Con la riforma del condominio (legge 21 febbraio 2014, n. 9), molte cose sono cambiate: sono stati sanciti precisi requisiti che deve possedere il soggetto affinchè possa esercitare l’attività di condominio. Quindi, alla luce della recente riforma, chi può fare l’amministratore di condominio, quali sono i suoi doveri e compiti nei confronti dei condòmini? Qual é il compenso spettante e, qualora fosse necessario, come revocarlo e sostituirlo?

Di seguito spiegheremo in maniera semplice e chiara, quali sono i requisiti che devono essere rispettati dall’amministratore, sia che si tratti di amministratore esterno, sia che si tratti di amministratore interno (ossia nominato tra i vari condòmini).

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Chi può essere nominato amministratore di condominio

L’amministratore di condominio, deve:
1) godere pienamente dei diritti civili;
2) non essere interdetto o inabilitato;
3) non essere presente nell’elenco dei protesti cambiari;
4) non aver subìto condanne contro la pubblica amministrazione e il patrimonio;
5) non aver subìto condanne di reclusione e non essere stato sottoposto a misure di prevenzione definitive;
6) possedere un diploma di scuola secondaria di secondo grado;
7) aver frequentato uno specifico corso di formazione di amministrazione condominiale.

Se l’amministratore é nominato tra i condòmini, i requisiti 6 e 7 non sono obbligatori (non sono quindi necessari il diploma e un corso di formazione).

Per chi ha svolto finora attività di amministrazione di condominio per almeno un anno nei tre anni precedenti all’entrata in vigore della riforma, non sono obbligatori i requisiti 6 e 7, fermo restando l’obbligo di formazione periodica.

L’attività di amministrazione condominiale può essere svolta anche da società in nome collettivo (snc), società in accomandita semplice (sas), le società per azioni (spa), le società in accomandita per azioni (sapa), le società a responsabilità limitata (srl). In tali casi i requisiti di cui sopra devono essere posseduti dai soci illimitatamente responsabili o dagli amministratori.

Fonti: legge 23 dicembre 2013, n. 145; legge 21 febbraio 2014, n. 9