Nel tempo la normativa sull’uso dei contanti si è fatta sempre più stringente: lo scopo è quello di far emergere l’economia sommersa e disincentivare l’uso della moneta liquida a favore di mezzi tracciabili, come bonifici, assegni, carte di credito, bancomat.
In questa guida completa sul limite contanti ti spiego cosa significa e come funziona, cosa dice la legge in merito, cosa prevede per il prelievo di contanti allo sportello bancario oppure dal bancomat, per il versamento e per i pagamenti in caso di acquisto di beni o servizi.
Come funziona
L’articolo 18 della Legge n. 157/2019 prevede l’innalzamento del limite al contante, nello specifico il limite sale a:
- 1.999 euro tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2020;
- 999 euro a partire dal 1° gennaio 2021.
Nel tempo il limite si è abbassato, visto che fino alla prima metà del 2020 era di 2.999 euro.
Cosa significa
Limite al contanti significa che, se per esempio effettui un acquisto di un bene o di un servizio, puoi pagare in contanti solo fino a un massimo di 1.999 euro (999 a partire dal 1° gennaio 2021).
Per importi superiori quindi, devi usare strumenti di pagamento tracciabile, per esempio:
- Carta di credito;
- Carta di debito;
- Bonifico;
- Vaglia postale.
Il pagamento quindi deve risultare da un mezzo tracciabile.
Sanzioni
In caso di violazione, la legge prevede le seguenti multe:
- 2.000 euro per le violazioni commesse dal 1° luglio al 31 dicembre 2020;
- 1.000 euro per le violazioni commesse a partire dal 1° gennaio 2021.
Prima di questa legge, la soglia per il pagamento in contanti era di 2.999 euro.
Versamento
Quando si parla di limiti al contante, la legge suddetta non si riferisce al versamento in contanti sul conto corrente. Infatti, quando si tratta di versamenti o prelievi sul tuo conto corrente, non avviene alcun trasferimento di denaro da persona a persona: non sussiste dunque il limite di 1.999 euro (999 a partire dal 2021).
La banca funge semplicemente da tua depositaria: se effettui versamenti o prelievi in contanti non stai trasferendo denaro a nessun soggetto diverso da te stesso. Il fatto che non sussista il limite però, non significa che le autorità non sottopongano il tuo versamento a un controllo, soprattutto se si tratta di somme importanti.
Nello specifico, ai sensi dell’art. 32 del d.P.R. n. 600/73 (meglio conosciuto come Testo Unico sulle imposte sui redditi), tutti i versamenti in contanti fatti sul tuo conto corrente, si presume che siano dei ricavi. In quanto tali, bisogna indicarli nella dichiarazione dei redditi.
Questo però metterebbe in difficoltà parecchi contribuenti: si pensi ad esempio a un ragazzo che ottiene dei regali economici per il compleanno e decide di versare il denaro sul suo conto. Tipico esempio è appunto quello delle donazioni.
Se si tratta di somme non importanti e sporadiche, l’Agenzia delle Entrate non andrà a indagare il perché di quel versamento, altrimenti dovrebbe lavorare solo su quello: ogni giorno sui conti correnti avvengono migliaia e migliaia di versamenti in contanti sui conti correnti.
L’Agenzia delle Entrate presta quindi attenzione alle situazioni più ambigue: per esempio potrebbe chiedere un accertamento se ogni mese fai un versamento di 600 euro (perché potrebbe per esempio presumere che hai un reddito di affitto in nero); oppure se un bel giorno versi sul tuo conto 20.000 euro.
In caso di accertamento, la multa non è automatica: sta a te dimostrare la provenienza di quel denaro, che non sia frutto di evasione fiscale. A questo punto quindi, ti starai chiedendo come gestire i tuoi contanti, visto che versandoli in banca puoi rischiare un accertamento.
In alternativa al versamento puoi aprire una cassetta di sicurezza in banca. Le autorità vengono a conoscenza del fatto che hai comprato una cassa di sicurezza in banca, ma non ne conoscono l’importo depositato. Nulla vieta alle autorità, in caso di sospetti, di intraprendere delle indagini per conoscere il contenuto della cassetta.
Prelievo
Lo stesso discorso fatto per i versamenti, vale per i prelievi. Un prelievo che effettui dal tuo conto corrente, non comporta alcun trasferimento di denaro da un soggetto all’altro. Il conto corrente è intestato a te e i soldi li prelevi tu. Non vale quindi il limite dei 2.000 (1.000) euro.
C’è un però: non sempre le banche hanno tantissimi contanti in cassa disponibili per i prelievi dei clienti. Quindi se hai bisogno di fare un prelievo abbastanza consistente, ti conviene prima telefonare in banca, in modo da prenotare la somma.
Per quanto riguarda il bancomat invece, i prelievi da ATM di solito hanno dei limiti massimi giornalieri e mensili. Per esempio alcune banche permettono un prelievo massimo di 500 euro al giorno e di 2.000 euro al mese. In questo caso però devi contattare la tua banca per conoscere i limiti precisi.
Pagamento
Il limite di 1.999 euro (999 euro a partire dal 2021), vige dunque per i pagamenti, ossia per gli spostamenti di denaro da un soggetto all’altro. Per importi superiori quindi, bisogna sempre usare mezzi tracciabili, come bancomat, carta di credito, bonifico bancario o postale, assegno, carte prepagate.
Nel corso del tempo il limite di utilizzo dei contanti, per i pagamenti, è andato sempre al ribasso. Fino alla prima metà del 2020 infatti, si poteva pagare in contanti fino a 2.999 euro.
Con il tempo la normativa sulla tracciabilità degli spostamenti di denaro è diventata più stringente: lo scopo è quello di disincentivare l’uso del contante a favore di mezzi tracciabili. In questo modo l’Agenzia delle Entrate può sempre venire a conoscenza di spostamenti piuttosto ambigui e avviare dunque un accertamento.
Lo scopo è dunque quello di far emergere l’economia sommersa, incentivando l’uso di mezzi tracciabili attraverso delle norme ad hoc.