Devi pagare la macchina usata che hai acquistato dal rivenditore del tuo Paese? Devi pagare la parcella al tuo avvocato? Devi pagare l’imbianchino per il rifacimento della facciata della tua casa? Se sei correntista di Poste Italiane puoi fare tutto questo usando comodamente il tuo assegno postale.

In questa guida completa all’assegno postale ti spiego come funziona, quando è vidimato, quando non è trasferibile, cosa fare in caso di protesto, come compilarlo, cosa fare nel caso risulti impagato e non erogabile, quali sono i tempi di incasso e cos’è e come funziona la liberatoria.

Cos’è e come funziona

Un assegno postale é un titolo di credito con le stesse caratteristiche di un assegno bancario. Poste Italiane infatti, non é solo una società di spedizioni, ma anche un intermediario finanziario che offre alla sua clientela degli specifici conti correnti. Ai titolari di conto corrente poi, Poste Italiane consegna un classico libretto di assegni, non trasferibile.

Quindi, la banca consegna un blocchetto non trasferibile, che é quello standard. Se hai bisogno di un blocchetto trasferibile, devi chiederlo espressamente all’ufficio postale, sappi però che gli assegni trasferibili sono ammessi solo per somme fino a 999,99 euro. Dai 1.000 euro in su, la legge impone l’uso di quelli non trasferibili.

Vidimato o circolare

Un tuo debitore ti ha consegnato un assegno postale. Chi può darti la certezza che, nel momento in cui ti presenterai in banca (o posta) per riscuoterlo, ci saranno i soldi necessari? Un assegno postale ordinario infatti, é come un assegno bancairo ordinario: nessuno può darti la certezza che sia coperto. Il rapporto tra te e chi te l’ha consegnato é basato sulla fiducia.

Se però vuoi maggiori garanzie, puoi chiedere al tuo debitore di consegnarti un assegno postale vidimato, che sarebbe il corrispondente assegno circolare che hanno le banche.

Il debitore non deve far altro che recarsi in posta dove ha il conto corrente e chiedere all’impiegato di vidimare un assegno. L’impiegato quindi controlla che sul conto ci sia la somma necessaria, se non c’è chiede al cliente di versare il denaro sufficiente a coprirla. A quel punto consegna al cliente l’assegno vidimato.

Un assegno vidimato quindi, non é altro che un assegno con timbro e firma della Posta che assicura con certezza la disponibilità dei fondi necessari a coprire l’assegno. Se quindi un tuo debitore ti ha consegnato un assegno postale vidimato, puoi essere sicuro che non é scoperto: quando andrai in banca o posta a incassarlo, puoi stare certo che potrai ritirare il denaro che ti spetta.

Non trasferibile

Gli assegni postali sono sempre “non trasferibili”. La legge antiriciclaggio stabilisce che tutti gli assegni a partire da 1.000 euro in sù devono necessariamente riportare la clausola di “non trasferibilità”: lo scopo é quello di rendere sempre tracciabili le parti che intervengono nell’operazione, creditore e debitore, senza che se ne aggiungano altre tramite girata.

La girata su un assegno non trasferibile infatti, é nulla: solo il beneficiario indicato nell’assegno può incassarlo, nessun altro.

Se hai la necessità di emettere un assegno trasferibile, allora devi recarti in Posta e chiedere espressamente un libretto di assegni trasferibili, ma ricorda che potrai usarli solo per importi fino a 999,99 euro. Oltre tale cifra, l’assegno deve essere necessariamente non trasferibile.

Protesto

Un assegno postale non pagato costituisce a tutti gli effetti titolo esecutivo. Quindi, chi emette un assegno postale scoperto, rischia:

  • L’iscrizione al CAI (Centrale Allarme Interbancaria). Il CAI é un registro tenuto presso la Banca d’Italia e su cui sono segnati i nominativi dei cattivi pagatori, quindi soprattutto coloro che hanno emesso un assegno senza avere disponibilità sul conto corrente Postale;
  • Il protesto. Un assegno scoperto rappresenta a tutti gli effetti titolo esecutivo. Se da una parte é vero che un assegno postale ordinario non rappresenta mai una certezza, ma dall’altra é un mezzo di pagamento a tutti gli effetti, tutelato dalla legge e protestabile. il creditore può elevare protesto al fine di recuperare la somma, fino al pignoramento dei beni del debitore e la successiva vendita all’asta, in modo da saldare il conto con il ricavato della vendita.

