Non solo avvocati, ma anche per commercianti, medici, artigiani, architetti, altri liberi professionisti e lavoratori autonomi. Dal 30 giugno 2014, in base all’articolo 15 del decreto legge 179/2012 (Sviluppo bis), i professionisti dovrebbero dotarsi di POS. Almeno questo è quello che circolava tra i mass media. In realtà la norma è di tutt’altra interpretazione e a fugare ogni dubbio, é finalmente giunta una circolare del CNF (Consiglio Nazionale Forense).

Di seguito il testo della norma e la circolare che il CNF ha diramato a tutti gli ordini in data 25 maggio 2014, chiedendone la più ampia diffusione, per evitare che fraintendimenti possano creare disagi tra i professionisti ed anche tra i clienti.

Pos

LL’art. 15 comma 4 del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179, conosciuto anche come decreto sviluppo bis, sancisce che “A decorrere dal 30 giugno 2014, i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito.”

E’ quindi necessario, obbligatorio, che gli avvocati e gli altri professionisti si dotino di POS? La risposta é no: con questa legge si vuole sancire l’obbligo per professionisti di accettare il POS come forma di pagamento. Tutte le altre forme di pagamento quindi permangono: il cliente può decidere se pagare tramite POS, tramite bonifico, con assegno o in contanti.

Riportando il testo del decreto, il CNF ha voluto sottolineare che la nuova norma corrisponde a chiari intendimenti di semplificazione, ma che non obbliga tutti i professionisti a dotarsi di POS, tantomeno che tutti i pagamenti debbano essere effettuati in questo modo. Lo scopo della norma é quello di chiarire che, se un cliente desidera pagare con una carta di credito o di debito, il professionista è tenuto ad accettare tale forma di pagamento. Ovviamente professionista e cliente possono accordarsi anche er altre forme di pagamento, come il bonifico, un assegno o in contanti (in quest’ultimo caso fermo restando il limite di 1000 euro, per questioni di tracciabilità).