La Certificazione Unica è il modello in cui il datore di lavoro dichiara i redditi che ti ha erogato e che ti serve per presentare la dichiarazione all’Agenzia delle Entrate. Ci sono però alcuni punti che non sai se inserire o meno. Per esempio il punto 551.

In questa guida ti spiego quando e se il punto 511 sulla CU va indicato nel 730 (o Redditi PF, a seconda del modello che usi per la dichiarazione), cosa significa redditi soggetti a tassazione separata, infine l’elenco dei redditi che non c’è bisogno di indicare in dichiarazione.

Va indicato nel 730 o no

Ogni anno il tuo datore di lavoro ti consegna la CU, ossia la Certificazione Unica in cui indica chiaramente i redditi che ti ha erogato e le tasse che ha versato all’Agenzia delle Entrate, per tuo nome e conto. La CU è molto importante, perché ti serve per presentare la dichiarazione dei redditi.

Se sei un lavoratore dipendente, che non ha partita IVA, allora la dichiarazione puoi presentarla tramite il modello 730. Se invece sei un contribuente con partita IVA, allora devi usare il modello Redditi PF (conosciuto anche come modello Unico).

La dichiarazione puoi farla tu, il tuo commercialista, oppure puoi usare la dichiarazione precompilata che trovi sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Sulla precompilata trovi già la maggior parte dei tuoi redditi e delle spese che hai sostenuto lo scorso anno. Alcune cose invece, devi eventualmente aggiungerle.

Per esempio, ti stai chiedendo se devi indicare nel 730 anche l’importo che, sulla CU, è segnato al punto 511. In questa casella ci sono i redditi soggetti a tassazione separata. Questi redditi sono già stati tassati dal datore di lavoro e non incidono sull’imposta dovuta, non devi indicarli in dichiarazione. Dunque, il punto 511 sulla CU non va indicato nel 730 (o redditi PF).

Nello specifico, sono assoggettati a tassazione separata tutti i punti che vanno dal 511 al 514 della CU: questi redditi non vanno indicati nel 730, essendo soggetti a diversa tassazione, già operata dal tuo datore di lavoro, non incidono sull’imposta da versare.

Quali redditi non dichiarare

Di redditi che non vanno dichiarati, ce ne sono diversi. Il Ministero delle Finanze ha messo a disposizione un elenco dettagliati di tutti i redditi che non occorre indicare:

  • Redditi che scontano tassazione separata (presenti dei punti dal 511 al 514 della CU);
  • Redditi derivanti da sport dilettantistico (presenti nei punti 1-4-6-7 della CU);
  • Pensioni tabellari per menomazioni subite durante il servizio di leva;
  • Pensioni tabellari per menomazioni a causa di servizio, percepite dai militari di leva presso l’Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e dai militari volontari;
  • Rendite Inail, ad eccezione del’indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta;
  • Rendite aventi analoga natura di quelle INAIL corrisposte da organismi esteri (in questo caso bisogna produrre un’autocertificazione in cui dichiari la natura risarcitoria di quel reddito e consegnata una sola volta all’Agenzia delle Entrate);
  • Maggiorazione sociale della pensione;
  • Indennità di mobilità per la parte reinvestita per creare una cooperativa;
  • Assegno di maternità per disoccupate;
  • Pensioni erogate a italiani menomati o invalidi a seguito di attacchi terroristici;
  • Assegni di ricerca;
  • Alcune borse di studio;
  • Redditi assoggettati a ritenuta a titolo d’imposta (presenti nei punti dal 481 al 483 della CU);
  • Rimborsi di spese di vitto, alloggio e viaggio riconosciute dal datore di lavoro per spostamenti fuori dal comune.

Tutti questi redditi quindi, non vanno indicati in dichiarazione. Si tratta di redditi esenti oppure che sono già stati tassati alla fonte. Non concorrono alla formazione del reddito imponibile ai fini fiscali, dunque non occorre indicarli nella dichiarazione dei redditi. Se fai il precompilato, non devi inserirli.

Quando arriva il rimborso

Dopo aver compilato la dichiarazione dei redditi, oppure aver accettato quella precompilata (senza o con modifiche), non devi far altro che inviarla e attendere l’eventuale rimborso IRPEF che ti spetta.

Se sei un lavoratore dipendente ti arriva direttamente in busta paga. Se sei un pensionato ti arriva sulla pensione. Non devi fare alcuna domanda: l’Agenzia delle Entrate avvisa il tuo sostituto di imposta, che si occupa di tutto.

I lavoratori autonomi invece, non avendo un sostituto di imposta, se hanno diritto a un rimborso non possono riceverlo, ma possono usare il credito in compensazione, per pagare altre imposte per esempio.