Il lavoro è un’attività molto importante nella vita: ti permette di comprarti una casa, sostenere i bisogni della tua famiglia, acquistare beni di prima necessità e molto altro. Ma c’è una cosa che non ti permette di acquistare: l’eterna giovinezza. Quando l’anzianità avanza hai sempre meno energie e capacità di lavorare come da giovane.

La pensione è pensata proprio questo: garantirti una rendita garantita negli ultimi anni della tua vita senza dover lavorare. In questa guida ti spiego cos’è la pensione e come funziona, ti elenco e ti spiego quali sono i principali tipi di pensione in Italia e quali sono le nuove normative e leggi che sono state/stanno per essere emanate.

Cos’è e come funziona

La pensione è una somma di denaro che ti viene erogata dall’INPS quando diventi anziano (secondo alcuni requisiti) e smetti di lavorare. Il suo valore si basa strettamente sui contributi che hai versato durante la tua vita lavorativa.

In realtà, quando vieni assunto da un’azienda, è il tuo datore di lavoro che versa i tuoi contributi: toglie ogni mese una certa somma dal tuo stipendio lordo e la versa direttamente all’INPS. Quello che ricevi tu in busta paga è invece lo stipendio netto.

Tipi

Qui di seguito voglio presentarti e spiegarti le principali tipologie di pensione che puoi ricevere dall’INPS dopo che hai versato contributi e/o dopo che ti sei ammalato di una patologia grave. Inclusa nella lista c’è anche la pensione integrativa che è una forma di previdenza supplementare che puoi costruirti da solo.

Pensione di vecchiaia

La pensione di vecchiaia è la pensione comune che puoi percepire dall’INPS quando non sei più in età lavorativa e hai versato un tot di anni di contributi. La pensione di vecchiaia spetta a tutti i lavoratori con i seguenti requisiti:

  • Età anagrafica pari a: 66 anni e 7 mesi;
  • Anzianità contributiva: sono necessari almeno 20 anni di contributi.

L’importo della pensione dipende dall’ammontare dei contributi versati all’INPS durante la tua vita lavorativa. Tramite il simulatore INPS puoi fare un calcolo abbastanza rispondente (ma non preciso) della pensione che riceverai.

Pensione di anzianità

La pensione di anzianità era una pensione riservata a coloro che avevano maturato 35 anni di contributi e avevano raggiunta una certa età. È stata abolita con la riforma Fornero, ma spetta ancora ai cosiddetti “salvaguardati”, ossia quei lavoratori per i quali vale ancora la vecchia disciplina.

Ne hai diritto se raggiungi almeno 35 anni di contributi e un’età pari a:

  • 61 anni e 7 mesi se sei un lavoratore dipendente;
  • 62 anni e 7 mesi se sei un lavoratore autonomo.

Se hai 40 anni di contributi invece, puoi andare in pensione a qualsiasi età.

Pensione di invalidità

È un contributo economico erogato mensilmente dall’INPS e che spetta a coloro che hanno menomazioni fisiche o psichiche. Ne hai diritto se hai un’invalidità pari al 100%. Se la tua invalidità è di almeno il 74%, hai diritto all’assegno mensile di assistenza.

La pensione di invalidità e l’assegno mensile di assistenza ammontano a 275,87 euro mensili, erogate per 13 mensilità. Non è purtroppo prevista la quattordicesima.

Agli invalidi non autosufficienti e con invalidità del 100%, è riconosciuto un ulteriore assegno mensile pari a 508,55 euro (chiamato Accompagnamento). Anche in questo caso non sono previste tredicesima e quattordicesima.

Pensione di reversibilità

È semplicemente la pensione che percepiva un deceduto che viene corrisposta ai superstiti famigliari. Spetta ai superstiti del deceduto ma secondo un ordine ben prestabilito: prima al coniuge, poi rispettivamente ai figli, ai nipoti, ai genitori, ai fratelli.

L’importo che spetta varia in percentuale, a seconda del grado di parentela e viene calcolato sulla pensione (o sullo stipendio) che percepiva il defunto.

