È sempre un dispiacere quando un parente viene a mancare, sopratutto quando esso è un genitore oppure un figlio. Purtroppo l’unica soluzione è farsi forza, soprattutto per affrontare tutte le questioni legali e fiscali del caso. Tra queste, una delle più importanti, è il pagamento dell’imposta di successione sui beni ereditati.

In questa guida ti spiego nel dettaglio su cosa è necessario pagare questa imposta, quanto è l’importo nei vari casi di beni differenti, quali sono le aliquote da prendere in riferimento e come calcolare la somma finale, come pagare l’imposta e come gestire il caso delle donazioni. Ecco tutto quello che devi sapere.

Cos’è

Se hai ricevuto un’eredità un bene immobile oppure diritti reali su beni immobili (ad esempio uso, usufrutto, ecc.) devi fare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate e pagare l’imposta di successione se ti spetta.

Ci sono tuttavia dei casi in cui non sei obbligato a fare la dichiarazione di successione, ovvero quando si verificano contemporaneamente queste situazioni:

  • Nell’eredità non ci sono beni immobili o diritti reali immobiliari;
  • L’eredità è stata assegnata solo al coniuge e ai parenti in linea retta ossia nonni, genitori, figli e nipoti (non sono quindi compresi fratelli, sorelle, cugini);
  • L’eredità non supera i 100 mila euro di valore.

La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla morte del contribuente. Va presentata dagli eredi e i legatari, oppure i loro rappresentanti legali, curatori ed esecutori testamentari. Se ci sono più persone obbligate alla dichiarazione, basta che sia presentata da una sola.

Su cosa

Se erediti un bene immobile (una casa, un appartamento, una villa, ecc.) devi presentare la dichiarazione dei redditi e verificare se sei tenuto a pagare l’imposta di successione.

La base imponibile su cui viene calcolata l’imposta di successione, è costituita dalla rendita catastale dell’immobile, incrementata dal 5% e moltiplicata infine per un coefficiente che dipende dalla categoria catastale dell’immobile.

Le aliquote sono diverse a seconda dell’importo ereditato e del vincolo di parentela (è più bassa per i familiari ed è più alta per gli eredi non familiari). Le stesse aliquote e regole si applicano per calcolare la tassa di successione su conto corrente e libretti postali. Anch’essi devono quindi essere inseriti nella dichiarazione di successione.

Attenzione

I titoli di stato (italiani ed europei) ed i buoni fruttiferi postali sono esenti. Se li erediti quindi, non devi includerli nella dichiarazione di successione e su di essi non si calcola imposta (art. 12 del Testo unico dell’imposta sulle successioni e donazioni – Decreto Legislativo 31 ottobre 1990 n. 346).

Aliquote e calcolo

La base imponibile su cui calcolare l’imposta di successione è data dalla rendita catastale rivalutata (aumentata) del 5% ed infine moltiplicata per:

  • 110 se per te si tratta di prima casa di proprietà;
  • 120 se l’immobile appartiene alle categorie catastali A e C (ad eccezione delle A/10 e C/1);
  • 140 se l’immobile appartiene alla categoria catastale B;
  • 60 se l’immobile appartiene alle categorie catastali A/10 (studi professionali, uffici) e D;
  • 40,8 se l’immobile appartiene alle categorie catastali C/1 (negozi commerciali) d E.

Una volta calcolata la base imponibile, devi applicare l’aliquota prevista e pari a:

  • 4% sei sei il coniuge del defunto o un parente in linea retta (nonno, genitore, figlio, nipote); In questo caso l’imposta si calcola solo sull’importo oltre 1 milione di euro per ogni erede (franchigia): se quindi erediti un importo minore non è dovuta imposta;
  • 6% se sei fratello o sorella del defunto, da calcolare solo sull’importo eccedente i 100 mila euro;
  • 6% se sei un altro parente e senza franchigia;
  • 8% se non sei un parente e senza franchigia.

Attenzione

Se sei portatore di handicap grave (legge 104/1992) la franchigia applicata per tutti i gradi di parentela (e non) sale a 1,5 milioni di euro.

Esempio

Sei figlio del defunto. Tuo padre ti ha lasciato solo una casa del valore di 100.000 euro. Devi fare la dichiarazione di successione, ma non dovrai pagare l’imposta di successione, perché l’attivo ereditario è inferiore a 1 milione di euro e quindi sei in esenzione imposta.

