Con il termine “Brexit” si fa riferimento al significato che una volta era stato coniato per la Grecia (“Grexit”) e sta a significare “l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea”. Come sappiano la Gran Bretagna (tranne l’Irlanda) non è mai voluta entrare nell’eurozona e quindi hanno continuato ad adottare la sterlina. Ciò nonostante, pur non avendo adottato l’euro, fanno però parte dell’Unione Europea e quindi ne condividono gli impegni.
Ma cosa succederebbe se la Gran Bretagna uscisse dall’Europa, cosa succederebbe per gli italiani che si trovano già lì e che sono più di mezzo milione? E per quelli che sono ancora in Italia e vorrebbero trasferirsi lì?
Ha risposto a queste domande direttamente l’ambasciatore italiano in Gran Bretagna, Pasquale Terracciano intervistato dai microfoni di “La Repubblica”. L’ambasciatore rassicura tutti gli italiani che si trovano già in Bretagna: non dovrebbero esserci conseguenze per chi è già residente.
Questo perchè in seguito all’uscita di Londra dall’UE, passeranno almeno un paio d’anni per dirimere tutte le questioni burocratiche causate da tale evento. Questioni burocratiche che sicuramente partirebbero dalla salvaguardia dei diritti acquisiti: gli italiani già residenti in Bretagna sarebbero autorizzati a rimanerci.
L’ipotesi più plausibile è che ricevano un permesso di residenza indeterminato se pur, forse, con qualche richiesta burocratica in più, come per esempio la conferma della propria residenza ogni anno o tot anni, ma nulla di più. I diritti acquisiti non si toccano e la salvaguarda di chi è già nello stato sarebbe prioritaria.
Cosa succederebbe invece per chi è ancora in Italia ma prevede di trasferirsi in Gran Bretagna in futuro? Saranno bloccati gli ingressi? Assolutamente non bisogna lasciarsi trasportare dall’immaginare conseguenze così catastrofiche! Semplicemente tutto funzionerebbe così come funziona già ora per gli italiani che emigrano in nazioni Extra UE.
Quindi, è molto probabile che un italiano che voglia lavorare a Londra o in altre zone della Gran Bretagna, debba prima “premunirsi” di un contratto di lavoro e poi stabilirsi a Londra. L’alternativa, sarebbe quella di andare a Londra da turisti (e qui ovviamente non ci sono limiti, se non quelli temporali) e cercare lavoro. Una volta trovato lavoro, occorrerà trasformare il proprio status da turista in residente, con le procedure che verrebbero previste per tali casi.
Nessun cambiamento anche per gli italiani già a Londra che usufruiscono di agevolazioni o benefici (avendo un reddito minimo). Anche in questo caso i diritti acquisiti non dovrebbero essere toccati, anche perchè, come precisa l’ambasciatore, gli italiani che attualmente usufruiscono di questi aiuti (si tratta di assegni familiari o alloggi popolari), sono molto pochi.