Sei una donna lavoratrice e sei incinta. Purtroppo hai un contratto a termine e quindi ti stai ponendo tante domande su quale sia la tutela che ti riserva la legge. Se si può andare in maternità con contratto a tempo determinato, cosa fare se l’azienda non ti rinnova il contratto perché incinta, cosa fare se stai percependo la NASPI, cosa succede all’indennità maternità dopo cessazione rapporto di lavoro… sono solo alcuni dei tanti dubbi che ti assalgono.

In questa guida completa sulla maternità con contratto a tempo determinato ti spiego come funziona, le tutele che ti spettano, l’astensione obbligatoria e facoltativa, la NASPI, cosa succede alla scadenza del contratto, come chiedere l’indennità di maternità prima o dopo la cessazione del rapporto di lavoro e infine cosa fare in caso di gravidanza a rischio.

Come funziona

Se lavori, hai diritto a un periodo di astensione dal lavoro, retribuito, che tu sia assunta a tempo determinato o indeterminato. Se il tuo è a tempo determinato, hai gli stessi diritti delle tue colleghe che hanno un contratto senza scadenza.

La normativa che tutela la donna in questo particolare periodo della sua vita lavorativa, è racchiusa negli artt. 24 e 57 del Testo coordinato D.Lgs. n. 151/2001 e nel D. Lgs. n. 115/2003.

Astensione obbligatoria

Sei hai un contratto a tempo determinato, hai diritto all’astensione obbligatoria dal lavoro per un periodo di cinque mesi: due mesi prima del parto e tre mesi dopo il parto. Se le tue condizioni di salute lo permettono, puoi anche optare per il congedo flessibile, ossia andare a lavoro addirittura fino all’ultimo giorno di gravidanza (fino al giorno prima della data presunta del parto) e poi fare tutti i cinque mesi dopo.

Per fare ciò però, è necessario un certificato medico del tuo ginecologo, il quale attesta che non c’è alcun problema sia per te che per il bimbo nel proseguire l’attività lavorativa. Puoi anche optare per la soluzione 1 + 4, ossia un mese di astensione prima del parto e quattro mesi dopo, sempre con certificato medico.

Durante l’astensione obbligatoria hai diritto all’80% del tuo stipendio. Quindi se hai uno stipendio netto di circa 1.000 euro al mese, in maternità obbligatoria hai diritto a circa 800 euro mensili.

Vediamo ora come funziona la maternità obbligatoria se hai un contratto a tempo determinato. A seconda della scadenza contrattuale si applicano regole diverse:

  • CASO 1: il contratto di lavoro scade mentre sei già in maternità obbligatoria. Per esempio: hai partorito il 15 maggio e il contratto di lavoro scade il 25 giugno. Hai diritto a tutti i cinque mesi di maternità, ossia fino al 15 agosto (se hai scelto l’opzione 2 + 3), oppure fino al 15 settembre (se hai scelto l’opzione 1 + 4), oppure fino al 15 ottobre (se hai scelto l’opzione 0 + 5).
  • CASO 2: il contratto di lavoro scade prima che entri in maternità obbligatoria, ossia prima dell’inizio dell’ottavo mese di gestazione (32 settimane). Hai diritto all’indennità di maternità obbligatoria, purché il contratto sia scaduto massimo 60 giorni prima dell’inizio del congedo. Vediamo meglio con un esempio concreto:

Ti è scaduto il contratto il giorno 6 settembre, eri a 5 mesi e mezzo di gravidanza. Saresti entrata in maternità obbligatoria quindi, a partire dal 21 ottobre. Dal 6 settembre fino al 21 ottobre, sono meno di 60 giorni, quindi hai diritto all’indennità di maternità obbligatoria per cinque mesi, a partire dal 21 ottobre e fino al 21 marzo.

