Sei pensionato ma ritieni di poter ancora dare molto a questa società: vuoi aprire partita IVA e metterti in proprio. Oppure non sei ancora in pensione, sei un lavoratore dipendente e vuoi aprire partita IVA, ma tra poco andrai in pensione. Ti chiedi quindi se le due cose siano compatibili, se è possibile essere sia pensionato che imprenditore o lavoratore autonomo.

In questa guida completa ti spiego quando possono esistere regime forfettario e pensione contemporaneamente, cosa devi fare per essere in regola, quali sono i limiti da rispettare, infine quando devi pagare di contributi INPS e la riduzione che ti spetta, essendo già pensionato.

È possibile

Avere una pensione e aprire partita IVA contemporaneamente, è possibile. Se sei pensionato, la legge non ti vieta di intraprendere un’attività economica, come libero professionista oppure come ditta individuale.

Se però vuoi aprire in regime forfettario, c’è un limite da rispettare: la tua pensione non deve superare i 30.000 euro lordi annui. I 30.000 euro sono da intendersi lordi, quindi per sapere se superi questo limite oppure no, non devi sommare a pensione che intaschi ogni mese, perché quella è la pensione netta.

Suggerimento

Ti consiglio di andare a vedere il cedolino della tua pensione, vedere il lordo e moltiplicare per 13. Le mensilità sono appunto 13, perché c’è la tredicesima. Se la pensione non supera i 30.000 euro annui, allora puoi aprire in regime forfettario.

Pensione di reversibilità

Lo stesso discorso vale se percepisci una pensione di reversibilità. La pensione di reversibilità è quella che percepisci in qualità di erede di una persona defunta. Per esempio puoi percepire la pensione del marito o della moglie che sono deceduti.

Non c’è alcuna legge che ti vieta di aprire anche partita IVA, che sia in regime ordinario, semplificato o forfettario. Anche se percepisci la pensione di reversibilità.

Il vero limite, in merito alla pensione, rimane sempre quello: la pensione di reversibilità che percepisci non deve superare i 30.000 euro lordi annui. Se li supera, puoi comunque aprire partita IVA, ma non in forfettario.

La convenienza del forfettario

Aprire in regime forfettario può essere molto conveniente. Aderendo a questo regime infatti, non paghi:

  • IRPEF;
  • Addizionali;
  • IVA;
  • IRAP.

Al posto di tutte queste tasse, paghi solo un’imposta sostitutiva, pari al 15%. E non sul tutto il fatturato, ma su una percentuale (che dipende dal tipo di attività che svolgi). Il regime forfettario è molto conveniente se non hai costi da scaricare. Ma se hai molti costi da scaricare, potrebbe non essere così conveniente. Ti spiego subito perché.

Nel regime forfettario, le imposte vanno calcolate sul fatturato. Nel regime ordinario/semplificato, vanno calcolate sui guadagni (quindi fatturato – costi di impresa).

Supponiamo quindi, per esempio, che tu abbia un fatturato di 50.000 euro quest’anno. In regime forfettario, pagheresti all’incirca il 15%, quindi circa 7.000 euro (in realtà anche meno, 5.500 euro, perché il 15% non si calcola su tutti i 50.000 ma solo su una parte).

Durante l’anno, hai avuto costi pari a 40.000 euro. Quindi il tuo reddito è stato di soli 10.000 euro. In regime ordinario/semplificato, le imposte le applicheresti su 10.000 euro e non su 50.000. Di conseguenza, le imposte da pagare sarebbero inferiori rispetto al regime forfettario.

Ecco perché ti dico che, se hai tanti costi d’impresa, prima di optare per il regime forfettario fai i bene i conti: forse ti conviene aprire in regime ordinario. Parlane con il tuo commercialista, in modo da fare una previsione e un calcolo approssimativo.

Contributi INPS

Essendo tu già in pensione, stai pensando di non dover pagare i contributi INPS. Purtroppo non è così: anche se sei in pensione, se apri la partita IVA sei obbligato a pagare i contributi previdenziali relativamente alla tua attività.

C’è però una buona notizia: siccome sei già pensionato, hai diritto allo sconto del 50% dei contributi. Quindi:

  • Se apri P. IVA come ditta individuale, l’importo minimo di contributi da versare all’INPS è di circa 2.000 euro (non 4.000). Le ditte individuali infatti, hanno un importo minimo da pagare, a prescindere dal fatturato di impresa. Anche se fatturi zero, devi pagare i 2.000 euro di contributi.
  • Se apri P. IVA come libero professionista, paghi solo il 26% di contributi INPS e non c’è un impegno minimo. Se quindi non fatturi, non paghi contributi. Se il tuo reddito è di 10.000 euro, paghi circa 2.600 euro di contributi. Essendo già pensionato, puoi pagare solo 1.300 euro.

La riduzione contributiva devi richiederla al momento dell’apertura della partita IVA, oppure, se la pensione subentra dopo, puoi chiederla successivamente, tramite il modello ComUnica (se ne occuperà il tuo commercialista).

Riduzione per regime forfettario

Al posto della riduzione del 50%, puoi optare per la riduzione del 35%. Chi apre partita IVA in regime forfettario infatti, a prescindere che sia in pensione o meno, ha diritto a questa riduzione. Se però opti per la riduzione del 35%, non hai diritto a quella del 50%. Le due agevolazioni non sono cumulabili.