Non sempre è possibile per una madre lavorare fino al settimo mese di gravidanza: la stanchezza e la fatica si sentono molto di più (soprattutto se si hanno malattie gravi e croniche) e inoltre ci sono dei lavori che richiedono sforzi fisici molto pesanti tali da mettere a rischio la gravidanza stessa.
Se sei una mamma in queste condizioni puoi richiedere la maternità anticipata e ottenere l’interdizione dal lavoro molto prima rispetto ai termini normali. In questa guida ti spiego cos’è e come funziona, come inoltrare la richiesta, come funzionano le visite fiscali e come cambia la retribuzione dello stipendio. Ecco cosa devi sapere.
Indice
Come funziona
La maternità anticipata é l’astensione al lavoro prima dei termini tradizionali (settimo o ottavo mese) prevista dagli articoli 16 e 17 del D. Lgs. 151/2001. Viene disposta dalla DPL (Direzione provinciale del lavoro) competente della residenza della lavoratrice.
Si tratta quindi di un’interdizione al lavoro obbligatoria riconosciuta alla lavoratrice madre che, nei primi sette mesi di gravidanza, si trovi nelle seguenti condizioni che possano mettere a rischio la sua salute o quella del bambino:
- Gravi complicanze di salute (anche per malattie preesistenti);
- Condizioni di lavoro a rischio;
- Mansioni di trasporto o sollevamento pesi, o comunque a lavori faticosi ed insalubri, se non è possibile adibire la dipendente ad altre mansioni.
Da quando parte
La maternità anticipata può partire in qualsiasi momento, anche dal momento stesso in cui si scopre la gravidanza quando sussistono le condizioni di cui sopra. Inoltre, nei casi 2 e 3, la DPL può prorogare l’interdizione al lavoro fino a sette mesi dopo il parto.
Richiesta
La domanda per ottenere la gravidanza anticipata deve essere fatta a due organi differenti in base a situazioni diverse:
- ASL: per i casi rientranti nei punti 1, ossia gravi complicanze di salute o malattie preesistenti pregiudicanti;
- DPL: per i casi rientranti nei punti 2 e 3, ossia condizioni di lavoro insalubri o lavoro a rischio.
La procedura e i documenti necessari per fare la richiesta cambiano a seconda che sia fatta all’ASL oppure al DPL. Ecco qui di seguito cosa fare in ogni caso:
Competenza dell’ASL
Per fare domanda di maternità anticipata, devi consegnare all’ASL il certificato medico attestante le gravi complicanze. Insieme al certificato devi consegnare anche il modulo di richiesta della maternità anticipata: il modulo puoi scaricarlo dal sito della tua ASL o ritirarlo direttamente in sede.
Scarica il modello di richiesta di maternità anticipata di esempio per l’ASL di Monza e Brianza.
Se il tuo medico è iscritto al servizio sanitario nazionale, il suo certificato è già definitivo e l’interdizione al lavoro è subito concessa. Se il certificato è di un ginecologo non ospedaliero, né iscritto al SSN, l’ASL dovrà effettuare alcuni accertamenti.
Quindi dovrai recarti dal tuo medico di base e metterti in mutua fino a quando ricevi la risposta dell’ASL. In questi giorni sei in malattia, quindi ricorda di essere a casa durante gli orari di reperibilità per l’INPS.
Appena riceverai la risposta positiva dell’ASL, non sarai più in mutua, ma in astensione anticipata sin dal primo giorno di assenza (l’interdizione è retroattiva). Non dovrai quindi più rispettare gli orari di reperibilità INPS previsti per la malattia.
Competenza della DPL
La domanda di maternità anticipata qualora l’ambiente di lavoro sia insalubre oppure la donna adibita a lavoro a rischio, può essere presentata sia dalla dipendente che dal datore di lavoro direttamente alla DPL di competenza.
La risposta arriva entro 7 giorni (in questi 7 giorni osserva gli orari di reperibilità INPS), se si supera tale termine senza risposta la domanda si intende accolta. Da questo momento la lavoratrice è in astensione anticipata e può uscire di casa quando desidera.
Attenzione
Dopo aver presentato la domanda all’ASL o alla DPL e aver ottenuto la gravidanza anticipata, deve essere fatta anche richiesta all’INPS (la richiesta va fatta sul sito INPS, tramite patronati oppure al call center INPS ai numeri 803164 da rete fissa o 06164164 da cellulare).
