Un investitore con una bassa/media propensione al rischio, evita l’investimento in azioni ma, allo stesso tempo, non si accontenta dei rendimenti dei titoli di stato o dei conti deposito proposti dalle banche (che attualmente offrono tassi di interesse davvero molto bassi, pari a circa l’1%).
Un’interessante alternativa è costituita dalle obbligazioni: dono dei veri e propri prestiti che il risparmiatore/investitore fa ad un’azienda; quest’ultima, restituirà il capitale a una data scadenza (per esempio dopo 3 o 4 anni); nel frattempo pagherà all’investitore un tasso di interesse (fisso o variabile).
Ci sono varie tipologie di obbligazioni, oggi parleremo di quelle subordinate.
Definizione
Le obbligazioni subordinate sono obbligazioni il cui rimborso, in caso di fallimento o liquidazione dell’aziend
a, è subordinato a quello degli altri creditori ordinari (per esempio i titolari di obbligazioni classiche, i fornitori, i dipendenti, etc.). In caso di gravi problemi dell’azienda quindi, saranno rimborsati prima altri creditori, dopo, se rimarrà denaro, anche quelli titolari di obbligazioni subordinate.
Si tratta quindi di obbligazioni che, almeno teoricamente, hanno un profilo di rischio più elevato rispetto a quelle classiche, perchè appunto, in caso di fallimento, si viene rimborsati del credito solo dopo altri creditori e altri obbligazionisti (definiti senior).
Rischi
Come già accennato, il profilo di rischio è sicuramente più alto rispetto alle classiche obbligazioni. Ovviamente, se si tratta di un’azienda solida, il rischio si annulla.
A un più alto profilo di rischio per, corrisponde un maggiore rendimento: i tassi di interesse delle obbligazioni subordinate sono più alti di quelli delle obbligazioni tradizionali.
Tipologie
Le obbligazioni subordinate, a loro volta si dividono in varie tipologie:
Obbligazioni Tier I
Il cui rimborso del capitale, in caso di fallimento dell’azienda, avviene prima dei detentori di azioni ordinarie e di risparmio, ma dopo aver soddisfatto tutti gli altri creditori della società. Inoltre, se l’azienda non paga dividendo agli azionisti (perchè non realizza utile), anche la cedola (le cedole) di quell’anno può essere cancellata. Sono le obbligazioni più rischiose.
Obbligazioni Upper Tier II
Il cui rimborso del capitale, in caso di fallimento dell’azienda, avviene prima dei detentori di azioni ordinarie e di risparmio e ai titolari di obbligazioni Tier I.
Hanno durata minima di 10 anni e la cedola, in caso di mancanza di utile, non viene cancellata, ma solo sospesa (verrà pagata l’anno successivo o durante il primo anno di utile)
Obbligazioni Lower Tier II
Hanno durata di circa 10 anni e sono le meno rischiose: le cedole infatti non possono essere bloccate nè sospese per una semplice mancanza di utile, ma solo per gravi casi di insolvenza della società.
Obbligazioni Tier III
Come le Lower Tier II, sono le meno rischiose, inoltre, hanno scadenza breve (dai 2 ai 4 anni). In caso di perdite la società non può usare il denaro derivante da queste obbligazioni per far fronte alle perdite stesse.