Quando sei chiamato a fare una dichiarazione dinanzi alle autorità, devi farla in buona fede: se accusi qualcuno di aver commesso un reato, pur sapendo che questa persona è innocente, rischi di essere perseguito per il reato di calunnia.

In questa guida completa sul reato di calunnia ti spiego cos’è e il significato del termine, la differenza tra calunnia e diffamazione, la procedibilità (quando è procedibile d’ufficio), come è possibile ottenere un risarcimento danni se sei stato vittima di calunnia e infine i termini di prescrizione previsti.

Cos’è e significato

La calunnia è una falsa diceria intenzionata a denigrare la reputazione altrui. Affinché si parli calunnia, occorrono tre presupposti:

  1. Falsità. L’argomento di cui si parla deve essere falso, infondato, non veritiero;
  2. Consapevolezza. Chi calunnia, è consapevole di dire una menzogna;
  3. Danneggiamento della reputazione altrui. La calunnia è tale da denigrare la morale o la reputazione della vittima.

Reato

La calunnia rappresenta un reato, quindi un illecito di carattere penale, quando una persona, dinanzi alle autorità:

  • Incolpa un’altra di aver commesso un reato, pur sapendo che non è vero;
  • Oppure simula a carico di una persona, delle tracce, per far pensare alle autorità che abbia compiuto un reato.

Se quindi un soggetto, per esempio davanti a un giudice, in tribunale, accusa un’altra persona di aver commesso un reato pur sapendo che non è vero, sta compiendo una calunnia.

Ai sensi dell’articolo 368 del codice penale, chiunque denuncia una persona o la incolpa di un reato pur sapendo che è innocente, oppure simula un reato a suo carico, rischia da due a tre anni di carcere. Per fatti più gravi, la reclusione arriva fino a dodici anni.

Procedibilità

Il reato di calunnia è procedibile d’ufficio. Significa che, appena la pubblica autorità ne ravvisa il reato, intraprende automaticamente una procedura giudiziaria verso chi ha commesso la calunnia, anche senza che la persona offesa sporga querela.

La calunnia rappresenta infatti un reato grave, procedibile dunque d’ufficio. A differenza di reati meno gravi, laddove per instaurare una causa in tribunale occorre la querela della persona offesa. In caso di calunnia, non c’è bisogno neanche della querela: il tribunale fa partire in automatico una procedura giudiziaria.

Diffamazione

Non bisogna confondere la calunnia con la diffamazione. Si tratta infatti di due situazioni diverse. Vediamo quali sono le differenze:

  • La calunnia è una menzogna con cui una persona, dinanzi alle autorità, attribuisce un reato a un altro, o simula il compimento di reato da parte di un’altra persona, pur sapendo che è innocente;
  • La diffamazione è un’offesa alla reputazione di una persona, effettuata dinanzi a due o più persone, ma di nascosto del diretto interessato. Praticamente è il parlar male di qualcuno, alle spalle, senza dirlo in faccia all’interessato.

Si tratta quindi di due situazioni molto diverse. La calunnia si configura quando una persona accusa un’altra davanti a un’autorità, che può essere un giudice, oppure la polizia, oppure i carabinieri.

La diffamazione invece, si configura quando una persona parla male di un’altra, offendendone la reputazione, con altre persone (almeno due), quindi non occorre che ci sia un pubblico ufficiale ad ascoltare. La conversazione avviene tra comuni cittadini.

Altra differenza: con la calunnia, si accusa qualcuno di aver compiuto un reato, quindi un illecito penale. Con la diffamazione si offende la persona, per esempio con parole molto offensive oppure attribuendole situazioni imbarazzanti, vergognose, offensive. Che possono anche non essere reati.

Per esempio, rappresenta diffamazione e non calunnia, il parlar male di una persona con altre, dicendo che è una poco di buono, che è di “facili costumi”. In questo caso sta avvenendo una diffamazione, in quanto la “libertà amorosa” non rappresenta un reato, ma può essere offensivo attribuire questo modus vivendi a qualcuno.

Risarcimento danni

Una persona calunniata, ha diritto di essere risarcito:

  1. Sotto il profilo patrimoniale. Se per esempio un’accusa ti ha fatto spendere denaro, hai diritto alla restituzione di quanto speso. Per esempio: qualcuno ti ha accusato di aver commesso un reato e tu per difenderti hai dovuto pagare un avvocato. Hai diritto al risarcimento di queste somme spese per il legale.
  2. Sotto il profilo morale. Quando la calunnia denigra la tua persona, ti deprime dal punto di vista sociale, hai diritto un risarcimento, tanto più alto quanto più grave è la calunnia.

Il risarcimento patrimoniale è abbastanza semplice da calcolare: il giudice somma le spese che hai sostenuto a causa della calunnia e decreta che l’imputato ti risarcisca per quella somma. Per quanto riguarda il risarcimento morale, il discorso è un po’ più complicato.

Il danno morale non è sempre immediatamente e facilmente quantificabile: il giudice stabilisce l’importo del risarcimento in base al caso concreto, alla gravità della calunnia e agli effetti che questa ha avuto sulla reputazione della vittima.

Se quindi una persona ti ha calunniato e hai deciso di chiedere il risarcimento dei danni, è importante provare che questa persona sapeva di calunniarti. Il presupposto fondamentale della calunnia infatti, è che l’autore della stessa sia a conoscenza della tua innocenza. Che agisca in mala fede.

Attenzione

Se quella persona si è espressa sul tuo conto, ma lo ha fatto in buona fede, allora non si può parlare di calunnia e non hai diritto al risarcimento dei danni.

Prescrizione

Anche il reato di calunnia ha un termine: se una persona calunnia un’altra e passa troppo tempo, il reato di calunnia si estingue. Facciamo un esempio concreto: supponiamo che un soggetto commetta calunnia, viene accertata la calunnia e il soggetto condannato in primo e secondo grado.

Manca solo il terzo grado di giudizio (ossia la Cassazione). Se il termine di prescrizione della calunnia arriva prima della sentenza di terzo grado, il reato si estingue, quindi l’imputato non viene più punito con la reclusione! Il tribunale non può più sentenziare, in quanto il reato si è prescritto.

Il termine di prescrizione per il reato di calunnia è di sei anni.

Il termine può arrivare fino a sette anni e sei mesi in caso di:

  • Atti processuali che interrompono la prescrizione;
  • Fatto aggravato come sancito nel co. 3 dell’art. 368 c.p..

In caso di calunnie in forma aggravata, il termine di prescrizione può raggiungere persino venticinque anni.

Attenzione

Prescrizione del reato significa che il reo non rischia più il carcere. Ma, se la vittima di calunnia si è costituita parte civile per l’ottenimento dei risarcimento danni, questo gli spetta anche in caso di decorso del termine. La prescrizione quindi, “salva” il reo dalla reclusione, ma non dal dover risarcire la vittima.