Il termine flat tax ha assunto sempre più significato negli ultimi anni: l’altissima pressione fiscale vigente in Italia, ha portato il centrodestra a inserire, nel suo programma politico, l’introduzione di un’aliquota fiscale unica volta a sostituire i scaglioni IRPEF applicati a lavoratori dipendenti, imprenditori, liberi professionisti e lavoratori autonomi.

In questa guida completa sulla flat tax ti spiego cos’è e come funziona, quali Paesi la applicano in Europa e nel Mondo, come funziona la no tax area, i pro e i contro dell’aliquota unica, quanto si risparmia, come cambierebbe anche la busta paga dei lavoratori dipendenti (pubblici e privati), quali impatti si avrebbero sui consumi ed infine i dubbi di incostituzionalità alzati dalla sinistra.

Cos’è e come funziona

Flat tax letteralmente significa “tassa piatta” ed è l’alternativa agli scaglioni fiscali IRPEF che sono vigenti in Italia. Lavoratori dipendenti, imprenditori, liberi professionisti e altri lavoratori autonomi infatti, al momento pagano le tasse sul reddito, secondo gli scaglioni IRPEF, che sono questi:

Reddito annuoAliquota IRPEF
Da 0 a 15.000 euro23%
Da 15.001 a 28.000 euro27%
Da 28.001 a 50.000 euro38%
Da 55.001 a 75.000 euro41%
Oltre 75.000 euro euro43%

Con la flat tax invece, tutti questi scaglioni smetterebbero di esistere e si applicherebbe una tassa unica, che Salvini e il centrodestra ipotizzano al 15% o al 20%.

Reddito annuoAliquota IRPEF
Flat tax15%

Incostituzionalità

Alcuni hanno sollevato il dubbio di incostituzionalità della flat tax. L’articolo 53 della Costituzione italiana infatti, sancisce che il sistema tributario italiano debba essere incentrato su un sistema progressivo. La flat tax non lo è, almeno così come la vediamo. Ma il problema è di semplice soluzione: basta introdurre una no tax area e il principio di progressività è rispettato, essendoci di fatto due scaglioni, due soglie di reddito e due aliquote (0% e 15%):

Reddito annuoAliquota IRPEF
Da 0 a 15.000 euro0% -> no tax area
Da 15.001 in poi15% -> Flat tax

Nel mondo

L’Italia non sarebbe la prima nazione al mondo ad applicare la flat tax. Essa è applicata anche nei seguenti Paesi:

Flat tax nel mondo
PaeseAliquota
Abcasia10%
Anguilla3%
Arabia Saudita2,5%
Giamaica25%
Kazakistan10%
Madagascar10%
Mauritius15%
Russia13%
Mongolia10%
Seychelles15%
Turkemenistan10%

In Europa

La flat tax è una realtà anche Europea, ecco i Paesi che la applicano:

Flat tax in Europa
PaeseAliquota
Albania10%
Bulgaria10%
Estonia24%
Lettonia25%
Lituania33%
Repubblica Ceca23%
Macedonia12%
Slovacchia19%
Ucraina15%

Pro e contro

La flat tax ha sull’economia i seguenti vantaggi e svantaggi:

