La normativa fiscale italiana prevede delle detrazione IRPEF se hai dei familiari a carico: praticamente in busta paga (o pensione), trovi un netto maggiore, grazie allo sconto ottenuto. Succede però più spesso di quanto si pensi, di dichiarare un figlio a carico, quando in realtà non lo è.

In questa guida completa sulla detrazione figli a carico ti spiego quali sono le condizioni per considerare a carico un figlio, il coniuge o altro familiare, cosa fare se lo hai erroneamente dichiarato a carico, come procedere alla restituzione delle somme dovute, infine quali sono sanzioni e interessi da pagare e in quale caso.

Quando spetta la detrazione

La legge considera fiscalmente a carico i seguenti familiari:

  • Coniuge;
  • Figli;
  • Altri familiari conviventi.

Per ottenere la detrazione fiscale, avendo a carico questi soggetti, è necessario che costoro non superino un certo reddito. In altre parole, se vuoi dichiarare tuo figlio a carico deve essere senza reddito oppure, se ce l’ha, non deve superare un certo limite:

  • Il familiare, per essere considerato a carico, deve avere un reddito non maggiore di 2.840,51 euro lordi annui;
  • Il figlio (o i figli) che non hanno ancora compiuto 24 anni di età, possono avere un reddito fino a 4.000 euro annui lordi, per essere considerati a carico. Se il reddito supera 4.000 euro, allora non sono più a carico.

Se sussistono queste condizioni reddituali, puoi quindi dichiarare quel figlio (o familiare) a tuo carico e usufruire delle detrazioni fiscali, ossia uno sconto dell’IRPEF dovuta.

Se sei un lavoratore dunque, ogni mese pagherai un’IRPEF inferiore, per il fatto di avere dei figli a carico. Lo stesso se sei pensionato: sulla pensione le tasse saranno di meno (e quindi la pensione netta che incassi, sarà maggiore) grazie proprio a queste detrazioni.

Detrazioni indebitamente percepite

Succede più spesso di quanto si possa pensare, che un genitore dichiari un figlio a carico quando in realtà non lo è. Succede per esempio che un figlio faccia dei lavoretti, e il genitore non sia al corrente della soglia massima per poterlo dichiarare a suo carico.

Se questo è il tuo caso, ossia i tuoi genitori ti hanno dichiarato a loro carico, oppure il genitore sei tu, allora l’Agenzia delle Entrate probabilmente ti chiederà di restituire le somme indebitamente percepite.

Questo è uno dei controlli più semplici: di solito non c’è scampo. L’Agenzia delle Entrate infatti, fa dei controlli automatici tra quanto dichiarato dai genitori e quanto dichiarato dal datore di lavoro del figlio. L’allarme scatta subito e quindi l’Agenzia delle Entrate ci mette davvero poco per scovare questo tipo di incongruenze.

Se hai già ricevuto la lettera dell’Agenzia delle Entrate, significa dunque che il controllo automatizzato è già avvenuto. Devi restituire al fisco quanto hai indebitamente percepito e pagare sanzioni e interessi.

Sanzioni e interessi

Se hai ricevuto una lettera relativa a un controllo formale, dove l’Agenzia delle Entrate comunica che tuo figlio non era a carico, allora devi pagare:

  • Maggiore imposta dovuta;
  • Sanzione pari al 30% dell’importo non pagato;
  • Interessi.

Tutti i dettagli sono scritti nell’avviso bonario che ricevi.

Restituzione con 730

Se hai usufruito indebitamente delle detrazioni fiscali e non hai ancora presentato la dichiarazione dei redditi, allora puoi restituire quanto indebitamente percepito, in modo da evitare il controllo formale e sanzioni salate.

Per esempio, supponiamo che lo scorso anno tu abbia inserito tuo figlio a carico, ma poi ti sia reso conto che non era così, che il suo reddito superava il limite. Quando quest’anno presenti la dichiarazione dei redditi (con modello 730 o modello Redditi PF), puoi dichiarare l’errore. In questo modo, l’Agenzia delle Entrate provvede ad addebitarti (in busta paga o sulla pensione), l’importo che hai indebitamente percepito lo scorso anno.

Esempio

Supponiamo che lo scorso anno tu abbia indebitamente percepito 500 euro come detrazioni fiscali, che in realtà non ti spettavano. Quest’anno presenti il 730 e dichiari l’errore. Nella busta paga (o pensione, se sei pensionato) di luglio o di agosto troverai 500 euro in meno, per restituire appunto quanto hai indebitamente percepito.

Se non provvedi a dichiarare l’errore, negli anni successivi quasi sicuramente riceverai l’avviso bonario da parte dell’Agenzia delle Entrate, con l’invito a pagare. Come detto nei passi precedenti infatti, si trattai di un controllo automatizzato che difficilmente sfugge al fisco.