Lo spesometro é uno strumento ideato dall’Agenzia delle Entrate, attraverso il quale determinate categorie di contribuenti (professionisti, imprenditori e società, quindi soggetti titolari di partita IVA) devono rendere conto all’erario delle spese sostenute. Il fisco in questo modo ha la possibilità di verificare le incongruenze tra quanto dichiarato e quanto speso. Se un soggetto dichiara meno di quanto spende, possono partire controlli o accertamenti del fisco.
Nello specifico lo spesometro prevede che tutte le spese superiori ad un determinato importo (pari a 3600 euro) ed effettuate attraverso mezzi non tracciabili, vengano segnalate attraverso la compilazione di un documento all’Agenzia delle Entrate.
Se un impresa usufruisce di collaborazioni occasionali prestate da soggetti, queste prestazioni devono essere inserite nello spesometro, considerando che si tratta di prestazioni erogate da privati, non titolari di partita IVA?
le prestazioni occasionali infatti, vengono pagate con “ricevute di prestazione occasionale”, le quali non comprendono IVA, ma la sola ritenuta d’acconto. I soggetti privati non titolari di partita IVA non emettono quindi fatture ma semplici ricevute. Le operazioni di questi collaboratori non sono quindi rilevanti ai fini IVA (sia che vendano beni, sia che prestino servizi) e pertanto non vanno comunicate. Non vanno quindi registrate con la causale FR che movimenterebbero l’iva, ma con una causale più generica: per esempio possono essere registrare con la causale PO.
Ricordiamo infine che, i soggetti tenuti a alla comunicazione dello spesometro sono:
– titolari di impresa, imprese artigiane e imprese commerciali;
– rappresentanti e agenti di commercio;
– liberi professionisti con partita IVA;
– società di persone;
– società di capitali.