NASPI disoccupazione

Il caso 2 indicato nel paragrafo precedente, vale anche se sei incinta e stai percependo la NASPI. Facciamo un esempio pratico che è molto più diretto e semplice da capire.Enza ha perso il lavoro e fruisce della Naspi da gennaio 2021.

Sei incinta e hai perso il lavoro. Saresti entrata in sospensione obbligatoria a partire dal 5 settembre. Il tuo contratto di lavoro è scaduto il 17 luglio. Quindi, il rapporto di lavoro si è chiuso meno di 60 prima dell’inizio del congedo: hai diritto all’indennità di maternità obbligatoria per cinque mesi. Se stai prendendo la NASPI, si sospende e prenderai l’indennità sostitutiva (ossia l’indennità per la maternità).

Scadenza e rinnovo contratto

Adesso vediamo un altro caso: sei incinta e il contratto ti scade ben oltre 60 giorni prima dell’inizio della maternità obbligatoria (in questo caso infatti saresti stata “coperta” come spiegato nel paragrafo precedente).

Supponiamo che tu sia a inizio gravidanza e ti scada il contratto a termine. Se il datore di lavoro te lo rinnova, ben venga. Ma purtroppo non c’è una legge che obblighi il datore di lavoro a rinnovartelo. Tuttavia, se in azienda, altri lavoratori che avevano un contratto analogo al tuo hanno avuto il rinnovo e tu no, allora è probabile che tu abbia subito una discriminazione.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5476/21 ha ritenuto ingiustificato e discriminatorio tale comportamento aziendale: dunque se ti trovi in questa situazione, puoi citare in giudizio l’azienda.

Dovrai comunicare al giudice solo il tuo stato di gravidanza e il fatto di essere stata discriminata rispetto ad altri colleghi che hanno ottenuto il rinnovo. L’onere della prova spetterà all’azienda: dovrà provare di non averti discriminato per il tuo stato, adducendo valide, chiare e specifiche prove.

Facoltativa

Le lavoratrici che hanno un contratto a tempo determinato hanno gli stessi diritti delle lavoratrici a tempo indeterminato. La legge tutela la donna in gravidanza e anche durante il puerperio, ossia il periodo successivo al parto.

Dunque, così come ti spetta l’indennità per sospensione obbligatoria, al suo termine ti spettano anche i sei mesi di indennità per sospensione facoltativa. Durante questo periodo, che parte subito dopo l’obbligatoria e dura sei mesi, hai diritto al 30% dello stipendio percepito.

Richiesta

Per quanto riguarda le indennità per sospensione obbligatoria e poi facoltativa, devi chiederle direttamente all’INPS, online tramite il sito ufficiale (se possiedi PIN o SPID), oppure tramite call center INPS oppure tramite un patronato.

La domanda va inviata un po’ prima dell’inizio del congedo: quindi circa un paio di settimane prima dell’inizio dell’obbligatoria e poi un paio di settimane prima della facoltativa. Per la richiesta, devi chiedere al tuo ginecologo il certificato di gravidanza. Questo certificato dovrai allegarlo alla domanda fatta sul sito INPS oppure consegnarlo al patronato che gestisce la tua richiesta.

Fino a che il contratto a tempo determinato è in essere, ossia non è ancora scaduto, la maternità te la paga l’azienda in busta paga (di solito avviene così). Se invece il contratto è già scaduto, allora te la paga direttamente l’INPS, tramite bonifico sul tuo conto corrente.

Gravidanza a rischio

Se sei incinta e hai un contratto a tempo indeterminato. Purtroppo la gravidanza non è cominciata nel migliore dei modi, oppure ci sono stati dei problemi durante il percorso. Il tuo medico quindi, ha deciso di attestare la tua gravidanza a rischio.

In caso di contratto a tempo determinato, non c’è alcuna motivazione che ti impedisca di andare in maternità anticipata. Se il tuo medico lo ritiene opportuno, hai tutto il diritto di andare in maternità anticipata. Poi per la maternità obbligatoria e facoltativa valgono le regole di cui sopra.