Hai sbagliato a fare la dichiarazione dei redditi (che sia online o cartacea) e vorresti rimediare a questi errori? Hai portato in deduzione o in detrazione Irpef delle spese non dovute? Correggere la dichiarazione dei redditi (nello specifico il Modello Unico o il 730), é possibile, grazie al principio di emendabilità della dichiarazione, che consente appunto la correzione di errori o omissioni.

Quindi come correggere la dichiarazione dei redditi errata da soli? Sia in caso di omissioni, che di errori, é possibile correggere la dichiarazione:

prima della scadenza prevista per la presentazione della dichiarazione stessa (in questo caso dovrà essere presentata la cosiddetta “dichiarazione correttiva”), in caso di dichiarazione già consegnata o trasmessa;
dopo la scadenza suddetta (in questo caso dovrà essere presentata la cosiddetta “dichiarazione integrativa”).

Dichiarazione redditi

Supponiamo quindi che il termine ultimo per la presentazione della dichiarazione dei redditi sia il 30 settembre. Se ti accorgi di errori ed omissioni prima di questa data, dovrai presentate una dichiarazione correttiva, se superi questa data, dovrai presentare una dichiarazione integrativa.

Come presentarle per rimediare a omissioni/errori e regolarizzare la propria posizione fiscale

Dichiarazione correttiva: nella dichiarazione correttiva occorre riprodurre il contenuto della dichiarazione originaria, con le dovute correzioni. È necessario barrare la casella “Correttiva nei termini” che si trova sul rigo “Tipo di dichiarazione” collocato nella seconda facciata del frontespizio del Modello Unico. Se dalla correzione/integrazione si riscontra un maggior debito o minor credito da parte del contribuente, questi dovrà versare la maggiore imposta dovuta. In caso di credito o minore debito, si potrà chiedere un rimborso o la compensazione (usare il credito per diminuire altri debiti).

NB: in caso di dichiarazione correttiva (e quindi entro i termini per la presentazione della dichiarazione stessa) il contribuente non dovrà pagare alcuna sanzione.

Dichiarazione integrativa: in questo caso occorre redigere una dichiarazione integrativa utilizzando il modello di dichiarazione del periodo di imposta di cui si è sbagliata la dichiarazione. Se quindi, per esempio, hai sbagliato la dichiarazione del 2013, dovrai usare il Modello 2013; se hai sbagliato la dichiarazione del 2014, dovrai usare il Modello 2014, etc. Anche in questo caso occorrerà barrare la casella “Dichiarazione integrativa”. Con la dichiarazione integrativa bisogna distinguere due casi:

1. Rettifica a credito del contribuente: quando risultano crediti o minori debiti a favore del contribuente. Se la rettifica avviene entro la scadenza per la presentazione della dichiarazione dell’anno successivo (cosiddetto ravvedimento operoso) non si applicano le sanzioni e il credito risultante può essere richiesto in compensazione. Se la rettifica avviene dopo il termine suddetto non si potrà più presentare la dichiarazione integrativa, ma una specifica istanza di rimborso (l’istanza dovrà essere presentata entro 48 mesi dal versamento).

2. Rettifica a debito del contribuente: se la rettifica interviene entro i limiti del ravvedimento operoso (quindi entro la scadenza per la presentazione della dichiarazione dell’anno successivo) sono previste delle sanzioni ridotte che variano in base al tipo di errore. Oltre questo termine, saranno applicate le sanzioni in misura intera.

Entro quanto si possono fare integrazioni/correzioni relative all’IVA?

Una sentenza della Corte Cassazione del 02/03/2004, n. 4236, ha sancito che il termine ragionevole per l’emendabilità della dichiarazione é pari a 4 anni.