Il sistema sanitario italiano, seppur sia eccellente sotto tanti punti di vista, presenta anche delle lacune: attese interminabili e prestazioni non sempre garantite ovunque rappresentano alcuni esempi. Ecco perché a volte si opta per una struttura privata, soprattutto per le visite mediche specialistiche, ma non solo.

In questa guida completa sull’assistenza sanitaria integrativa ti spiego cos’è e come funziona, cosa significa, quando è obbligatoria per il datore di lavoro, l’elenco dei fondi a iscrizione obbligatoria per ogni CCNL e per i dipendenti pubblici, i vantaggi per il dipendente e per l’azienda, infine le caratteristiche di deducibilità e detraibilità del premio pagato al fondo.

Cos’è e come funziona

L’assistenza sanitaria integrativa è una forma di assistenza sanitaria diversa da quella pubblica, che solitamente la affianca. Sempre più persone infatti, decidono di non accontentarsi della sanità pubblica e di stipulare anche polizze private che assicurino cure mediche, ma anche semplici visite specialistiche al bisogno.

Gli stessi datori di lavoro attualmente, stipulano ai propri dipendenti dei contratti di assistenza. Sono gli stessi CCNL a prevedere l’obbligo di iscrizione per i lavoratori, come vedremo nei prossimi paragrafi.

Cosa significa

Si chiama assistenza sanitaria integrativa proprio perché è complementare quella pubblica, a cui tutti hanno diritto. Quindi anche se stipuli una polizza privata, non significa che rinunci all’assistenza pubblica. Puoi avvalerti di entrambe.

All’assistenza sanitaria integrativa può ricorrere sia la persona singola, stipulando una polizza privata con una compagnia, sia una collettività, per esempio quando il proprio CCNL prevede l’iscrizione del lavoratore a un organismo di assistenza sanitaria. Sempre più sono le aziende che, come benefit, offrono ai propri dipendenti anche l’iscrizione a un fondo sanitario, che li copre per le spese mediche, odontoiatriche, ospedaliere.

Obbligatoria

Se un’azienda datrice di lavoro stipula un contratto facendo riferimento a un determinato CCNL, allora deve iscrivere il suo dipendente al fondo salute previsto dal CCNL di riferimento. Poco conta che l’azienda sia iscritta o meno a un’associazione stipulante quel CCNL, il semplice fatto di usare quel CCNL per il contratto individuale, la obbliga a iscrivere il dipendente (Tribunale di Torino, sentenza del 15 gennaio 2013).

Proprio il Tribunale di Torino, ha obbligato un’azienda a risarcire i suoi dipendenti, per non averli iscritti ai fondi salute previsti dal CCNL. Il risarcimento è stato pari all’importo che i dipendenti avrebbero ottenuto dal fondo qualora fossero stati iscritti.

Quindi, supponiamo che un dipendente abbia sostenuto 4.000 euro di spese mediche. Se fosse stato iscritto a un fondo avrebbe ottenuto un rimborso di, per esempio 2.500 euro. In questo caso il dipendente ha diritto a un risarcimento pari a 2.500 euro, ossia la somma che avrebbe risparmiato grazie all’iscrizione al fondo, obbligatorio per quel CCNL.

Elenco fondi

Ogni CCNL ha uno o più fondi sanitari a cui può iscrivere i propri lavoratori. Ecco l’elenco fondi assistenza sanitaria integrativa per ogni CCNL:

  • CCNL Agricoltura: FIA; FIDA (per gli allevatori);
  • CCNL Alimentare: FONSAP; FASA;
  • CCNL Artigianato: SAN.ARTI;
  • CCNL Chimico farmaceutico: FASCHIM;
  • CCNL Edilizia: ALTEA;
  • CCNL Elettrici: FASG&P;
  • CCNL Grafici: Salute Sempre;
  • CCNL Legno: ALTEA;
  • CCNL Metalmeccano: METASALUTE;
  • CCNL Telecomunicazioni: Fondo TLC;
  • CCNL Terziario e Servizi: Fondo EST;
  • CCNL Commercio: Fondo EST;
  • CCNL Turismo: Fondo EST;
  • CCNL Tessile: SANIMODA;
  • CCNL Trasporto: SANILOG.

Dipendenti pubblici

Il fondo sanitario integrativo per i dipendenti pubblici è l’ASDEP (Assistenza Sanitaria Dipendenti degli Enti Pubblici). Dunque si avvalgono delle sue prestazioni insegnanti, dipendenti di enti locali, ecc.

L’ASPEP assicura agli iscritti i seguenti vantaggi:

  • Trattamenti sanitari presso strutture private o convenzionate;
  • Rimborso di una parte dei costi pagati anche presso strutture convenzionate;
  • Rimborso del ticket pagato presso strutture pubbliche;
  • Assistenza alle dipendenti pubbliche in gravidanza, fino al parto;
  • Indennità per i giorni passati in ricovero ospedaliero;
  • Indennizzo in caso di premorienza del dipendente, in modo da aiutare i familiari superstiti;
  • Long term care, ossia assistenza a lungo termine in caso di malattie/traumi/incidenti che rendono il dipendente non autosufficiente.

