Vuoi sposarti ma non sei mai stato un credente fervente? Il tuo future coniuge ha una fede completamente diversa e contrastante dalla tua? Credi ma non vuoi sposarti in chiesa, vuoi risparmiare? In tutti questi casi quello che puoi fare è semplicemente fare un matrimonio civile al comune di tua residenza.

In questa guida completa sul matrimonio civile ti spiego come funziona, quali testimoni puoi scegliere, quali sono i documenti che ti servono, come avviene il rito, quanto costa e quanto puoi risparmiare, come fare il libretto, quali sono i tempi, come annullarlo e come sposarsi successivamente in chiesa se ci ripensi.

Cos’è e come funziona

Un matrimonio civile è un rito che ufficializza l’unione tra due persone, sotto il punto di vista legale. Sempre più persone, per svariati motivi, decidono di sposarsi solo in Comune, i municipi sono dotati di sale nozze molto eleganti e delle volte offrono anche la possibilità di sposarsi all’aperto o in location dal particolare valore artistico o paesaggistico. Se hai scelto di sposarti solo in Comune, la procedura è molto semplice:

1. Richiesta

Recatevi presso il Comune (il Comune di residenza di uno dei due sposi, non c’è bisogno di andare ad entrambi) e comunicate la vostra intenzione di sposarvi. Il funzionario comunale fisserà la data della “promessa di nozze”.

2. Promessa di nozze

Il giorno fissato dal Comune, dovete andare a fare il vostro giuramento: promettete che, alla tale data, vi recherete in Comune per il rito civile definitivo. Dal giorno della promessa di nozze, avete 180 giorni (sei mesi quindi), per celebrare il matrimonio.

3. Pubblicazioni

Durante gli 8 giorni successivi alla promessa, alla Porta del Comune saranno affisse le pubblicazioni, indicanti il nome dei futuri sposi e la data. Le pubblicazioni sono obbligatorie, non è possibile procedere direttamente al matrimonio senza pubblicazioni. Servono a rendere nota a tutti la vostra volontà, affinché chiunque sia interessato possa opporsi.

4. Atto di matrimonio

Entro 180 giorni dalle pubblicazioni, potrete finalmente celebrare il vostro matrimonio in Comune. Potete anche scambiarvi le classiche fedi e portare alla lettura un vostro discorso personalizzato.

Testimoni

Durante la promessa di matrimonio non occorrono più i testimoni, per cui potete recarvi in Comune tu e il tuo futuro coniuge. Non serve più neanche la figura del genitore.

Occorrono invece i testimoni il giorno dell’atto di matrimonio. I testimoni devono essere in numero uguale per entrambi. Se quindi il marito ne ha due, anche la moglie deve averne due, se il marito ne ha tre, anche la moglie deve averne tre. Il numero minimo di testimoni è uno a testa.

Non è possibile sposarsi senza testimoni. Se quindi non hai intenzione di chiedere a nessuno dei tuoi amici o familiari di farti da testimone, puoi chiedere direttamente in comune se c’è qualcuno disponibile per la data delle nozze. È meglio chiederlo sin dal giorno del giuramento e non attendere all’ultimo minuto quello delle nozze.

Documenti

Se hai deciso di sposarti solo in Comune, allora la procedura è molto semplice: tu e il tuo futuro coniuge dovete recarvi presso il Comune ove uno dei due ha la residenza e fare richiesta di nozze civili. Dei documenti se ne occuperà il Comune stesso. Si occuperà anche di reperire i documenti dell’altro futuro coniuge che abita in un Comune diverso.

I casi però non sempre sono così semplici e lineari. Ci sono situazioni particolari che richiedono procedure un po’ più complicate e una documentazione aggiuntiva. Tipico esempio è quello del matrimonio tra una persona italiana e una persona straniera, oppure quando sono entrambi stranieri e desiderano sposarsi in territorio italiano.

