I commercianti e in genere la maggior parte dei titolari di partita IVA (ad esclusione di chi ha aderito al regime dei contribuenti minimi), si trova ogni volta a dover effettuare il cosiddetto calcolo di “compensazione” tra l’IVA a credito e l’IVA a debito, ossia l’IVA pagata con gli acquisti e quella ricevuta con le vendite.

In questa guida cerchiamo di chiarire ogni singolo dubbio, innanzitutto sulla definizione dell’IVA a credito e d quella a debito e, dopodichè, come calcolare l’IVA che effettivamente dovrà essere versata dall’imprenditore (o libero professionista) all’Agenzia delle Entrate.

Fatture

Cosa vuol dire

Iva a credito: quando tu acquisti in bene o un servizio e lo paghi, il venditore emette una fattura, nella quale è compresa l’IVA. Tu pagherai quindi l’importo totale, ossia l’IVA + il costo. Hai già pagato l’IVA e quindi, in questo caso, sei a credito con il fisco, ecco perchè si dice “IVA a credito”.

Iva a debito: quanto invece sei tu a vendere, sei tu che emetti la fattura, quindi il tuo cliente pagherà a te IVA+ costo. Quell’IVA, essendo stata pagata dal tuo cliente e incassata da te, dovrà essere versata da te allo stato. Ecco perchè, per le vendite, si dice che l’IVA è a debito.

Compensazione

Un’attività economica quindi, con gli acquisti accumula IVA a credito, con le vendite accumula IVA a debito. Ogni anno l’imprenditore quindi, potrà avvalersi del principio di compensazione tra IVA a debito e IVA a credito: si tratta praticamente di una sottrazione delle due. Supponiamo che tu, per quest’anno, abbia accumulato 10.000 euro di IVA a debito e 8.000 euro di IVA a credito. Significa quindi che rimangono, grazie alla compensazione, 2.000 euro di IVA a debito. Allo stato quindi dovrai versare solo 2.000 euro.

Esempio concreto

Supponiamo che un commerciante abbia acquistato scrivanie per 5.000 euro (+ IVA al 22%) e abbia venduto ai suoi clienti merci per 2.000 euro (+ IVA al 22%).

Ha quindi un’IVA a debito pari a 440 euro (22% di 2.000).

Hai anche un’IVA a credito pari a 1.100 euro (22% di 5.000)

In questo caso l’IVA a credito é maggiore di quella a debito. Tu quindi non devi pagare nessuna IVA allo stato e, inoltre, potrai usare l’IVA a credito per compensare altri debiti fiscali.

Il credito IVA annuale può essere utilizzato a compensazione di altri debiti fiscali dal 1° gennaio dell’anno successivo. La compensazione del credito deve essere fatta mediante la sua esposizione nel modello F24, colonna “importi a credito”. Questa compensazione é libera per un importo di credito fino a 5.000 euro. Per importi compresi tra 5.000 e 10.000 euro, è subordinata alla presentazione della dichiarazione IVA. Oltre i 10.000 euro, la compensazione si può far valere soltanto con l’asseverazione di un consulente fiscale abilitato.