Cancellazione CAI

In passato hai emesso un assegno scoperto e ora ti ritrovi iscritto al CAI. Cosa devi fare per essere cancellato? Niente, se sai essere paziente, sappi che dopo sei mesi la cancellazione é automatica. Se invece non puoi aspettare questi sei mesi, allora devi fare apposita domanda alla banca d’Italia.

Attenzione

Non puoi chiedere la cancellazione per qualsiasi motivo, ma solo in casi specifici e particolari. Ad esempio se sei stato iscritto erroneamente al CAI, hai diritto di chiederne la cancellazione immediata.

Come compilare

Un assegno postale é simile a un assegno bancario. Ci sono gli stessi spazi da compilare, quindi:

  1. Luogo;
  2. Data di emissione;
  3. Importo in euro (cifre);
  4. Importo in euro (lettere);
  5. Nome del beneficiario;
  6. Firma dell’emittente.

Impagato

La peggiore situazione in cui può trovarsi una persona che si reca in banca a incassare un assegno è che l’assegno postale sia impagato per mancanza di fondi. Chi ti ha consegnato l’assegno, affinché tu possa incassarlo, deve necessariamente avere denaro sufficiente sul conto, altrimenti é “a vuoto”. L’assegno é risultato scoperto.

A questo punto la banca avvisa il cliente della mancata provvista e lo invita a fare un versamento (probabilmente chiamerai anche tu il tuo debitore per chiedergli spiegazioni). Per evitare conseguenze peggiori (il protesto per esempio), l’emittente può provvedere a fare un versamento sul suo conto, in modo che tu possa tornare in banca e incassare il denaro, quindi in seconda presentazione.

Attenzione

Il debitore, per permettere l’incasso in seconda presentazione, deve versare sul suo conto il 10% in più a titolo di penale.

Esempio

L’assegno impagato é pari a 1.000 euro. Se alla prima presentazione del tuo creditore non c’erano fondi, allora devi versare, per la seconda presentazione, non più solo 1.000 euro, ma 1.000 + 10% ossia 1.100 euro.

Tempi di incasso

Se hai consegnato un tuo assegno oggi e pensi che il tuo creditore possa andare a incassarlo oggi stesso o al massimo domani, allora in circa tre giorni lavorativi, al massimo quattro, vedrai la somma decurtata dal tuo conto corrente postale.

Esempio

Il 1° maggio emetti un assegno di 1.000 euro a Tizio, che decide di incassarlo il giorno stesso. Entro il 3 o il 4 maggio quindi, i 1.000 euro saranno scalati dal saldo del tuo conto corrente. Se il 3 e il 4 maggio sono sabato e domenica, allora la somma sarà decurtata probabilmente il lunedi.

Liberatoria

Se hai commesso un errore, ma non così grave da non potervi porre rimedio, puoi accordarti con il tuo creditore e pagarlo in altro modo, per esempio con un bonifico, oppure in contanti. ricorda però di farti rilasciare dal creditore la quietanza liberatoria.

Si tratta di una ricevuta in cui il creditore attesta di aver ricevuto da te quanto gli spettava e di non aver più nulla da pretendere nei tuoi confronti. La quietanza é di fondamentale importanza: evita che il tuo assegno sia protestato! Una volta ricevuta la quietanza quindi, consegnala anche alla tua banca, per dimostrare di aver onorato i tuoi impegni.

Attenzione

Per comprovare di aver onorato i tuoi debiti e scongiurare il protesto, non attendere troppo: consegna la liberatoria in banca non oltre 60 giorni dal termine di presentazione dell’assegno medesimo.