Leggi subito la guida completa a tutti i documenti per il matrimonio civile e/o religioso.

Rito

Il rito civile è molto diverso da quello religioso. In chieda, il rito può durare persino un’ora e mezza, mentre in Comune il rito standard non dura più di 10/15 minuti. La procedura si divide in tre fasi:

1. Formula

Il celebrante comunale legge i tre articoli del Codice Civile (artt. 143, 144 e 147), facendo riferimento a diritti e doveri che si acquisiscono con il vincolo matrimoniale;

2. Promessa

I due sposi dichiarano pubblicamente la volontà di sposarsi. Il celebrante pone loro la fatidica domanda: “Signor X, vuole prendere quale moglie la Sig.ra Y”, “Sig.ra Y, vuole prendere quale marito il Sig. X?”. I due sposi rispondono di sì.

A questo punto possono decidere di inserire, dopo la dichiarazione id volontà, una specifica formula a loro cara, un discorso personalizzato, l’intervento di una terza persona. La lettura personalizzata può essere fatta dagli stessi sposi, uno per uno, oppure da una terza persona, dai testimoni per esempio, ma anche da uno o più invitati.

3. Lettura e firma

Al termine del rito, l’ufficiale comunale legge l’atto di matrimonio e tutti (sposi, testimoni, celebrante) lo firmano. L’unione è sancita e agli sposi viene consegnata la pergamena dell’atto di matrimonio.

Costo

Sposarsi in Comune ha un costo veramente irrisorio. Ecco quali sono precisamente i costi da tenere in considerazione per celebrare un rito civile:

  • Marca da bollo. Se gli sposi sono residenti nello stesso Comune, basta una sola marca da bollo di 16 euro. Se sono residenti in Comuni diversi, occorrono due marche da bollo di 16 euro.
  • Ulteriore marca da bollo di 16 euro se decidete di sposarvi in un Comune diverso dal vostro.
  • Eventuali addobbi floreali o di cerimonie personalizzate (scambio della sabbia, del vino, ecc.). Il prezzo è sicuramente molto più basso rispetto all’addobbo della chiesa: si va dai 150 ai 400 euro. Ma non tutti gli sposi decidono di addobbare la sala comunale, non essendo obbligatorio.

Libretto

Anche per il rito civile, come per quello religioso, puoi preparare dei libretti in modo da leggere il discorso matrimoniale, per te, per il tuo sposo, per i testimoni e se lo desideri anche per tutti gli invitati. Sul libretto si definisce il programma dettagliato della cerimonia.

In questo modo gli ospiti potranno seguire tutti i discorsi e potranno anche conservare un ricordo del rito. Il libretto di matrimonio puoi realizzarlo anche tu: ti basta avere un pc con installato Word. Il libretto che hai realizzato poi, puoi stamparlo a casa tua, oppure affidarlo a negozi di stampa specializzati.

Ecco cosa devi scegliere per realizzare il tuo libretto fai da te:

  1. La forma. Puoi scegliere la classica forma da libretto, ma anche formati più particolari, come ad esempio un cuore o una farfalla!
  2. Il testo. Il libretto deve contenere: luogo e data, nomi degli sposi, nomi dei testimoni. Tutte le parti del rito civile e quindi anche il discorso personalizzato.
  3. Il font. Sicuramente l’ideale è un bel corsivo elegante, ma ci sono coppie che optano con successo per stili più alternativi.
  4. I ringraziamenti. La formula finale del libretto è quella di ringraziamento. Comunicate ai vostri invitati la gioia nell’averli avuti presenti e li ringraziate.

I libretti potrà distribuirli un parente o un amico, oppure si possono far trovare all’ingresso, elegantemente tenuti in un cesto decorato.

