Ci sono alcuni termini economici che suonano più familiari di altri. Sicuramente hai sentito parlare di inflazione, deflazione, aumento generalizzato dei prezzi, potere di acquisto della moneta, ma non hai le idee molto chiare sulle ripercussione che tutto ciò ha sull’economia e, non di meno, sul tuo portafoglio.

In questa guida completa sull’inflazione ti spiego cosa significa, la definizione specifica seguita da una spiegazione semplice, cosa comporta, cosa significa bassa o alta inflazione, quali sono le conseguenze, infine la correlazione tra inflazione e disoccupazione.

Definizione e cosa significa

L’inflazione è l’aumento generalizzato e prolungato dei prezzi, la cui conseguenza diretta è la perdita del potere di acquisto della moneta. Per poter parlare di inflazione, quindi, devono sussistere due condizioni, l’aumento dei prezzi deve essere:

  1. Generalizzato, ossia toccare una serie rilevante di prodotti. Se l’aumento del prezzo riguarda solo un bene o pochi beni, non si può parlare di inflazione;
  2. Prolungato. Un aumento dei prezzi di pochi giorni e poi un ritorno alla situazione precedente, non rappresenta inflazione.

Spiegazione semplice

Inflazione significa che i prezzi di molti beni sono aumentati. L’inflazione la misura solitamente l’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), prendendo in considerazione un gruppo di beni che generalmente consumano tutti o quasi (per esempio pane, bevande, ma anche mobili, istruzione, servizi ricreativi).

Periodicamente quindi (per esempio ogni anno), l’ISTAT prende in considerazione i prezzi di questi beni e li confronta con i prezzi del periodo precedente (per esempio dell’anno precedente). A questo punto le situazioni possono essere tre:

  1. I prezzi sono aumentati di X per cento. In questo caso si dice che l’inflazione è aumentata di X per cento (per esempio dell’1%, del 1,8%, ecc.);
  2. I prezzi sono rimasti invariati. Significa che l’inflazione è pari a zero, ossia non sussiste.
  3. I prezzi sono diminuiti. In questo caso si parla di deflazione, ossia diminuzione dei prezzi, che è appunto il contrario dell’inflazione.

Alta: significato

Se l’inflazione è alta, significa che i prezzi sono aumentati. La conseguenza principale è la perdita del poter di acquisto della moneta. Quando l’inflazione aumenta infatti, gli stipendi non aumentano a loro volta (purtroppo). O almeno non aumentano subito.

Se quindi lo scorso anno con 1.000 euro potevi comprare X prodotti, quest’anno che i prezzi sono aumentati, puoi comprartene meno. L’inflazione quindi, nell’immediato ha un effetto negativo sulle tasche dei cittadini.

Galoppante

L’inflazione si dice galoppante, quando l’aumento dei prezzi è alto. Si usa questo termine quando l’inflazione supera l’8% annuo.

Bassa: significato

Se l’inflazione è bassa, significa che i prezzi stanno aumentando di molto poco. Questo ha un effetto positivo sulle tasche dei cittadini. La bassa inflazione però, potrebbe nascondere delle insidie: se i prezzi non aumentano può essere che ci siano problemi nell’economia del paese. E’ solo un’ipotesi comunque, da verificare analizzando altri dati, non solo quelli relativi all’inflazione.

Strisciante

L’inflazione si dice strisciante quando aumenta di una percentuale che non supera il 2,5/3%.

Come si calcola

Calcolare l’inflazione non è difficile. Quello che è difficile è il lavoro da fare a monte, ossia andare a verificare quali sono i prezzi di tutti i beni di cui si compone il gruppo. Ma questo lo fa l’ISTAT.

Una volta trovato il prezzo dei vari beni, si somma. Il risultato è il prezzo medio di un dato anno.

Per l’anno successivo si fa la stessa cosa: si cerca il prezzo dei vari beni e si somma.

Infine si confrontano i due risultati, ossia i prezzi dell’anno X contro i prezzi dell’anno Y. La differenza rappresenta l’inflazione.

L’inflazione si calcola in percentuale.

Cosa comporta

Un aumento generalizzato dei prezzi, può avere vari significati. Può essere che la domanda di quei prodotti sia maggiore dell’offerta e questo porti i prezzi ad aumentare. Ti faccio un esempio pratico.

Supponiamo che ci siano due sedie da pc in un negozio e non ve ne siano altre. Arrivano 10 clienti e tutti i 10 clienti vogliono quelle sedie. Il negoziante può aumentare il prezzo e vedere se ci sono ancora persone interessate. Aumenterà il prezzo finché trova persone interessate a comprare quel prodotto.

Un altro motivo di inflazione, può essere non il desiderio di guadagno di un venditore (che tra l’altro è assolutamente legittimo), ma un aumento generalizzato dei costi. Se un’industria prima riusciva a produrre un bene spendendo 50 e ora ne spende 60, sarà costretta ad aumentare il prezzo finale.

Conseguenze dell’inflazione

La conseguenza primaria dell’inflazione, è la perdita del potere di acquisto della moneta. Se prima con 100 euro facevi una bella spesa, se i prezzi aumentano, con quei 100 euro riuscirai a comprare meno cose.

Disoccupazione

Tra inflazione e disoccupazione intercorre una relazione diretta:

  • Se la disoccupazione sale, significa che molte persone non hanno uno stipendio. Nell’economia circola meno denaro, si vende meno e i venditori potrebbero decidere di abbassare i prezzi, pur di vendere. Un’alta disoccupazione quindi, può portare deflazione (diminuzione generalizzata dei prezzi).
  • Se la disoccupazione diminuisce, significa che più persone hanno uno stipendio. Nell’economia circola più denaro, si vende di più, la domanda di beni aumenta e i venditori potrebbero decidere di aumentare i prezzi, se la domanda è maggiore dell’offerta. Una bassa disoccupazione quindi, può portare inflazione.

Deflazione

La deflazione è una riduzione del livello dei prezzi. E’ quindi il contrario dell’inflazione: con l’inflazione i prezzi aumentano, con la deflazione i prezzi diminuiscono.

Può sembrare un aspetto positivo dell’economia, ma a volte potrebbe essere accompagnato da alta disoccupazione e ridotta attività dell’economia.