In uno scenario mondiale dove non regnano certezza e stabilità, sempre più persone decidono di optare per il mutuo a tasso fisso. In questo modo, si conosce a priori sia il tasso da pagare per tutta la durata del prestito, sia la rata mensile da corrispondere. Ma è davvero così? O ci sono casi in cui la rata di un mutuo a tasso fisso può aumentare?

In questa guida completa ti spiego come funzionano i mutui a tasso fisso e quelli a tasso variabile, quali sono le differenze, qual è il tasso di interesse generale che influenza quello dei mutui, cosa puoi aspettarti da un mutuo a tasso fisso in caso di aumento generalizzato dei tassi di interesse.

Differenza tra tasso fisso e variabile

Se hai acceso, o hai intenzione di accendere, un mutuo a tasso fisso, lo fai essenzialmente per un motivo: per dormire sonni tranquilli. Con il tasso fisso, la banca si obbliga ad addebitare sul tuo conto corrente sempre la stessa rata, senza alcuna modifica, per tutta la durata del mutuo.

Ciò significa che, se per esempio i tassi di interesse generale aumentano, il tuo non aumenta. Supponiamo che l’anno scorso tu abbia stipulato un mutuo con tasso di interesse al 4%. Oggi, dopo un anno, i tassi sono aumentati e sono arrivati al 7%. Tu continuerai a pagare il 4% di interesse. Qualunque sia il tasso di interesse che ci sarà in futuro, tu pagherai sempre il 4%. Nessuna sorpresa, nessun aumento per 20, 30 o 40 anni. Insomma, stessa rata fino all’ultimo.

Per chi ha un mutuo a tasso variabile, il discorso è completamente diverso: l’opposto. mentre tu puoi dormire sonni tranquilli, sapendo che, qualunque cosa accada ai tassi di interesse generale, continuerai a pagare sempre la stessa rata di mutuo, lo stesso non vale per chi ha stipulato con tasso variabile.

Per costoro, appena i tassi di interesse salgono, sale anche la rata. Se quindi prima pagavano 400 euro al mese (per esempio), oggi ne pagano 420, 450, 500 o forse ancora di più. Tutto dipende dall’andamento generale dei tassi di interesse. Chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile, in un certo senso, è amante del rischio. Ma potrebbe anche avere dei grossi vantaggi.

Infatti, così come la rata aumenta all’aumentare dei tassi, allo stesso modo la rata scende se i tassi di interesse diminuiscono. Se quindi per un periodo i tassi vanno giù, al posto di pagare 400 euro al mese di rata mutuo, ne paga 380, 350 o anche meno. Invece, chi ha stipulato un mutuo a tasso fisso continua a pagarne 400, anche se i tassi scendono.

Un mutuo a tasso fisso quindi, da una parte permette di sapere quale sarà la rata per sempre, sapere che non ci saranno modifiche. Dall’altra però, non permette di beneficiare di eventuali abbassamenti dei tassi.

Rata mutuo a tasso fisso non aumenta: perché

La rata di un mutuo a tasso fisso non aumenta mai. Questo perché quando hai firmato il contratto con la banca, essa si è impegnata ad applicare sempre questo tasso, fino a quando avrai restituito l’ultimo centesimo. E’ un contratto a tutti gli effetti, che la banca non può cambiare a suo piacimento.

Tasso e rata rimangono costanti per tutta la durata di rimborso del prestito. Se quindi hai stipulato, per esempio, un mutuo a trenta anni, che prevede una rata mensile di 500 euro, pagherai 500 euro al mese da adesso fino ai prossimi trenta anni. Non ci saranno aumenti, anche se i tassi di interesse generale dovessero salire.

Quali tassi influenzano i mutui

Il tasso di riferimento che influenza quello dei mutui, è il tasso di interesse dei mutui concessi dalla BCE (Banca Centrale Europea). Le banche infatti, forse non lo sai, anch’esse prendono in prestito denaro. I soldi che hanno prestato a te, a loro volta li hanno ottenuti in prestito. E da chi li prendono in prestito? Dai seguenti soggetti:

  1. Dalle persone che decidono di depositare denaro nella banca;
  2. Oppure dalla BCE (Banca Centrale Europea), che funge quindi da banca delle banche, ossia da prestatore per le banche che hanno bisogno di liquidità.

Ovviamente, sul denaro che riceve in prestito, deve pagarci degli interessi. Supponiamo che la BCE offra denaro al tasso del 6%. La banca deve quindi pagare alla BCE il 6% sul denaro che ottiene in prestito. Di conseguenza, quando poi concede a sua volta un prestito (per esempio il mutuo a te), deve necessariamente applicare un tasso maggiore del 6%, per esempio l’8%. In questo modo ci guadagna, altrimenti ci andrebbe a perdere.

Il tasso a cui concede prestiti, deve dunque essere maggiore del tasso a cui li riceve. Questo è il lavoro delle banche ed è questa l’attività che le fa guadagnare.

Se la BCE aumenta i tassi di interesse, di conseguenza anche la banca (tutte le banche) devono aumentare i tassi di interesse a cui concedono mutui. Altrimenti inizierebbero ad andare in perdita.

In conclusione quindi, a seconda di come va il tasso di interesse BCE, così si muovono i tassi di interesse dei mutui.