Hai deciso di smettere di lavorare e pagare i contributi volontari INPS in modo da maturare i requisiti per la pensione? Oppure lavori part time e vorresti aumentare la tua contribuzione in modo da coprire periodi scoperti? Sei una casalinga e vuoi assicurarti una pensione? In questi e altri casi puoi avvalerti della contribuzione volontaria.

In questa guida completa sui contributi volontari INPS ti spiego cosa sono, se puoi versare anche quelli mancanti retroattivi, qual è la convenienza, il costo da versare all’INPS attraverso una simulazione di calcolo, come fare domanda e poi il versamento, se è possibile farlo in un’unica soluzione; infine se e quando spetta detrazione o deduzione dei contributi versati.

Cosa sono

I contributi volontari INPS sono dei contributi che puoi pagare tu stesso, se ti trovi in una delle seguenti situazioni:

  1. Non hai raggiunto i requisiti contributivi. Per esempio, supponiamo che nel tuo caso occorrano almeno 20 anni di contributi per andare in pensione. Purtroppo perdi il lavoro proprio ora che hai raggiunto 19 anni e 6 mesi di contributi e non riesci a trovare un altro lavoro che ti permetta di arrivare ai 20 anni: puoi fare il versamento volontario dei contributi per questi 6 mesi mancanti. Puoi versarli tu e l’INPS li conteggerà come normali contributi, proprio come se li avesse versati un datore di lavoro.
  2. Hai raggiunto i requisiti contributivi, ma vorresti una pensione più alta. Anche in questo caso puoi incrementare l’importo della tua pensione, facendo dei versamenti volontari all’INPS.

Retroattivi

Puoi versare contributi volontari solo per coprire periodi in corso, non puoi versarli per coprire anni precedenti in cui non risultano contributi versati (in questo caso puoi comunque avvalerti, eventualmente, del riscatto dei contributi). I contributi volontari quindi, non possono essere retroattivi.

A cosa servono

Considerando che i contributi volontari non sono retroattivi, ecco per cosa li puoi usare:

  1. Per raggiungere il requisito contributivo se hai perso il lavoro;
  2. Per aumentare l’importo della tua pensione;
  3. Hai chiesto a lavoro un periodo di aspettativa non retribuita: il tuo datore quindi non ti pagherà né stipendio né contributo, ma potrai versarli tu al suo posto;
  4. Sei un lavoratore part time e desideri integrare i tuoi contributi;
  5. Non svolgi alcuna attività lavorativa e vuoi versare i tuoi contributi in modo da garantirti una pensione.

Convenienza

Conviene o no versare contributi volontari INPS? Dipende: se ti mancano poche settimane contributive per raggiungere il requisiti di pensione, allora decisamente sì, conviene. Perché altrimenti per poche settimane/mesi non hai diritto alla pensione. Allora conviene che li paghi tu stesso.

Se però ti mancano svariati anni per raggiungere il requisiti contributivo, pagare i contributi da te è abbastanza oneroso. Considerando anche che non lavori, l’importo inciderebbe parecchio sulla tua situazione. Se però hai parecchi risparmi da parte oppure delle rendite, allora il problema non si pone: puoi pagare tu i tuoi contributi in modo da assicurarti una pensione per la vecchiaia.

Costo

I contributi volontari hanno un costo, non sono gratis: praticamente è come se in questo momento avessi un lavoro e l’azienda ti stesse pagando i contributi, ma in realtà li paghi tu. Per l’INPS non importa chi sia a pagarli, se tu o un datore di lavoro: grazie ai contributi volontari hai tutte le garanzie che ha un classico lavoratore (pensione, gravidanza, ecc.).

Vediamo insieme come calcolare l’importo da pagare all’INPS in qualità di contributo volontario. Il calcolo è abbastanza semplice.

Calcolo importo

Per calcolare l’importo di contributo volontario da versare devi:

  1. Prendere come riferimento la tua retribuzione, quella dell’ultimo anno lavorato (ultime 52 settimane);
  2. Moltiplicare il reddito per l’aliquota vigente. Per il 2019 è pari a:
  • 33% se eri un dipendente, privato o pubblico assicurato presso la CTPS;
  • 32,65% se sei iscritto al fondo ex Ipost oppure eri un dipendente di enti locali (comune, provincia, regione) o della sanità;
  • Per pescatori, lavoratori domestici (colf, badanti, baby sitter) sono previste aliquote ridotte.

Se il tuo reddito delle ultime 52 settimane supera i 47.143 euro), all’aliquota di cui sopra devi aggiungere anche l’aliquota dell’1% (art. 3 L. 438/1992), quindi le aliquote passano a 34% e 33,65%.

Simulazione

In base a quanto spiegato nel paragrafo precedente, facciamo una simulazione di calcolo dei contributi volontari da versare all’INPS.

Supponiamo che tu ti dimetta senza giusta causa a 7 mesi dalla pensione. Essendoti dimesso non hai diritto alla NASPI, quindi per questi 7 mesi decidi di versare tu stesso i contributi. Negli ultimi 12 mesi, il tuo imponibile INPS è pari a 25.000 euro. Ecco quanto devi pagare di contributi volontari:

25.000 / 12 = 2083,35 è l’imponibile INPS mensile

33% di 2083,35 = 687,51 euro sono i contributi mensili da versare -> siccome devi coprire sette mesi, allora devi versare all’INPS 687,51 x 7 = 4.812,57 euro.

