Sei una donna lavoratrice che aspetta un bebè, godi di ottima salute e fai un lavoro non pesante. Ti senti decisamente in forma al punto tale che vorresti lavorare fino al giorno del parto, in modo da usufruire dopo dei cinque mesi di astensione obbligatoria.

In questa guida completa su come lavorare fino al nono mese di gravidanza ti spiego come fare, qual è la legge che lo permette, come presentare domanda all’INPS, quali documenti allegare, cosa deve indicare il certificato medico, come funzionano l’astensione obbligatoria e quella facoltativa e infine come chiedere l’aspettativa non retribuita fino ai 12 mesi di età del bimbo.

Gravidanza

Le donne in gravidanza sempre più spesso decidono di rimandare il congedo di maternità. Fino a qualche tempo fa era possibile andare a lavoro fino al settimo mese, poi fino all’ottavo e ora è possibile perfino lavorare fino al nono mese!

Se una donna in attesa non ha particolari problemi, la gravidanza è fisiologica, può scegliere di andare in maternità obbligatoria a partire dal giorno del parto (data presunta del parto) e quindi fare dopo i 5 mesi di maternità obbligatoria.

Legge

La norma che ha permesso questo prolungamento, è la Legge n. 145/2018. Essa prevede che, se una donna non ha particolari problemi, può decidere di andare a lavoro fino al termine della gravidanza.

Sempre più persone decidono di optare per questa soluzione, proprio perché permette loro di usufruire della maternità obbligatoria 5 mesi dopo il parto, con un’indennità pari all’80%.

In situazioni classiche invece, la donna dovrebbe andare in maternità dall’ottavo mese, quindi fare due mesi di maternità prima del parto e tre mesi dopo. A questi si aggiungono altri sei mesi di facoltativa. Quindi praticamente si rientra a lavoro quando il bebè ha nove mesi.

Lavorando fino al nono mese invece, hai diritto ai cinque mesi dopo il parto, a cui puoi aggiungere l’ulteriore maternità facoltativa (di sei mesi) e quindi tornare a lavoro quando il bimbo avrà 11 mesi (5 mesi di obbligatoria + 6 mesi di facoltativa).

Come fare

Per poter lavorare fino al nono mese, devi presentare apposita domanda all’INPS, tramite i classici canali:

  1. Sito INPS;
  2. Call center (803 164 se chiami da fisso e 06 164 164 se chiami da cellulare);
  3. CAF.

Se presenti domanda tramite il sito INPS, devi presentare la classica domanda di maternità obbligatoria, però devi selezionare la specifica opzione in cui appunto confermi la volontà di lavorare fino a termine gestazione.

Attenzione

Devi presentare domanda durante il settimo mese di gravidanza! Praticamente lo stesso periodo in cui avresti fatto la domanda di maternità obbligatoria. Infatti il procedimento è lo stesso, semplicemente devi indicare l’opzione di voler iniziare a usufruirne solo dopo il parto.

Certificato medico

Per lavorare fino al nono mese, alla domanda di maternità obbligatoria devi allegare un certificato medico attestante la tua buona salute e quella del bimbo e che continuare a lavorare non arrecherà danni ad alcuno di voi due.

Attenzione

Il certificato deve essere di un medico del SSN, oppure convenzionato, oppure un medico del lavoro.

Il certificato devi allegarlo alla domanda di maternità obbligatoria, che ti ricordo va fatta durante il settimo mese di gravidanza. Quindi, per quanto riguarda la domanda da presentare all’INPS, non cambia nulla rispetto a chi chiede la maternità obbligatoria dall’ottavo mese.

Praticamente devi fare la domanda di astensione sempre al settimo mese, però devi ricordarti di indicare che desideri usufruirne non subito, ma dopo il parto. Se presenti la domanda online, devi spuntare un’apposita opzione. Se invece la presenti tramite CAF o call center, devi comunicarlo all’operatore. E inviare il certificato medico attestante la buona salute, come spiegato nei passi precedenti.

Maternità

Per le donne che lavorano, soprattutto per coloro che non svolgono lavori pesanti, si tratta di una buona opportunità, in quanto è possibile lavorare fino all’ultimo, quindi avere lo stipendio al 100% e poi godere dello stipendio all’80% per cinque mesi dopo il parto, anziché per tre mesi.

La maternità obbligatoria infatti, prevede un’indennità pari all’80% del tuo stipendio. Quindi, se per esempio la tua busta paga era di 1.000 euro, in maternità obbligatoria avrai 800 euro.

Al termine dell’astensione obbligatoria, se vuoi puoi usufruire dell’astensione facoltativa, ossia un periodo di altri sei mesi per poter stare ancora con il tuo piccolo. Durante questi sei mesi percepisci un’indennità del 30%, quindi se il tuo stipendio era di 1.000 euro, hai diritto a 300 euro di indennità.

Ferie

Durante la maternità obbligatoria, accumuli contributi e ferie, invece durante quella facoltativa no. Una volta terminata la maternità obbligatoria + facoltativa quindi, è probabile che tu abbia accumulato un bel po’ di ferie.

Potresti chiedere al tuo datore di lavoro di usufruirne prima di rientrare in azienda. Ed è probabile che te lo conceda, perché altrimenti dovrebbe remunerarti queste ferie. In questo modo rimanderai il tuo rientro a lavoro ancora un po’ per accudire il tuo piccolo.

Congedi e ferie finite, ma vorresti rimanere ancora con il tuo bebè? Fino ai 12 mesi del bimbo, se hai terminato congedi e ferie, puoi chiedere al tuo datore di lavoro l’aspettativa per maternità, in modo da rimanere a casa con tuo figlio fino a quando compie un anno di età, non di più.

A differenza del congedo obbligatorio e facoltativo però, il datore di lavoro non è obbligato a concederti l’aspettativa, quindi accettarla è a sua discrezione. Se dovesse accettarla, ricorda che durante questo periodo non percepisci alcuna indennità, né accumuli contributi o ferie. Semplicemente conservi il tuo posto di lavoro.