Il Jobs Act del governo Renzi ha modificato il mercato del lavoro: in meglio o in peggio? Quali sono i pro e i contro del nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti? Cosa cambia rispetto al passato, soprattutto in materie di licenziamenti? Cosa sono queste tutele crescenti?
Il nuovo contratto a tutele crescenti si applica a tutti i lavoratori dipendenti assunti a partire dal 7 marzo 2015. Si applica ai neoassunti e ai “trasformati” (per chi per esempio passa da contratto a progetto a contratto a tempo indeterminato). Vediamo se e quanto conviene, quali sono i vantaggi e gli svantaggi.
Per i lavoratori neo assunti o trasformati dal 7 marzo 2015, si applica il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.
Per il disoccupato che si trova neoassunto, o per il lavoratore precario che finalmente viene confermato, ci sono degli indubbi vantaggi: un inquadramento precario ci guadagna in termini di:
- ferie;
- trattamenti di malattia;
- ammortizzatori sociali (disoccupazione, etc.).
Cosa cambia rispetto ai vecchi contratti a tempo indeterminato?
Con il nuovo contratto a tutele crescenti, le imprese potranno licenziare più facilmente rispetto a prima (ma neanche di tanto). In pratica, chi viene assunto dopo il 7 marzo 2015 e poi licenziato ingiustamente, non avrà diritto a essere reintegrato al proprio posto di lavoro, come prevedeva un tempo l’articolo 18. Nel caso in cui l’ex dipendente intentasse causa e la vincesse, avrà diritto solo a un risarcimento in denaro e non più al reintegro. Il risarcimento aumenta in base all’anzianità di servizio (da qui contratto a tutele “crescenti”)
La possibilità di reintegro rimane comunque in caso di licenziamento:
- discriminatorio (dovuti cioè a pregiudizi di tipo religioso, sessuale, politico, etc.);
- disciplinare legati a fatti che in realtà sono risultati inesistenti (se per esempio un dipendente viene licenziato per furto, ma poi quest’ultimo risulta solo una calunnia).
Analizzare i pro e i contro è utile per capire, alla luce di un’assunzione, a cosa si andrà incontro. Però non c’è scelta: non è certo il lavoratore che può decidere un vecchio indeterminato o un contratto a tutele crescenti. Purtroppo. Chi quindi viene assunto dopo il 7 marzo 2015, sarà sotto la nuova disciplina.