Vantaggi

  1. Un tassazione più bassa indurrebbe tutti, anche gli evasori, a pagare le tasse; secondo i sostenitori della flat tax infatti (e non solo) la popolazione molte volte è quasi “costretta” a non pagare le tasse, perché essendo molto alte, si trova a dover scegliere tra mandare avanti l’azienda e mantenere la famiglia e versare al fisco quanto dovuto. Questo vale soprattutto per le piccole e medie imprese. Un abbassamento delle tasse quindi, darebbe un respiro di sollievo all’imprenditoria italiana, martoriata da una pressione fiscale che è tra le più alte al mondo;
  2. Le imprese non sarebbero più demotivate dalla pressione fiscale. Anche gli aspiranti imprenditori sarebbero più propensi a creare nuove imprese. Oggi infatti, soprattutto i giovani sono letteralmente spaventati dall’alto livello di tassazione e questo li porta a mettere a da parte i loro progetti imprenditoriali;
  3. Tutti i contribuenti potranno fare la dichiarazione dei redditi in maniera semplice, in autonomia. Con la flat tax il calcolo di quanto dovuto si semplifica molto e quindi sarà più facile calcolare l’imposta da versare allo stato. Chiaramente, chi lo desidera potrà continuare ad avvalersi dei professionisti;
  4. Chi ha uno stipendio da dipendente, avrebbe una busta paga più alta. Un’IRPEF più bassa infatti, non avvantaggia solo imprenditori e liberi professionisti, ma anche i lavoratori dipendenti. Il datore di lavoro calcola sullo stipendio lordo le tasse e le detrae ogni mese. Grazie alla flat tax gli stipendi netti salirebbero. E salirebbero per tutti. Ad oggi infatti l’aliquota IRPEF più bassa è del 23%. Un’aliquota piatta del 20 o del 15% sarebbe quindi al di sotto di quella minima odierna e porterebbe vantaggi nelle busta paga di tutti.
  5. I consumi aumentano. Una busta paga più ampia rappresenta una maggior disponibilità per ogni lavoratore, che potrebbe destinarla al risparmio o al consumo.
  6. Un aumento dei consumi porterebbe a un aumento della domanda dei beni, quindi maggiore produzione, le imprese potrebbero assumere più personale per far fronte all’aumento della domanda e quindi aumenterebbe anche l’occupazione.

Svantaggi

A detta dei detrattori, gli svantaggi sarebbero due:

  1. La flat tax è incostituzionale. L’articolo 53 della Costituzione infatti prevede che le imposte siano basate su criteri di progressività. Questa affermazione in realtà non è vera, poiché i sostenitori della flat tax hanno sempre dichiarato che gli scaglioni saranno due: una no tax area e la flat tax. In questo modo si rispetterebbe il principio della progressività. La Costituzione infatti, sancisce solo il criterio di progressività, ma non indica quante debbano essere le aliquote e gli scaglioni. Dunque, anche due scaglioni sarebbero nel pieno rispetto costituzionale.
  2. Minori entrate per lo Stato. Riducendo le tasse, si abbasserebbero le entrate dello stato, che non riuscirebbe più a far fronte alle sue spese ordinarie (sanità, scuola, stipendi pubblici, ecc.). Anche i questo caso, il centrodestra assicura che le coperture non mancano: la riduzione degli stipendi d’oro, dei vitalizi, degli innumerevoli sprechi pubblici, una migliore gestione delle casse pubbliche sarebbero già sufficienti a coprire le minori entrate. A questo si aggiungerebbero le tasse pagate da chi fino ad ora era evasore.

A chi conviene

Quanto si risparmia

La flat tax conviene a tutti. Per capirlo basta fare un semplice calcolo. Prendiamo ad esempio una persona che oggi guadagna solo 13.000 euro lordi annui. Con le attuali aliquote IRPEF è costretto a pagare il 23%, dunque 2.990 euro annui (il 23% di 13.000). Con la flat tax ne pagherebbe solo il 20% ossia 2.600 euro.

Una differenza non enorme ma, considerando che la flat tax prevederà una no tax area che il centrodestra stima fino a 13.000/15.000 euro annui, questa persona che oggi guadagna 13.000 euro lordi annui e paga 2.990 euro di tasse, con la flat tax e la no tax area, pagherebbe 0 euro di tasse o poco più.

La flat tax quindi, non favorisce i ricchi soltanto, ma tutti, anche le classi sociali più povere che hanno stipendi al di sotto dei 1.000 euro al mese, coloro che hanno redditi bassi.

No tax area

La proposta del centro destra prevede una no tax area fino a 13.000 euro annui. L’IRPEF dovuta quindi si calcolerebbe così, assumendo una flat tax del 15%:

Esempio 1

Reddito di 12.000 euro annui -> rientra nella flat tax -> non paga tasse (al contrario di oggi, che paga il 23% di IRPEF).

Esempio 2

Reddito di 25.000 euro annui -> Ai primi 13.000 euro non si applica nessuna tassa, essendo no tax area, sui restanti 12.000 euro (25.000 – 13.000) si applicherebbe il 15%

-> 1.800 euro annui di tasse (15% di 12.000 euro)

-> contro il 6.150 euro attuali (non considerando detrazioni e deduzioni).