A partire dal 2019, le imprese sono obbligate ad emettere fattura elettronica, ossia un sistema di fatturazione che passa attraverso l’Agenzia delle Entrate, affinché possa effettuare i dovuti controlli formali. Dopo il controllo, l’Agenzia si occupa di inviare la fattura al cliente, tu non devi fare nulla.

In questa guida completa sul codice destinatario fattura elettronica ti spiego cos’è, come funziona e a cosa serve, chi lo fornisce e come farne richiesta, come funziona il codice per le imprese, per i privati e per la pubblica amministrazione, quando va usato quello con 7 zeri ed infine come comunicarlo ai fornitori e all’Agenzia delle Entrate.

Cos’è e a cosa serve

Per capire bene cos’è e a cosa serve il codice univoco destinatario, innanzitutto devi sapere cos’è di preciso una fattura elettronica. Una fattura si dice elettronica non perché semplicemente la redigi in formato pdf o altro formato al computer, ma perché prima di arrivare al destinatario passa dall’Agenzia delle Entrate che effettua alcuni controlli formali.

Per far passare la fattura elettronica dall’Agenzia delle Entrate, devi inviarla al SDI (sistema di interscambio) ossia devi inviarla esclusivamente attraverso uno di questi metodi:

  1. PEC, posta elettronica certificata;
  2. Codice univoco destinatario, ossia un codice alfanumerico composto da 7 cifre.

Sia la PEC che il codice univoco, non sono altro che indirizzi precisi del tuo destinatario, quindi devi chiederli (uno dei due) al destinatario al momento in cui redigi la fattura. Il destinatario ti comunica quindi o la sua PEC oppure il suo codice univoco. Lo stesso devi fare tu se qualcuno deve farti una fattura: devi dargli il tuo “indirizzo” ossia la Pec o il codice univoco. Il codice univoco serve quindi per inviare e ricevere le fatture elettroniche.

Codice destinatario o PEC sono obbligatori, perché se un’azienda che deve farti fattura te li chiede, devi fornirglieli (o l’uno o l’altro) in modo che possa emettere regolare fattura elettronica.

Meglio codice destinatario o PEC

Sicuramente ti stai ponendo questa domanda. Se sei una piccola azienda che ha poche fatture da gestire al mese, allora va benissimo la PEC: i tuoi fornitori ti invieranno la fattura via PEC. Se invece gestisci molte fatture al mese, allora è sicuramente meglio il codice univoco. Ti spiego subito perché.

Il codice univoco di solito lo forniscono le aziende che vendono software di contabilità. Se quindi hai già un software di contabilità, allora chiedi al servizio clienti il tuo codice univoco, in modo da poterlo dare ai tuoi fornitori. Se invece ancora non hai un software di contabilità, allora scegli quello che più risponde alle tue esigenze: alla sottoscrizione del contratto ottieni anche il codice univoco da comunicare ai tuoi fornitori.

Chi lo fornisce

Come ti ho accennato nel paragrafo precedente, puoi chiedere il codice univo destinatario direttamente all’azienda che ti fornisce il programma di contabilità. In questo modo ottieni il tuo codice destinatario, glielo comunichi ai tuoi fornitori in modo che lo salvino e quindi ogni volta che emettono una fattura per te lo inviano a quell’indirizzo.

L’aspetto interessante è che, siccome il codice univoco te lo ha dato l’azienda di contabilità, allora la fattura elettronica ti arriverà direttamente nel tuo software di contabilità, quindi già contabilizzato e sistemato! Quindi se ancora non hai un programma online di contabilità, cerca tra le tante aziende che ne forniscono uno e stipula un abbonamento.

Richiesta

Se hai dei fornitori obbligati al rilascio della fattura elettronica, prima o poi ti chiederanno la PEC oppure il tuo codice univoco, quindi meglio giocare d’anticipo ed essere già pronto all’evenienza.

