Quando cessa il rapporto di lavoro, l’azienda è tenuta a corrisponderti tutte le spettanze: ferie maturate e non godute, eventuali permessi retribuiti non goduti, ma soprattutto deve pagarti la tua bella liquidazione, entro i termini stabiliti dalla legge. E se paga in ritardo, ti deve anche gli interessi.

In questa guida completa ti spiego come calcolare gli interessi sul TFR, cosa succede quando si tratta di TFR pagato in ritardo (oltre i termini stabiliti dalla legge o dal CCNL), in caso di TFR pagato a rate e infine i termini di prescrizione (entro quando devi pretendere il tuo TFR altrimenti ne perdi il diritto).

Cosa sono

Il TFR, anche conosciuto come “buona uscita” o “liquidazione” è la somma a cui hai diritto nel momento in cui cessa il tuo rapporto di lavoro da dipendente. Poco importa che il motivo della cessazione sia un licenziamento, dimissioni o il sopraggiungere della pensione: l’azienda è tenuta sempre a pagare il TFR.

D’altronde, si tratta di una somma che l’azienda dovrebbe accantonare ogni mese e depositarla in un apposito fondo, in modo da conservarlo fin quando il rapporto di lavoro cesserà. In alternativa al fondo aziendale, puoi scegliere di destinare il TFR ad altri fondi. Ma non è questo l’argomento della guida: cerchiamo invece di capire cosa sono gli interessi e quando ti spettano.

Il datore di lavoro, per legge, deve corrispondere il TFR nel momento in cui cessa il rapporto di lavoro. Non proprio nello stesso preciso istante ovviamente, perché l’azienda deve avere il tempo per gestire il tutto. Proprio per questa ragione la legge impone un termine adeguato: l’ex datore di lavoro deve corrispondere il TFR entro 45 giorni (che diventano 60 in casi particolari).

Questa è la teoria, perché in pratica succede che l’azienda paghi il TFR dopo giorni, se non settimane o addirittura mesi. Qualunque sia il ritardo, breve o lungo, il TFR inizia a maturare interessi.

Pagato in ritardo

Se il datore di lavoro (divenuto ormai ex), paga il TFR in ritardo, l’importo inizia a maturare interessi. La somma da consegnare all’ex dipendente comincerà a salire, fino al giorno dell’effettivo versamento.

La legge impone il pagamento del TFR entro 45 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro (termine che in qualche caso particolare aumenta fino a 60 giorni). Quando l’azienda non versa l’importo entro i tempi massimi stabiliti, gli interessi iniziano a maturare.

Esempio

Supponiamo che tu abbia dato le dimissioni a partire dal giorno 30 settembre (data di cessazione del rapporto di lavoro). L’azienda deve quindi pagarti il TFR entro il 14 novembre (45 giorni). Se l’ex datore di lavoro supera questa data, allora è da questo giorno (14 novembre) che iniziano a maturare gli interessi e non dal giorno della cessazione del rapporto di lavoro.

Attenzione

Alcuni CCNL possono prevedere dei termini minori per il pagamento del TFR. Per esempio il CCNL Terziario prevede che l’azienda paghi il TFR entro 30 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. Consulta quindi il tuo CCNL di riferimento per conoscere con precisione i tempi previsti.

Calcolo

Gli interessi si calcola sul TFR maturato, secondo questa formula:

I = TFR x K x T/365

dove:

  • I= Interessi;
  • K= tasso di interesse legale stabilito periodicamente dal Ministero del Tesoro. In genere lo stabilisce ogni anno, ma non è obbligatorio. Se un anno non comunica un nuovo tasso di interesse (pubblicandone comunicazione in Gazzetta Ufficiale, allora rimane valido quello dell’anno precedente). Per conoscere il tasso di interesse attuale consulta la Gazzetta Ufficiale;
  • T= Numero di giorni di ritardo.
  • Il denominatore 365 vale sempre, anche per gli anni bisestili.

Esempio di calcolo

Supponiamo che:

  1. Tu abbia maturato un TFR pari a 15.000 euro;
  2. L’azienda ti abbia pagato il TFR in ritardo di 50 giorni rispetto alla data ultima;
  3. Che quest’anno il tasso di interesse legale sia pari allo 0,01%.