Esempio

Hai ereditato una casa di 200 mila euro da un tuo zio defunto. In questo caso devi fare la dichiarazione di successione e pagare un imposta del 6% così calcolata: Supponiamo la rendita catastale pari a 1.300 euro e categoria catastale A. Per te l’immobile rappresenta prima casa. Rendita catastale pari a 1.300 euro + il 5% di 1.300 = 1.300 + 65 = 1.365

 

1.365 * 110 (coefficiente agevolato per le prime case) = 150.150 euro. Essendo un cugino, sull’eredita non puoi far valere alcuna franchigia e quindi il 6% di imposta si calcola su 150.150 euro: 6% di 150.150 = 9.009 euro è l’imposta di successione sull’immobile.

Conto corrente

Se hai ricevuto in eredità un conto corrente, devi inserirlo nella dichiarazione di successione e pagare l’imposta, se dovuta. La base imponibile su cui calcolare l’imposta è semplicemente la somma di denaro ereditata su cui si applicano le stesse franchigie previste per i beni immobiliari.

Esempio

Se hai ereditato 100.000 euro da tua madre, non devi pagare imposta (sempre che tu non abbia ereditato altro, per un valore totale superiore a 1 milione di euro).

Liquidazione

L’imposta di successione viene calcolata direttamente dall’Agenzia delle Entrate sulla base della dichiarazione da te presentata, eventualmente corretta dagli errori. Riceverai direttamente a casa una lettera dell’Agenzia con il prospetto di liquidazione e quindi l’importo che devi pagare in qualità di imposta di successione.

Se hai ricevuto in eredità un immobile, ancor prima di presentare la dichiarazione di successione e quindi pagare l’imposta, devi però procedere alla autoliquidazione delle seguenti imposte:

  • Imposta ipotecaria: pari al 2% del valore dell’immobile e con un minimo di 200 euro;
  • Imposta catastale: pari all’1% del valore dell’immobile e con un minimo di 200 euro.

Queste imposte vanno pagate tramite il modello F23 prima della presentazione della dichiarazione di successione. I codici tributo da inserire nel modello sono 649T per la prima e 737T per la seconda.

Pagamento

Se l’importo della tassa dovuta supera i 1.000 euro puoi usufruire anche della rateizzazione del pagamento, così come ti sarà ricordato direttamente nella lettera ricevuta dall’Agenzia:

  • Il 20% puoi pagarlo entro due mesi dalla lettera;
  • L’importo rimanente puoi pagarlo in otto rate trimestrali. Se l’importo è maggiore di 20 mila euro, in dodici rate trimestrali. In caso di dilazione però, vengono applicati degli interessi.

Se decidi di rateizzare, cerca di essere sempre puntuale nel pagamento delle rate. ogni rata scade alla fine del trimestre, nel momento in cui devi pagare la successiva. Se tardi a pagare anche una sola rata, decade la rateizzazione e l’importo restante dovrai pagarlo tutto in un’unica soluzione.

Non perdi il diritto alla rateizzazione solo in caso “lieve inadempimento”, ossia:

  • Pagamento della rata inferiore solo del 3% (e mai superiore a 10.000 euro);
  • Pagamento tardivo della somma, entro 7 giorni e non superiore al 20% della rata dovuta.

Non pagata

Se non paghi l’imposta oppure in caso di rateizzazione anche una sola rata, l’importo viene iscritto a ruolo e quindi vengono applicati sanzioni pecuniarie e interessi. L’importo dovuto non viene iscritto a ruolo se ti avvali del ravvedimento operoso, ossia se paghi la rata (o l’importo intero in caso di unica soluzione) entro ulteriori 90 giorni.

Prescrizione: l’Agenzia delle Entrate deve chiederti il pagamento delle somme entro un certo periodo, altrimenti decadono:

  • Per le imposte ipotecaria e catastale il pagamento deve essere richiesto entro cinque anni (articolo 76 del D.P.R. 131/1986);
  • Per l’imposta di successione il pagamento deve essere richiesto entro tre anni dalla presentazione della dichiarazione di successione ed entro cinque anni in caso di omessa dichiarazione (articolo 27 del D.Lgs. 346/1990).

Donazione

Anche le donazioni di immobili sono soggette a tassazione. Le regole sono le stesse applicate per l’imposta di successione e quindi aliquote e franchigie dipendono dal grado di parentela e dal valore dell’immobile donato.

Quindi l’importo dovuto si calcola sulla rendita catastale rivalutata del 5%, al risultato si moltiplica il coefficiente previsto per il grado di parentela ed infine si applica l’aliquota.

Attenzione

Se il beneficiario della donazione è una persona portatrice di handicap grave, le franchigie salgono a 1.5 milioni di euro.