Come ottenerlo

Puoi chiedere il tuo codice univoco destinatario a scelta a uno di questi soggetti:

  1. Direttamente all’Agenzia delle Entrate, tramite il sito FatturaPA. Puoi chiederlo solo se sei già accreditato presso il SDI di fatturazione elettronica (lo sei se hai già avuto modo di inviare fatture elettroniche alla Pubblica Amministrazione, perché alla PA era già obbligatorio inviarle in formato elettronico). Se non sei accreditato, puoi accreditarti ora, cliccando su Strumenti (in alto a destra) e poi su Gestire il canale (in basso a sinistra).
  2. All’azienda che ti fornisce il software di contabilità online. Queste aziende difatti, spesso sono già accreditate al SDI e quindi possono fornirti il tuo codice univoco: non devi far altro che chiederglielo! Questa è la scelta preferita, soprattutto perché le aziende che hanno parecchie fatture da gestire si affidano quasi sempre a dei programmi di contabilità acquistati da terzi.

Privati

In passato era obbligatorio fare fattura elettronica soltanto alla Pubblica Amministrazione. Quindi, se il comune, la regione o una scuola erano tuoi clienti, dovevi emettere la fattura elettronica. Adesso le cose sono cambiate: la fattura elettronica è valida non solo se emetti fattura verso la PA, ma anche verso i privati, quindi nei rapporti.

  • B2B = Business to business, ossia tra imprese con partita IVA;
  • B2C = Business to consumer, ossia da imprese verso consumatori privati.

Soggetti esenti

Non sei obbligato ad emettere fattura elettronica se:

  1. Hai una partita IVA in regime forfettario;
  2. Hai una partita IVA in regime di vantaggio;
  3. Sei un piccolo produttore agricolo;
  4. Sei medico o farmacista.

Questi sono tutti soggetti esenti IVA, esonerati anche all’obbligo di fatturazione elettronica.

Attenzione

Sei esonerato tu dal fare fattura elettronica, quindi significa che ai tuoi clienti puoi rilasciare la classica fattura cartacea o in pdf. Ma se hai dei fornitori obbligati a emetterti fattura elettronica, allora tu devi comunicare loro il tuo codice univoco oppure la tua PEC, affinché possano adempiere al loro obbligo.

Privati senza partita IVA

Se un tuo cliente è un privato senza partita IVA, devi comunque emettere la fattura elettronica. Si tratta infatti di un’operazione B2C (Business to Consumer) ossia da Impresa a consumatore. In questo caso devi compilare la fattura elettronica come fai sempre, solo che devi ricordarti di inserire:

  • Il codice fiscale del privato;
  • Nel campo relativo al codice univoco devi semplicemente inserire 0000000 (sette zeri).

A questo punto il privato troverà la fattura nel suo cassetto fiscale, ossia il sito dell’Agenzia delle Entrate. Siccome però non si può obbligare un privato a registrarsi al cassetto fiscale né tanto meno a dover scaricare le fatture elettroniche da internet (almeno per ora…), allora sei obbligato tu a stampare la fattura anche in formato cartaceo e consegnargliela.

Ricapitolando, se hai un cliente privato senza partita IVA devi:

  1. Emettere fattura elettronica come fai normalmente, ricordando di inserire il codice fiscale e il codice univoco 0000000;
  2. Stampare una fattura anche in formato cartaceo e consegnarla al cliente.

Aziende

Nel momento in cui redigi una fattura elettronica, oltre ai classici dati (ditta cliente, quantità merce, ecc.) devi inserire anche l’indirizzo a cui spedirla che, come ti ho detto, può essere la PEC del tuo destinatario oppure il suo codice univoco. Ecco quali campi compilare:

  1. Codice destinatario, devi inserire il codice destinatario del tuo cliente. Il codice è composto da 7 cifre se è un privato, mentre da 6 cifre se è una Pubblica Amministrazione;
  2. PEC, se il cliente ti ha chiesto di inviargli la e-fattura via PEC, allora devi compilare questo campo inserendo appunto l’indirizzo email. Oltre a compilare il campo PEC, devi compilare anche il campo Codice destinatario, inserendo il valore 0000000 (7 zeri).