Tempi

Se volete sposarvi con una certa fretta, dovete andare a farne richiesta in Comune almeno uno o due mesi prima. Se invece non avete così tanta fretta, potete farne richiesta anche cinque o sei mesi prima. I tempi da rispettare sono i seguenti:

  1. Pubblicazioni. Recatevi in Comune e prenotate il giorno della promessa di matrimonio. In base alla disponibilità del Comune, la data può essere fissata dai successivi trenta giorni in poi.
  2. Nozze. A partire dal giorno delle pubblicazioni, gli sposi hanno 180 giorni per procedere all’atto di matrimonio vero e proprio. Data che chiaramente avrete già prenotato prima delle pubblicazioni.

In generale quindi, ci si può sposare anche in un mese o due, se non si hanno particolari esigenze. Chiaramente i tempi di attesa aumentano se scegliete una certa location, tipo il Palazzo Reale di Milano, la Sala Rossa del Campidoglio, Villa Lais o altre luoghi di particolare interesse artistico o storico, per i quali potrebbe esserci una lista di attesa più o meno lunga.

Annullamento e nullità

Il matrimonio civile è annullabile se è stato celebrato in presenza di vizi. L’annullamento può essere richiesto dai coniugi, ma solitamente è solo una parte che lo richiede, la parte lesa. Inoltre occorre precisare che non si può chiedere per qualsiasi motivo, ma solo quando uno dei due coniugi:

  • È minorenne e si è sposato senza autorizzazione del Tribunale dei Minori;
  • È stato ingannato sull’identità dell’altro. Per esempio ha nascosto una grave malattia fisica o psichica, una condanna penale (art. 122 c.c.);
  • È ancora sposato (artt. 84-89 c.c.);
  • Al momento del matrimonio, era incapace di intendere e volere;
  • È stato costretto a sposarsi, tramite violenza fisica o minacce (art. 122 c.c.).

È annullabile anche quando i due coniugi sono affini o parenti oppure simulano la vita coniugale (art. 123 c.c.), ossia si sposano civilmente per ottenere dei diritti (per esempio la cittadinanza) ma poi non vivono comunemente né condividono nulla come due persone sposate.

Al momento dell’annullamento del matrimonio, i coniugi riacquistano lo stato precedente alla celebrazione del matrimonio. Se quindi erano celibe e nubile tornano a essere celibe e nubile, se uno era divorziato torna a essere divorziato, se era vedovo torna a essere vedovo. In pratica, è come se il matrimonio non fosse mai esistito.

Tuttavia, l’annullamento produce determinati effetti:

  • Se entrambi i coniugi erano in buona fede e non conoscevano i motivi di invalidità del matrimonio, il tribunale può predisporre a favore di uno dei due (il più bisognoso economicamente) il versamento degli alimenti per un massimo di tre anni;
  • Se uno solo era in buona fede, allora il giudice può ordinare che l’altro gli versi una congrua indennità o gli alimenti per un massimo di tre anni;
  • In presenza di figli, costoro assumono tutti i diritti come da matrimonio valido, quindi sono figli nati in virtù di matrimonio. Solo se l’invalidità dipende da bigamia o incesto, allora assumono lo status di figli naturali riconosciuti.

Sposarsi in chiesa dopo

Di solito gli sposi optano per il matrimonio concordatario, ossia celebrato lo stesso giorno sia sotto il profilo religioso che sotto il profilo civile. Ma nulla ti vieta di sposarti prima in Comune e poi in chiesa, a distanza di un giorno, due giorni, un mese, oppure a distanza di anni. Non c’è niente che ti impedisca di celebrare il matrimonio civile e religioso in chiesa in giorni diversi.

Non si può però fare il contrario, ossia sposarsi prima in chiesa e poi in Comune. La religione cattolica solitamente non permette a due persone che non hanno riconosciuto la loro unione anche sotto il profilo civile, di unirsi in chiesa.

Lo permette solo in particolari casi, per esempio quando a sposarsi sono due anziani, titolari di pensione di reversibilità e che la perderebbero unendosi in matrimonio, con il rischio non poter più sopravvivere per i problemi economici sopraggiunti.