Visita fiscale
Se il certificato medico viene rilasciato da un ginecologo di struttura pubblica o comunque iscritto al SSN, sei in maternità anticipata sin da subito e non sei soggetta a visita fiscale. Non devi quindi osservare alcun orario di reperibilità.
Se invece il certificato medico viene rilasciato da un ginecologo privato, potresti essere sottoposta a un’accertamento sanitario. Solo in questo caso infatti, l’ASL di competenza, entro 7 giorni dalla presentazione della domanda, può disporre una visita fiscale per accertare la validità della tua richiesta.
L’accertamento da parte dell’ASL deve avvenire entro sette giorni a partire dalla data in cui effettui la domanda di maternità anticipata. Se non si ottiene alcuna risposta e alcuna visita entro 7 giorni, la domanda è accolta.
Ciò non non esenta l’ASL dal fare un controllo anche oltre il settimo giorno (di solito entro un mese ma non oltre), per accertare l’astensione al lavoro ed emanare direttamente il provvedimento.
Occorre infine ricordare, che non si tratta di “visita fiscale” come solitamente viene intesa e per la quale occorre rispettare le fasce orarie di controllo.
Proprio per questo motivo, é ormai prassi consolidata che la visita medica venga effettuata il giorno stesso della presentazione della domanda, presso l’U.O.S. (Unità Operativa Semplice) territoriale. Se la donna non riesce a recarsi presso l’U.O.S., viene predisposto un accertamento a domicilio.
Stipendio
Durante il periodo di maternità anticipata spetta la stessa retribuzione prevista durante la maternità obbligatoria: hai quindi diritto all’80% della tua retribuzione (integrabile al 100% a seconda del tuo CCNL). La domanda per ottenere l’indennità di maternità anticipata deve essere fatta direttamente all’INPS.
Se sei una lavoratrice dipendente, l’indennità viene pagata dall’INPS direttamente al datore di lavoro, per cui riceverai il pagamento mensilmente in busta paga. Se sei una lavoratrice domestica, agricola, con contratto a progetto o una lavoratrice autonoma, viene pagata direttamente dall’INPS.
Mensilità
Durante la maternità anticipata maturi sia la tredicesima che la quattordicesima. Queste però non saranno corrisposte alla solita scadenza (dicembre e fine giugno/luglio) ma mensilmente. In pratica ogni mese, in busta paga ci sarà una somma aggiuntiva, che rappresenta il rateo di tredicesima e quattordicesima.
Nel mese in cui di solito ricevi la tredicesima e la quattordicesima, non otterai il solito doppio stipendio, ma un importo maggiorato al massimo del 20% (ossia l’eventuale parte di mensilità aggiuntiva dovuta dal datore di lavoro).
Esempio
Se il tuo stipendio è pari a 1.000 euro e il CCNL di riferimento prevede che in maternità tu riceva una busta paga pari all’80% pagata dall’INPS più il 20% pagato dal datore di lavoro, si riceverà ogni mese circa 1.200 euro, perché tredicesima e quattordicesima vengono pagate dall’INPS ogni mese e non tutte insieme.
Contratto a tempo determinato
Se entri in maternità anticipata e hai un contratto a termine, alla scadenza del contratto il datore di lavoro ha la facoltà di non rinnovarti il contratto. Puoi usufruire della maternità anticipata fino alla scadenza del contratto dopo di ché, se non ti viene rinnovato, puoi chiedere l’indennità di disoccupazione NASPI.
Appena entrerai nell’ottavo mese di gravidanza potrai fare richiesta di maternità obbligatoria: a questo punto la disoccupazione viene “sospesa” e riprende solamente allo scadere della maternità obbligatoria.
Disoccupazione
Se sei in disoccupazione, hai scoperto di essere incinta e si tratta di una gravidanza a rischio, non hai diritto alla maternità anticipata.
Se al settimo mese di gravidanza sei ancora in disoccupazione potrai chiedere la maternità obbligatoria. A questo punto la disoccupazione NASPI si “sospende” e riprende solo al termine della maternità obbligatoria, ossia tre mesi dopo il parto.