Al momento del matrimonio, i due coniugi possono scegliere tra due regimi patrimoniali:
- il regime di comunione dei beni;
- il regime di separazione dei beni.
Vediamo di seguito alcune informazioni importanti: quando si decide e quelli che potrebbero essere i vantaggi e gli svantaggi di una scelta piuttosto che dell’altra.
Quando si decide
Il regime patrimoniale cui opteranno i coniugi, ovviamente, non va deciso all’ultimo minuto, al momento del sì al comune oppure all’altare. Occorre deciderlo prima e comunicarlo alle autorità che si occuperanno di officiare le nozze.
Il regime scelto va quindi comunicato prima del giorno delle nozze, quando si fanno i documenti da portare in chiesa (per il matrimonio concordatario). Va dichiarato anche quando si fa la promessa di matrimonio in comune. E’ quindi molto importante conoscere prima tutti gli aspetti della scelta.
Va infine detto che, se i due coniugi non fanno una scelta, vige in automatico il regime di comunione dei beni.
Differenze
Ci sono molti aspetti da valutare nella differenziazione dei due regimi, ma si può riassumere che:
- con la separazione dei beni ogni coniuge è proprietario esclusivo dei beni comprati sia prima del matrimonio, sia dopo le nozze.
- Con la comunione dei beni invece, i beni comprati prima del matrimonio rimangono al singolo soggetto in via esclusiva, mentre diventano proprietà condivisa i beni acquistati, anche singolarmente, dopo il matrimonio.
I beni di cui si era titolari prima del matrimonio quindi, rimangono di proprietà esclusiva del singolo coniuge, sia in comunione che in separazione dei beni.
Pro e contro
Quello sui pro e i contro è no dei quesiti più richiesti negli studi notarili e le statistiche confermano che crescono sempre di più le coppie che optano per il regime di separazione dei beni, come segno inequivocabile di indipendenza economica reciproca dei coniugi.
Le motivazioni sono presto dette:
- Possibilità di acquisti comuni. Ai coniugi, anche se hanno optato per il regime di separazione dei beni, nulla impedisce di acquistare dei beni insieme: per esempio, possono tranquillamente acquistare e cointestare una casa.
- Nessuna conseguenza per la successione. Il regime adottato, vige fino a quando i coniugi rimangono in vita. Ciò significa che, alla morte di uno dei due, non si eredita di più o di meno in base al regime scelto, non incide assolutamente.
- Nessuna conseguenza per la pensione di reversibilità. Il regime scelto non tocca in alcun modo la reversibilità a cui avrebbe diritto il coniuge in vita.
Ma allora, cosa conviene fare? La risposta precisa potrà darla solo un notaio, di fronte alle precise situazioni economiche e patrimoniali dei due individui. Tuttavia, in linea generale, si può dire che la comunione va bene quando i due coniugi hanno una parità economica e patrimoniale e hanno un lavoro da dipendente entrambi.
Sarebbe invece preferibile il regime di separazione quando c’è una importante diversità economica tra i due individui, oppure quando uno dei due ha un’impresa o è libero professionista, per far si che, in caso di crisi dell’attività o addirittura fallimento, i beni dell’altro coniuge siano intoccabili.
Tra l’altro, ricordiamo infine che la scelta non è definitiva: anche dopo il matrimonio i due coniugi possono cambiare regime. Occorrerà però l’intervento di un notaio (e quindi affrontare le relative spese) e la modifica dovrà essere annotata a margine dell’atto di matrimonio.