Da lordo a netto

Importo lordo (€)

Ritenuta d'acconto (€)

Importo netto (€)

Da netto a lordo

Importo netto (€)

Ritenuta d'acconto (€)

Importo lordo (€)

La ritenuta d’acconto è un’imposta che grava sui lavoratori autonomi: a versarla però è il committente, ossia colui che commissiona il datore di lavoro. Il lavoratore autonomo deve solo emettere la ricevuta indicante lordo, ritenuta e netto e ricevere il pagamento: deve quindi procedere a calcolare questi importi.

Grazie a questo calcolatore puoi effettuare il calcolo della ritenuta d’acconto online in due modi semplici: dal lordo al netto oppure dal netto al lordo. Da ora in poi non hai più bisogno di scervellarti da solo con la calcolatrice.

Cos’è

La ritenuta d’acconto è un’imposta che grava sul compenso di un lavoratore autonomo. L’imposta però, non la versa il professionista, bensì il committente, il “datore di lavoro” (le virgolette sono d’obbligo, perché chi ha una partita IVA non ha datori di lavoro, piuttosto ha dei committenti).

La ritenuta d’acconto è pari al 20%.

Esempio

Supponiamo per esempio che tu sia un grafico che al momento lavora in proprio e senza partita IVA. Puoi emettere une ricevuta con ritenuta d’acconto. In questa ricevuta ci sono:

  • I tuoi dati anagrafici;
  • I dati del tuo cliente;
  • La descrizione della prestazione lavorativa;
  • Il costo della prestazione;
  • La ritenuta d’acconto;
  • il totale da versare.

Facciamo un esempio concreto: hai effettuato una prestazione lavorativa per 1.000 euro. Emetti dunque una ricevuta dove:

  • 1.000 euro è il costo della prestazione;
  • 200 è la ritenuta d’acconto;
  • 800 è l’importo netto che percepisci.

I 200 euro di ritenuta d’acconto non li versi tu al fisco, bensì il committente: egli infatti funge da sostituto di imposta, ossia colui che versa le imposte al fisco al posto tuo, per tuo nome e conto. L’anno prossimo poi, il committente ti consegnerà la certificazione unica dei redditi, ossia il documento che indica tutti i versamenti al fisco che ha fatto per tuo conto (la somma di tutte le eventuali ritenute d’acconto versate)

Il sostituto d’imposta può essere un soggetto pubblico oppure privato, dunque anche la Pubblica Amministrazione può essere sostituto di imposta, così come i soggetti privati quali imprese, società, associazioni, etc.

Formula

Calcolare la ritenuta d’acconto è abbastanza semplice: si tratta di calcolare il 20%. Ma se è abbastanza semplice calcolare la ritenuta partendo dal lordo, un po’ più complicato è invece calcolarla dal netto.

Supponiamo infatti che tu, in qualità di professionista, decida il tuo compenso proprio in base al netto. Per esempio, per il tuo lavoro desideri farti pagare un netto di 1.200 euro. Devi emettere ricevuta al tuo cliente, dunque calcolare la ritenuta e il lordo, partendo appunto dal netto pari a 1.200 euro. Devi quindi fare uno scorporo della ritenuta a partire dal lordo.

Se invece parti dal lordo è semplicissimo. Supponiamo che tu decida di farti pagare 1.200 euro lordi. La ritenuta d’acconto è pari al 20% di 1.200, ossia 240 euro. Non devi fare alcuno scorporo, solo calcolare la percentuale.

Ecco di seguito due calcolatori online, che ti permettono di calcolare la ritenuta d’acconto sul lordo, oppure a partire dal netto.

Online

Cosa succede dopo

Una volta emessa la ricevuta, il tuo committente versa la ritenuta d’acconto all’Agenzia delle Entrate, il netto invece lo paga a te. La ritenuta che ha versato, rappresenta un anticipo delle tasse che devi pagare all’Agenzia delle Entrate. Ecco perché si chiamo ritenuta d’acconto, perché è appunto un acconto delle tasse che dovrai calcolare e pagare alla fine dell’anno.

Al 31 dicembre infatti, avrai un quadro completo dei tuoi redditi, delle tue entrate, quindi dovrai calcolare le imposta dovute (IRPEF – Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), attraverso la dichiarazione dei redditi. Nella dichiarazione, potrai considerare la ritenuta d’acconto già versata: se quindi devi pagare per esempio 800 euro di imposte e ne hai già versati 200, dovrai pagare solo 600 euro di differenza.

Chi è tenuto a versarla

La ritenuta d’acconto si calcola sui compensi per lavoro autonomo.

Versamento tramite F24

Il committente (datore di lavoro), che come detto prima funge da sostituto di imposta, non versa subito l’imposta all’Agenzia delle Entrate, ma il 16 del mese successivo al pagamento della ricevuta. Se quindi per esempio paga la ricevuta a maggio, deve versare la ritenuta al fisco entro il mese di giugno, entro il 16 precisamente. Se il 16 è festivo, può versarla entro il giorno lavorativo successivo.

Per versare la ritenuta d’acconto al fisco, il committente usa il modello F24 e il versamento si fa online, tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate. Il codice tributo attribuito alla ritenuta d’acconto e da inserire nel mo0dello F24 è 1040.

Ritardo o omesso versamento

Il committente (sostituto di imposta) che percepisce la ritenuta d’acconto, è tenuto a trattenerla nel momento in cui paga la ricevuta e a versarla al fisco entro la scadenza stabilita (entro il giorno 16 del mese successivo, come spiegato nei paragrafi precedenti).

Il sostituto d’imposta che non trattiene e versa la ritenuta, rischia una sanzione amministrativa che va dal 20 al 30% dell’importo non versato. Se l’omesso versamento supera 50.000 euro, l’illecito amministrativo diventa penale, diventa dunque un reato, punito con la reclusione da 6 mesi a 2 anni (art. 10 bis del D.Lgs. n. 74/2000.

Ravvedimento operoso

Il sostituto di imposta può sanare la sua posizione con il ravvedimento operoso, beneficiando di una riduzione delle sanzioni. Meno tempo è passato dalla scadenza fissata per il pagamento, minore è la sanzione da pagare. Prima si paga, meno sanzione si paga.

Per sanare l’irregolarità, si paga tramite F24:

  • Imposta dovuta;
  • Sanzione ridotta;
  • Interesse calcolato dal giorno della scadenza prefissata per il pagamento fino al giorno del versamento effettivo.