Fatture elettroniche alla Pubblica Amministrazione: codice univoco ufficio e codice IPA sono la stessa cosa

Quando fatturi a un ente della Pubblica Amministrazione, il codice univoco destinatario si chiama CUU (Codice Univoco Ufficio) ed è composto da 6 o 7 cifre. Tale codice è necessario sia per emettere la fattura elettronica che per inviarla all’ente.

Per conoscere il CUU di un ente non occorre perdere tempo in email oppure chiamate dirette agli uffici: trovi tutti i CUU sul portale IPA (Indice Pubblica Amministrazione). Nella barra di ricerca devi inserire il nome dell’ufficio di cui cerchi il CUU, per esempio “Comune di Milano” e cliccare su Cerca. Tra le informazioni disponibili trovi anche il codice IPA, che sarebbe il CUU. Non hannoalcuna differenza: alcuni lo chiamano CUU e altri codice IPA.

Con 7 zeri

Il codice univoco è quindi molto importante. Quando compili una fattura, devi inserire l’indirizzo del tuo destinatario: l’indirizzo può essere una PEC oppure il codice univoco. Ci sono però dei casi in cui nel campo Codice Univoco devi inserire sette zeri. Nello specifico quando il tuo cliente:

  • Non ti ha fornito né una PEC né un codice univoco destinatario. A questo punto devi comunicare al tuo cliente che troverà la fattura accendendo al portale “Fatture e Corrispettivi” nella sezione “Consultazione”;
  • È un privato. In questo caso il tuo cliente non ha partita IVA e non è obbligato ad avere un codice univoco. Può scaricare la fattura dal suo cassetto fiscale, se vuole, ma tu devi comunque fornirgli la copia stampata. Non puoi obbligarlo a scaricarla da solo dal cassetto fiscale, perché magari non è neanche registrato e non ha intenzione di registrarsi.

Come comunicarlo

Molti imprenditori si sono affrettati a comunicare il codice univoco ai propri fornitori. In realtà non è obbligatorio fornirlo, perché se non lo fornisci la fattura elettronica emessa dal fornitore puoi comunque scaricarla dall’apposita sezione del sito Fatture e Corrispettivi dell’Agenzia delle Entrate (a cui devi registrarti, altrimenti non puoi accedere).

Alla luce di ciò, la cosa migliore da fare è quella di comunicare ai fornitori il tuo codice univoco in modo da ricevere tutte le fattura dove vuoi tu, ossia sul tuo gestionale di contabilità. Le riceverai comunque anche sul sito Fatture e Corrispettivi, quindi sia all’indirizzo da te designato che sul sito dell’Agenzia.

La cosa importantissima che devi fare è un’altra: devi registrare il tuo codice destinatario sul sito dell’Agenzia delle Entrate, altrimenti anche se i tuoi fornitori ti mandano la fattura lì, non la ricevi, perché appunto non hai registrato l’indirizzo sul sito dell’Agenzia! Le fatture quindi non ti arrivano, ma puoi comunque scaricarle sempre dal Portale Fatture e Corrispettivi.

Quindi ora vediamo come registrare il tuo codice univoco sul sito dell’Agenzia delle Entrate:

  1. Vai sul sito Fatture e Corrispettivi dell’Agenzia delle Entrate e loggati (le credenziali sono le stesse del tuo Cassetto Fiscale; se non sei mai entrato e non hai le credenziali, puoi chiederle direttamente online oppure farti aiutare dal tuo commercialista);
  2. Adesso effettua la registrazione del tuo indirizzo (che può essere la tua PEC o il codice Univoco) cliccando su Registrazione dell’indirizzo su cui ricevere le tue fatture elettroniche e quindi salva l’operazione:

In questo modo ogni volta che un fornitore ti invia la fattura, sei sicuro di riceverla sull’indirizzo che desideri e che hai registrato sul sito Fatture e Corrispettivi.