indebita aggravata.

Conto corrente

Facciamo ora un altro esempio di appropriazione indebita avente per oggetto un conto corrente cointestato. Supponiamo che ci siano due intestatari di un conto corrente. Uno dei due muore (la persona defunta, in diritto si chiama de cuius). L’altro cointestatario ritiene che tutti i soldi siano diventati suoi e va a ritirarli. Risultato: conto corrente cointestato svuotato.

Conto corrente cointestato

Un cointestatario di un conto corrente non può svuotarlo alla morte dell’altro cointestatario: se ci sono degli eredi, bisogna prenderli in considerazione. Quando un conto corrente è cointestato, si presume che il denaro depositato appartenga 50 e 50 alle due parti (artt.1298 e 1854 c.c.), quindi il 50% appartenente al de cuius va agli eredi.

Dunque, in caso di morte di un cointestatario, la sua parte non va automaticamente all’altra, ma si deve aprire la divisione eredità e successione, ossia il conteggio del patrimonio del defunto e la successiva assegnazione agli eredi (Corte di Cassazione, sent. n. 1631/10). Gli eredi quindi, se c’è qualcuno che ha sottratto denaro al conto, o lo ha svuotato, possono chiedere la restituzione delle somme di denaro.

Finora abbiamo fatto l’esempio di due cointestatari di conto corrente, di cui uno muore. Bene, l’altro non può certo svuotare il conto corrente a suo piacimento, come abbiamo appena visto. E se succede tra due persone vive? Ossia uno dei due svuota il conto senza i consenso dell’altro? Anche in questo caso appropriazione indebita, reato perseguibile.

Attenzione

Ognuno può prendere dal conto fino al 50% del denaro, a meno che ci siano altri specifici accordi che permettono di superare tale soglia.

Diffida

Qualcuno si è impossessato del tuo denaro oppure di un tuo bene? Qual è il modo migliore per tutelarti? Allora, se la persona non ti restituisce il bene, devi innanzitutto dimostrare di avergli chiesto la restituzione. E quale metodo migliore se non quello di una diffida ad adempiere (Corte di Cassazione, sez. II Penale, sent. n. 47411/14).

Una formale diffida inviata tramite raccomandata A/R è la prova inconfutabile che stai chiedendo indietro quel bene o denaro e che quella persona non vuole restituirtela. Aspetta, andiamo con calma: può essere che con la diffida scritta la persona si “spaventi” e ti restituisca tutto. Speriamo! Se così non fosse, non hai molte scelte: devi procedere con la querela.

La diffida ad adempiere puoi farla scrivere a un tuo avvocato di fiducia, oppure scriverla direttamente tu. Ricorda di conservarne una copia e di spedirla tramite raccomandata A/R. Ecco un fac simile, ovviamente da adattare al tuo caso, arricchendola di particolari per spiegare meglio il fatto.

Scarica subito il modulo fac simile compilabile WORD della diffida ad adempiere.

Querela

Qualcuno si è indebitamente appropriato di tuoi beni o denaro? Allora devi innanzitutto chiederne la restituzione, meglio con un atto scritto (nel paragrafo precedente trovi un esempio fac simile di diffida ad adempiere). Se quella persona continua a trattenere ciò che ti appartiene, a questo punto per tutelare i tuoi diritti devi procedere con una querela.

Come fare

Innanzitutto cerca di agire per tempo: puoi querelare quella persona entro tre mesi dal momento in cui hai conoscenza del reato. Quindi, se oggi chiedi la restituzione dell’oggetto e quella persona non ti rende il dovuto, a partire da oggi hai tre mesi di tempo per querelarla.

Per fare la denuncia devi recarti presso una caserma delle forze dell’ordine (Polizia, carabinieri) e compilare un modulo, oppure fare la tua denuncia verbalmente: un ufficiale preposto si occuperà di trascrivere la tua denuncia orale.

Firma e poi attendi: i tempi dei tribunali italiani, si sa, non sono certo da maratona. Più che altro spera che, con la denuncia, chi sta trattenendo i tuoi beni capisca che fai sul serio e per evitarsi problemi ti restituisca tutto, mettendo fine alla controversia. In caso contrario, attendi la chiamata del tribunale.

Procedibilità

L’appropriazione indebita non è procedibile d’ufficio, quindi per iniziare una causa giudiziale occorre per forza una querela da parte della persona offesa.

Prescrizione

L’art. 157 del codice penale stabilisce che per i reati, la prescrizione è pari a sei anni. Se lo stesso codice penale, per uno specifico reato prevede una pena superiore a sei anni, allora la prescrizione segue quel termine. Quindi, se un pubblico ufficiale compie appropriazione indebita, la prescrizione è di 10 anni (essendo la pena massima prevista pari a 10 anni, quando il reato è commesso da pubblico ufficiale).

Ricapitolando: la prescrizione in caso di appropriazione indebita è pari a sei anni, termine che sale a dieci anni in caso di appropriazione consumato da pubblico ufficiale. In caso di appropriazione indebita aggravata, la pena aumenta e di conseguenza aumentano anche i termini di prescrizione.

Decorrenza

Il termine di sei anni (o dieci anni) parte dal giorno in cui è stato commesso il fatto o dal giorno in cui la vittima ne ha preso conoscenza. Quindi se per esempio il fatto è stato commesso il 10 aprile 2021, ma la vittame ne è venuta a conoscenza solo il 30 luglio 2021, i sei anni partono dal 30 luglio 2021.

Il termine di prescrizione (di 6 anni o 10 anni) può aumentare fino a 1/4 se intervengono atti interruttivi o sospensivi della prescrizione stessa. A questo termine si aggiungono i vari ed eventuali 18 mesi tra sentenza di primo grado, tra primo grado e Appello e infine tra Appello e Cassazione.

Appropriazione indebita commessa il 5 maggio 2021. Se non vi sono atti interruttivi e sospensivi, il reato si prescrive il 5 maggio 2027.

Se invece ci sono atti interruttivi/sospensivi, il reato si prescrive al massimo entro il 5 novembre 2028 (quindi abbiamo aggiunto 1/4 di 6 anni, ossia 1,5 anni). Se poi il tribunale fissa il processo di Appello dopo due anni dalla sentenza di I grado, bisogna aggiungere altri 18 mesi (termine massimo, quindi anche se il tribunale fissa il processo di Appello dopo 3 anni, si aggiungono massimo altri 18 mesi al termine di prescrizione, non di più).