Pensione integrativa

È una pensione privata che crei tu stesso aderendo a un piano di previdenza privata oppure a un fondo pensione. Il fondo pensione è un prodotto previdenziale, una sorta di fondo comune dove tu versi il tuo denaro e questo denaro, a sua volta, viene investito in altri strumenti finanziari, per generare profitto.

Pensione anticipata

In alcuni casi è possibile andare in pensione prima di aver raggiunto l’età contributiva prevista per la classica pensione. Ne hai diritto solo se hai raggiunto un’anzianità contributiva molto elevata. Qui di seguito ti elenco i nuovi valori per uomini e donne:

Anzianità contributiva
DecorrenzaUominiDonne
Dal 01/01/2016 al 31/12/201842 anni e 10 mesi41 anni e 10 mesi
Dal 01/01/201942 anni e 10 mesi41 anni e 10 mesi

Pensione casalinga

È un Fondo di previdenza a cui puoi iscriverti se presti lavoro non retribuito presso la tua famiglia. Spetta a coloro che si sono iscritti al Fondo casalinghe e hanno almeno 57 anni di età e hanno versato almeno 5 anni di contributi. Spetta solo se l’importo maturato è pari ad almeno 1,2 volte l’assegno sociale.

L’importo in questo caso dipende strettamente dall’ammontare dei contributi versati. Per ottenere un mese di contribuzione occorre versare almeno un importo di 25,82, euro.

Novità

Negli ultimi anni la disciplina delle pensioni è stata spesso oggetto di modifiche: tra le ultime riforme, quella del ministro Fornero, ha innalzato l’età pensionabile (oggi pari a 66 anni e 7 mesi), adeguandola a quella europea. In futuro inoltre, l’età pensionabile potrebbe essere ulteriormente aumentata, in relazione all’aspettativa di vita.

Pensioni precoci

Le cosiddette “pensioni precoci” che tecnicamente si chiamano “pensioni di anzianità”, sono quelle che spettano a chi ha iniziato a lavorare da molto giovane. Con la riforma Fornero e l’innalzamento dell’età pensionabile, i lavoratori precoci che attendevano la pensione sono rimasti in “stand by”.

Su questo argomento intervengono spesso le associazioni di categoria, i sindacati e gli stessi lavoratori, per ottenere dal governo la “quota 41“, ossia la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età e senza penalizzazioni sull’importo della pensione.

L’attuale riforma Fornero prevede infatti queste soglie minime di età:

  • 42 anni e 6 mesi per gli uomini;
  • 41 e 6 mesi per le donne.

Quota 100

Si tratta di una proposta di alcune forze politiche, condivisa dai sindacati e degli stessi lavoratori, ma non ancora approvata, per anticipare l’età pensionabile. La proposta mira a ripristinare la pensione di anzianità abolita dalla riforma Fornero, per andare in pensione a partire da 62 anni di età.

Il meccanismo si chiama “Quota 100” perché prevede la somma dell’età e degli anni di contribuzione. In base alla quota 100 sarebbe quindi possibile andare in pensione a:

  • 62 anni di età e 38 anni di contributi;
  • 63 anni di età e 37 annidi contributi;
  • 64 anni e 36 anni di contributi;
  • 65 anni di età e 35 anni di contributi.

Esodati

Gli esodati, sono quei lavoratori che stavano per andare in pensione, ma che hanno ricevuto il “ben servito” dalla riforma Fornero, che ha innalzato l’età pensionabile, congelando di fatto quella che ormai era una vicina pensione.

Ogni anno le istituzioni governative, per tutelare questa categoria, stipulano specifici accordi con le associazioni a tutela degli esodati, indicando chi e come può andare in pensione prima, in deroga all’attuale normativa.

Quota 96 nella scuola

I “quota 96”, sono quei docenti che, in base alla vecchia normativa INPS, sarebbero dovuti andare in pensione tra il 1 Gennaio 2012 ed il 31 Agosto 2012. A causa della riforma Fornero, la pensione di questi docenti della scuola pubblica, è rimasta congelata.

Per salvaguardare i diritti di questi insegnanti, il Parlamento ha introdotto delle modifiche alla riforma Fornero, che poi non sono andate in porto. Attualmente nulla è stato innovato ma nuovi provvedimenti sono al vaglio del Parlamento e del Governo.