Un docente spesso non si limita alla classica attività scolastica, ossia alle ore di lezione con gli studenti. Ci sono tante altre attività di cui si occupa: basti pensare ad esempio al coordinamento della classe, all’attività di consulenza e orientamento, così come all’impegno durante gli esami di stato. Tutte queste attività comprendo un compenso accessorio oltre a quello base di insegnante.

In questa guida completa ti spiego cosa sono i compensi accessori, come sono composti, cosa significa lordo stato e lordo dipendente, quali voci comprendono, qual è la differenza tra questi due termini, come si calcolano.

Cosa sono i compensi accessori

Nell’ambito della scuola, oltre alla classica attività di insegnamento, ci sono anche attività cosiddette “accessorie” rispetto alla funzione classica del docente. Basti pensare ad esempio alle ore di servizio prestate per sostituire colleghi che si assentano improvvisamente, per tenere dei corsi di recupero, per portare in gita gli studenti, così come le ore passate durante lo svolgimento degli esami di stato.

Tutte queste sono definite attività accessorie, perché appunto vanno oltre la funzione base di insegnante. In qualità di attività accessorie, prevedono un compenso accessorio rispetto a quello base. Quindi, da una parte ricevi il tuo stipendio classico da insegnante, a questo si aggiunge l’eventuale compenso per attività extra che hai prestato. Appunto si chiama compenso accessorio.

Com’è composto il compenso accessorio

Tutti i compensi accessori sono composti da:

  • Compenso netto;
  • Oneri a carico del docente;
  • Oneri a carico dell’ente datore di lavoro.

Questo compenso, ripetiamo, è a parte oltre al compenso base dell’insegnate, a cui va a sommarsi.

Lordo stato e lordo dipendente: significato e differenza

Per lordo dipendente si intende: compenso netto + oneri a carico del docente;

Per lordo stato si intende: Lordo dipendente + oneri a carico dell’ente datore di lavoro.

Vediamo quali sono gli oneri a carico dell’insegnante:

  • INPS, per la quota a suo carico (il cosiddetto “INPS dipendente”, la cui percentuale è pari all’8,8%)
  • Fondo credito dipendente (0,35%)
  • IRPEF, sarebbe l’imposta sul reddito. Non c’è una percentuale fissa, dipende dall’ammontare del tuo reddito.

Vediamo ora quali sono invece gli oneri a carico dell’ente datore di lavoro:

  • IRAP (pari all’8,5%)
  • INPS a carico del datore di lavoro (cosiddetta “INPS stato”, la cui percentuale è pari al 24,2%).

A quanto ammontano i compensi accessori

Per la scuola pubblica, i compensi base sono stabiliti da apposita normativa. Per quanto riguarda i compensi accessori, solitamente un apposito decreto ministeriale stabilisce l’importo. Oppure, se non stabilisce l’importo esatto, sancisce limite massimo e minimo, poi è la scuola che stabilisce, in base alla sua autonomia decisionale, come distribuire adeguatamente le risorse. Rimanendo sempre nei limiti imposti dalla normativa.

Giusto per fare un esempio: prendiamo i compensi di docenti tutor e docenti orientatori. La normativa non stabilisce un importo preciso, ma si limita a sancire il seguente:

  • Il compenso del docente tutor può spaziare tra 1.500 e 2.000 euro lordi annui;
  • Il compenso del docente orientatore può spaziare tra 2.850 euro e 4.750 euro lordi annui.

Spetta poi alla contrattazione di istituto decidere criteri e modalità di distribuzione delle risorse, rimanendo nei limiti stabiliti.