Ecco come calcolare gli interessi:

I = 15.000 x 0,0001 x 50/365 = 2,05 euro, sono gli interessi maturati. Un importo bassissimo. D’altronde abbiamo ipotizzato un tasso di interesse legale pari allo 0,1%, quindi davvero irrisorio.

Facciamo un altro esempio, sempre con gli stessi dati, ma con un tasso legale più alto:

Supponiamo che:

  1. Tu abbia maturato un TFR pari a 15.000 euro;
  2. L’azienda ti abbia pagato il TFR in ritardo di 50 giorni rispetto alla data ultima;
  3. Che quest’anno il tasso di interesse legale sia pari al 10%.

Ecco come calcolare gli interessi:

I = 15.000 x 0,1 x 50/365 = 205,47 euro, sono gli interessi maturati. Decisamente una somma più interessante rispetto all’esempio precedente. Il tasso legale è del 10% infatti.

Negli esempi appena esposti, abbiamo assunto che tu sappia già l’importo che l’azienda ti deve in qualità di TFR. Abbastanza facile scoprirlo: basta che guardi la tua ultima busta paga. In genere c’è scritto l’esatto importo del TFR fino ad allora maturato.

Se non riesci a reperire l’informazione, ecco come calcolare il TFR.

Calcolo del TFR

Il calcolo è piuttosto complesso, in quanto bisogna considerare anche la rivalutazione ISTAT, ma per semplicità, per capire più o meno che somma ti deve l’azienda, il calcolo è questo:

RAL / 13,5

dove:

  • RAL = Retribuzione annua lorda.

Supponiamo che la tua RAL sia di 30.000 euro. L’azienda accantona ogni anno un TFR pari a 30.000 / 13,5 = 2.222,22 euro.

Se quindi per esempio, hai lavorato per quell’azienda per due anni, il tuo TFR accumulato è pari a circa 4.444,44 euro (ossia 2.222,22 x 2 anni).

Pagato a rate

Può succedere che tu e il datore di lavoro, vi accordiate per il pagamento del TFR a rate. Questo succede quando un’azienda non ha molta disponibilità liquida e dunque chiede all’ex dipendente di accordare il pagamento rateale.

Anche in questo caso, l’azienda deve pagarti gli interessi. Ogni rata che ti versa infatti, è in ritardo rispetto alla data prestabilita. Facciamo un esempio per meglio comprendere.

Calcolo interessi TFR pagato a rate

Supponiamo che il contratto di lavoro si chiuda il 30 settembre. Il datore di lavoro dovrebbe pagarti il TFR (pari a 2.000 euro) entro il 14 novembre, ma decidete di optare per le rate, così decise:

  • 500 euro il 14 novembre;
  • 500 euro il 14 dicembre;
  • 500 euro il 14 gennaio;
  • 500 euro il 14 febbraio.

Il pagamento delle rate è dunque mensile, ma può essere anche bimestrale, semestrale, ecc.. A seconda di come vi accordate.

Quindi:

  • Sulla prima rata, che l’azienda ti paga il 14 novembre, non ottieni alcun interesse, in quanto è pagata puntualmente;
  • Su tutte le altre rate, hai diritto agli interessi.

Gli esperti propendono per il calcolo degli interessi a scalare, cioè il calcolo degli interessi sul debito residuo dopo aver pagato la rata scaduta.

Attenzione

L’azienda non può prendere autonomamente l’iniziativa di pagare l’ex dipendente a rate. Occorre sempre il benestare di quest’ultimo. Dunque il pagamento rateale deve essere sempre frutto di un accordo, mai un’imposizione dell’azienda.

Prescrizione

Il tuo diritto a ottenere il TFR si prescrive in 5 anni conteggiati dal giorno di cessazione del rapporto di lavoro. Se hai ottenuto il diritto al TFR attraverso una sentenza di condanna passata in giudicato, allora il termine di prescrizione aumenta fino a 10 anni.

Suggerimento

Se il tuo datore di lavoro è in ritardo con il pagamento del TFR, inviagli una lettera richiesta TFR per invitarlo a corrisponderti le spettanze. L’invio della lettera, interrompe il termine di prescrizione. Quindi in caso di ritardo, non indugiare a inviare una formale richiesta e spediscila tramite raccomandata A/R.