La crescente pressione fiscale in Italia spinge chi possiede grosse somme di denaro, a effettuare i propri depositi e aprire le proprie aziende al di fuori della nazione. Come non menzionare le società off shore, che consistono nell’aprire un’impresa all’estero e pagare quindi le tasse di questo stato piuttosto che quelle vigenti secondo la normativa italiana.
I paradisi fiscali: oasi metaforiche dove é possibile far “riposare” il proprio denaro, indisturbato da tasse e balzelli, una sorta di rifugio dall’alta tassazione (il ricorso ai paradisi fiscali però, laddove sussistano gli elementi, è annoverabile come tecnica di elusione fiscale). Questi Paesi, che si trovano sia in Europa che nel resto del Mondo, vengono definiti tali proprio perché la normativa locale prevede una riscossione di tributi e tasse inferiore rispetto ad altri Paesi. In alcuni di questi Paesi la tassazione é addirittura pari a zero.
Lista paradisi fiscali in Europa e nel Mondo
Il principale motivo per cui si decide di aprire un’attività o un’azienda nei paradisi fiscali, é proprio questo: risparmiare sulle tasse. Un’altra caratteristiche di questi Paesi é il segreto bancario, che ha lo scopo di tutelare la riservatezza della persona che ha depositato nelle banche del Paese.
L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha diviso i paradisi fiscali in quattro categorie (in neretto sono stati segnati i Paesi del continente europeo):
1) Lista nera: Costa Rica, Malesia, Filippine e Uruguay. Sono nazioni che non si sono impegnate a rispettare le regole internazionali. Non c’è quindi nessun Paese Europeo.
2) Lista grigia: Andorra, Anguilla, Antigua, Barbuda, Aruba, Bahamas, Bahrein, Belize, Bermuda, Isole Vergini Inglesi, Isole Cayman, Isola Cook, Dominica, Gibilterra, Grenada, Liberia, Liechtenstein, Isole Marshall, Monaco, Montserrat, Nauru, Antille Olandesi, Niue, Panama, St Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Samoa, San Marino, Isole Turk e Caicos, Vanuatu.
3) Lista grigio chiaro: Austria, Belgio, Brunei, Cile, Guatemala, Lussemburgo, Singapore, Svizzera.
Esiste una quarta lista, la lista bianca (elenco di cui fa parte anche l’Italia) ed é relativa ai Paesi che rispettano almeno 12 delle regole degli standard internazionali.
Aggiornamento rapporto OCSE18 Maggio 2012:
La lista Nera ora è vuota. Nella lista grigia rimangono solo Nauru e Guatemala. La lista Grigio chiara è vuota e tutte le nazioni di essa, insieme a quelle prima facevano parte della Grigia, sono ora nella lista bianca.