Aziendale

Anche le aziende private sono sempre più propense a offrire ai propri dipendenti dei benefit, dei vantaggi per il semplice fatto di lavorare per l’azienda. Questi vantaggi prendono il nome di “welfare aziendale“, ossia strumenti che aumentano il benessere dei lavoratori, non solo durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, ma in tutta la loro vita privata.

Tipico esempio di welfare aziendale è proprio l’iscrizione dei dipendenti a un fondo sanitario integrativo. Di solito il fondo funziona così: il dipendente che deve fare una visita medica, al posto di rivolgersi al servizio sanitario pubblico, si rivolge al fondo sanitario e, tramite questo, prenota una visita privata. Rappresenta un’ottima opportunità per due motivi:

  1. Tempo. Purtroppo si sa che il servizio sanitario nazionale è molto lento e che una visita specialistica a volte richiede un’attesa di mesi. Grazie al fondo sanitario, il dipendente può rivolgersi alle strutture aderenti al fondo, strutture private e che solitamente hanno disponibilità immediata o quasi, essendo appunto private.
  2. Risparmio. Non solo il dipendente ci guadagna in termini di tempo, ma anche di denaro: il fondo infatti permette di usufruire di servizi privati allo stesso costo, più o meno, di un ticket. Oppure prevede il pagamento del prezzo pieno alla struttura e poi il fondo rimborsa la differenza, tramite accredito su conto corrente.

Gli strumenti di welfare aziendale offrono alle imprese un’opportunità per rendere più felici e soddisfatti i propri dipendenti e, allo stesso tempo, per ottimizzare i costi interni. Infatti i vantaggi non sono solo per il dipendente, ma anche per l’impresa.

Vantaggi

L’iscrizione del dipendente a un fondo assistenza sanitaria integrativa ha vantaggi non solo per il lavoratore stesso, ma anche per l’azienda. Ecco di seguito quali.

Vantaggi per l’azienda:

  • Il premio non compare nella retribuzione del lavoratore, quindi non comporta il pagamento di oneri sociali;
  • L’unico costo che l’azienda deve sostenere è il contributo di solidarietà INPS, pari al 10%;
  • L’azienda può dedurre, dal reddito di impresa, il premio pagato al fondo.

Vantaggi per il dipendente:

  • Può avvalersi di un sistema sanitario alternativo rispetto a quello pubblico;
  • Ci guadagna in termini di tempo, visto che a volte i tempi per una visita nei centri pubblici sono biblici, mentre con i centri privati si riducono moltissimo;
  • Ottiene un rimborso delle spese sanitarie, oppure uno sconto direttamente sulla ricevuta.

Dunque, da un lato l’azienda risparmia e premia i suoi dipendenti con un servizio importante come quello sanitario. Dall’altro, il dipendente può avvalersi di strutture private, pagando un prezzo molto ridotto.

Deducibilità

Il lavoratore usufruisce di due benefici fiscali sui premi versati a un fondo sanitario integrativo:

  1. Deducibilità. I premi si possono dedurre dal reddito fino a una spesa di 3.615,20 euro;
  2. Detraibilità IRPEF. Può dedurre dall’IRPEF il 19% delle spese non coperte dal fondo, nella misura del 19% e con una franchigia di 129,11 euro.

Vediamo meglio con un esempio concreto.

Esempio

In qualità di lavoratore dipendente, quest’anno hai versato 1.900 euro a un fondo sanitario privato e hai avuto 6.000 euro di spese mediche, di cui il fondo te ne ha rimborsato 3.500. Quindi, grazie al fondo, hai sostenuto realmente solo 2.500 euro di spese mediche (6.000 – 3.500 euro rimborsati).

Non superi il limite di 3.615,20 euro, infatti quest’anno hai versato solo 1.900 euro di premi al fondo, quindi puoi:

  1. Dedurre dal tuo reddito imponibile i 1.900 euro, ossia i premi versati al fondo;
  2. Detrarre dall’IRPEF le 2.500 euro non rimborsate dal fondo. Il rimborso IRPEF sarà pari al 19% di (2.500 – 129,11 ->franchigia) = 19% di 2.370,89 euro => 450,46 euro è il rimborso IRPEF a cui hai diritto.

Per ottenere questo rimborso IRPEF, devi fare la dichiarazione dei redditi, ossia presentare il modello 730 tramite commercialista o CAF.

Attenzione

È chiaro che, se non hai versato alcun premio al fondo sanitario, perché completamente a carico dell’azienda, allora non deduci nulla. Però continui a beneficiare della detrazione IRPEF sulle spese non rimborsate dal fondo, come nell’esempio appena esposto.