Versamento

Come versare i contributi volontari? Innanzitutto devi inviare la domanda all’INPS. Quindi attendere la risposta di autorizzazione al versamento. Nella lettera l’INPS ti indica anche modalità e tempi di versamento. Non puoi versare tutti i contributi in un’unica soluzione, ma devi versarli trimestre per trimestre (ogni tre mesi l’INPS ti invierà direttamente i bollettini di pagamento).

Supponiamo che tu debba versare 10.000 euro di contributi volontari annui, per due anni, per un totale quindi di 20.000 euro. Non puoi versarli in un’unica soluzione, neanche anticipatamente, ma devi versarli trimestre per trimestre secondo le seguenti scadenze:

  • I trimestre (gennaio/febbraio/marzo): entro il trimestre solare successivo, quindi entro il 30 giugno;
  • II trimestre (aprile/maggio/giugno): entro il 30 settembre;
  • III trimestre (luglio/agosto/settembre): entro il 31 dicembre;
  • IV trimestre (ottobre/novembre/dicembre): entro il 31 marzo dell’anno successivo.

Smettere di lavorare

Stai pensando di smettere di lavorare e pagare i contributi volontari. Innanzitutto complimenti: evidentemente sei riuscito a crearti una situazione di agiatezza economica tale da poter smettere di lavorare. Purtroppo però non sempre si tratta di una scelta volontaria.

C’è chi infatti perde il lavoro ed è vero che in tal caso c’è la NASPI, ossia l’indennità di disoccupazione, ma è anche vero che non sempre poi si riesce a trovare lavoro subito.

Se quindi hai smesso di lavorare, che sia per scelta o no, e hai la possibilità di versare tu stesso i contributi, è sicuramente una scelta saggia. Devi presentare all’INPS una domanda di autorizzazione. L’INPS poi ti risponde con importo e modalità di pagamento.

Attenzione

Una volta che l’INPS ti autorizza a versare i contributi volontari, tu comunque non sei obbligato a versarli, puoi ripensarci.

Casalinghe

Se sei una casalinga puoi iscriverti al Fondo casalinghe INPS, che in realtà non è dedicato solo alle donne, anche agli uomini, di età tra i 16 e i 65 anni. Praticamente, grazie a questo fondo puoi iscriverti all’INPS e versare tu stesso i tuoi contributi.

Non c’è un importo fisso di contributi da versare: puoi versare quanto vuoi. Ma se versi almeno 25,82 euro, questa somma ti vale come un mese di contributi. Quindi, se vuoi iscriverti al fondo, ti conviene versare almeno 25,82 euro al mese. Non ne sei obbligato: puoi versarli un mese si e un altro no, non sei obbligato a versarli sempre, ma è chiaro che meno versi, meno anzianità contributiva avrai, così come una pensione bassa.

L’INPS poi, quando raggiungerai l’età pensionabile, calcolerà la tua pensione con il metodo contributivo. Quindi a conti fatti, giusto per farti un’idea, se versi 25,82 al mese per circa 40 anni, otterrai una pensione di circa 100 euro al mese. Se versi 300 euro al mese per 40 anni, otterrai una pensione di circa 500 euro al mese.

Se ti iscrivi al fondo casalinghe hai diritto a:

  • Pensione di inabilità, se diventi inabile al lavoro al 100% e permanente; devi però avere almeno 5 anni di contributi;
  • Pensione di vecchiaia; con almeno 57 anni di età e 5 anni di contributi.

La pensione casalinghe non è integrabile al minimo. Quindi se con il calcolo contributivo in base ai contributi versati, hai diritto a una pensione di 100 euro, sarà quella, nulla più e nulla in meno. Pur essendo una pensione bassa, lo stato non prevede alcuna integrazione.

Come iscriversi al fondo casalinghe: puoi iscriverti online sul sito INPS, chiamando il call center INPS oppure tramite un patronato

Part time

Se svolgi lavoro part time, verticale, ciclico (stagionale) o orizzontale, puoi integrare i tuoi contributi con i contributi volontari. Anche in questo caso l’iter è sempre lo stesso: devi inviare all’INPS una domanda di contribuzione volontaria, puoi inviarla tramite il sito INPS, call center oppure tramite la consulenza di un patronato.

Alla domanda non devi allegare alcun documento che provi il tuo lavoro part time: sono dati che l’INPS già possiede e quindi sa già quanto lavori e quanto versi di contributi. Una volta ricevuta la domanda, ti risponde con una lettera di autorizzazione al versamento dei contributi volontari o rifiuto. Nella lettera di autorizzazione trovi tutti i dettagli per il pagamento.

Grazie alla contribuzione volontaria ottieni questi vantaggi:

  • Se lavori con part time verticale o stagionale o misto, grazie ai contributi volontari puoi coprire i giorni (o i periodi) di non lavoro;
  • Se lavori con part time orizzontale, è vero che non hai periodi di non lavoro, ma grazie ai contributi volontari aumenti la tua contribuzione e quindi al momento della pensione avrai un assegno più alto.

Detrazione

Una volta che l’INPS ti autorizza al versamento dei contributi volontari, periodicamente (ogni tre mesi) ti invia i bollettini di pagamento. Tutti i bollettini che paghi in un anno, puoi dedurli dal tuo reddito complessivo nel momento in cui presenti la dichiarazione dei redditi (con 730 o modello Unico).

Nella dichiarazione dei redditi, al rigo “Contributi previdenziali e assistenziali” dovrai indicare, oltre ai contributi previdenziali obbligatori anche i contributi volontari che hai versato. Hai diritto alla deduzione anche se versi contributi volontari per un familiare a carico (coniuge a carico, figlio…).