La riforma del condominio, entrata in vigore dal 13 giugno 2013, é “animal firendly”: finalmente coloro che amano gli animali, hanno diritto a tenerne uno domestico, anche se si fa parte di un condominio. La norma ha quindi “liberalizzato” l’ingresso degli animali domestici, per la gioia di tanti. Da un lato però, si rischia di aumentare la litigiosità tra condòmini, visto che non tutti amano gli animali.

Ad ogni modo, con questa ultima modifica, l’articolo 1138 del Codice civile, ora sancisce espressamente che le norme del regolamento condominiale non possono vietare il possesso o la detenzione di animali domestici. Ovviamente, l’accesso dei nostri amici, non é fuori da ogni regola.

Il condòmino che detiene un animale domestico, dovrà infatti rispettare le disposizioni contenute nell’ordinanza 23/03/2009 del ministero della Salute, la quale prevede che debba essere mantenuta pulita l’area di passeggio, l’utilizzo del guinzaglio in ogni luogo e, in caso di animali aggressivi, l’utilizzo della museruola. Ecco le altre regole:

– l’animale non deve circolare negli spazi comuni senza le dovute cautele;
– i proprietari non devono ledere la quiete e l’igiene degli altri condòmini;
– l’animale non deve essere abbandonato sul balcone o nelle abitazioni per lungo tempo, in quanto potrebbe configurarsi il reato di “omessa custodia” previsto dall’articolo del 672 codice penale.

La riforma del condominio parla di “animali domestici”: sono da ritenersi domestici, oltre a cani e gatti, anche criceti, furetti, pappagalli, iguane o serpenti? Furetti sicuramente, visto che il furetto é un animale domestico a tutti gli effetti. Lo ha chiarito l’INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) nel protocollo 002606 del 28/03/2003, nel quale ha comunicato che il furetto (Mustela putorius f. furo), é una forma domestica della puzzola (Mustela putorius) e non può essere considerato specie selvatica.

E per quanto riguarda invece criceti, porcellini d’india, cincillà, iguane, pappagalli e addirittura serpenti? Ci aspettiamo lunghi dibattiti nelle aule di giustizia.