L’INPS ha accreditato sul tuo conto corrente i 600 euro, di cui avevi fatto richiesta poco tempo prima. Però gira voce che potrebbe richiederli indietro a qualcuno. Siccome vuoi dormire sonni tranquilli, desideri informarti sulle ragioni per cui lo stato potrebbe chiederti il rimborso. Sei nel posto giusto!

In questa guida completa ti spiego i casi in cui l’INPS può chiedere la restituzione bonus 600 euro, chi sono i soggetti a rischio, quindi una ripassata veloce sui requisiti per avere diritto al bonus, in quanto proprio la mancanza di un requisito è il motivo per cui lo stato potrebbe chiederti il rimborso del denaro.

INPS

Se hai ottenuto i 600 euro, lo stato potrebbe richiederti la restituzione del bonus. Ma niente panico: lo stato chiederà il reso solo a coloro che l’hanno chiesto senza averne diritto. L’INPS infatti, attraverso dei controlli incrociati con altri enti (per esempio con l’Agenzia delle Entrate), potrebbe fare dei controlli successivi.

L’INPS infatti ha cercato di velocizzare i tempi nell’erogazione del bonus 600 euro, e non è difficile immaginare che non abbia potuto controllare con precisione certosina la sussistenza effettiva di alcuni dati.

Si pensi ad esempio a un lavoratore dello spettacolo, che poteva richiedere il bonus solo se il suo reddito 2019 non superava i 50.000 euro. Se da controlli incrociati emerge che nel 2019 il reddito era maggiore di 50.000 euro, allora l’INPS può chiedere la restituzione. Non solo, si potrebbe rispondere anche dell’illecito di falsa dichiarazione.

Chi è a rischio

Non scateniamo il panico però: a rischio sono solo coloro che lo hanno percepito pur non avendone diritto. Ma per il resto, il bonus 600 euro è esentasse, quindi lo stato non ti chiederà nulla indietro rispetto a questo importo ed inoltre il bonus non fa neanche cumulo con il reddito.

I soggetti a rischio sono solo coloro che lo hanno ottenuto senza averne diritto. Facciamo quindi una breve ripassata dei requisiti richiesti per beneficiare del bonus.

Requisiti

Per avere diritto ai 600 euro devi appartenere a una di queste categorie.

  • Libero professionista titolare di partita IVA iscritto all’INPS;
  • Lavoratore autonomo iscritto all’INPS, non sei pensionato e non sei iscritto ad altri istituti previdenziali;
  • Lavoratore CO.CO.CO. iscritto all’INPS, non sei pensionato e non sei iscritto ad altri istituti previdenziali;
  • Artigiano, non sei pensionato e non sei iscritto ad altri istituti previdenziali;
  • Commerciante, non sei pensionato e non sei iscritto ad altri istituti previdenziali ad eccezione di INPS e Enasarco;
  • Coltivatore, non sei pensionato e non sei iscritto ad altri istituti previdenziali;
  • Lavoratore dipendente in ambito turistico con impiego cessato dal 1 gennaio 2019 al 17 marzo 2020; è necessario che risulti disoccupato dal 17 marzo;
  • Dipendente agricolo che ha maturato almeno 50 giorni di contributi nel 2019, non sei pensionato;
  • Lavoratore dello spettacolo che ha maturato almeno 30 giorni di contributi nel 2019 e che nel 2019 non ha guadagnato più di 50.000 euro.

Non ti spettano i 600 euro se:

  • Risulti iscritto ad altro ente previdenziale;
  • Sei titolare di pensione. Supponiamo che tu abbia già la tua pensione, ma hai continuato la tua attività nel tuo negozio. L’INPS non ti riconosce il bonus perché hai già la pensione. Eccezione: pensioni di invalidità e reversibilità;
  • Hai il reddito di cittadinanza. In questo caso hai già un aiuto da parte dello stato, i 600 euro non ti spettano;
  • Non hai i requisiti di accesso. Per esempio, come detto poc’anzi, se sei un lavoratore stagionale devi essere disoccupato a partire dal 17 marzo. Oppure, supponiamo che tu sia un lavoratore agricolo: se non hai almeno 50 giornate di contributi nel 2019, purtroppo non hai diritto al bonus.

L’INPS ha tutto il diritto di procedere ai controlli, che probabilmente saranno eseguiti a campione. In un primo momento infatti, data l’urgenza della situazione, il check alle domande potrebbe essere stato solo formale, in modo da procedere in tempi brevi all’erogazione del bonus a tutte le famiglie in difficoltà.

In un secondo momento però, quando la situazione sarà rientrata, l’INPS probabilmente effettuerà dei controlli a campione, per verificare che non ci siano stati dei furbetti intenzionati a intascare il bonus pur non avendone diritto.

Come detto sopra quindi, chi ha richiesto il bonus e ne possedeva i requisiti non ha nulla da temere. Il rischio di restituzione del bonus 600 euro c’è solo per chi ha fatto la domanda pur non avendone diritto. Costoro potrebbero ricevere una comunicazione dall’INPS con l’invito a restituire la somma di denaro incassata.

Non solo, potrebbero essere chiamati a rispondere di falsa dichiarazione. Il fatto di aver inoltrato una richiesta di bonus infatti, implica che il soggetto abbia dichiarato di possedere determinati requisiti. Dei quali poi, se l’INPS non ne verifica la sussistenza, potrebbe chiederne conto, anche dinanzi a un tribunale.

Tutti gli altri invece, non hanno motivo di temere: i 600 euro sono esentasse, non fanno cumulo con il reddito e quindi lo stato non ha motivo di chiederli indietro. Sebbene si tratti di una piccola somma, è un aiuto statale in questo momento di difficoltà.

L’emergenza coronavirus ha scatenato una crisi che probabilmente nessuno si aspettava. Ricordiamo ancora quando, a fine dicembre, a Wuhan si iniziava a parlare di questo virus che aveva colpito alcuni individui. Di lì a poco, corse in ospedale, rianimazione, gente che passeggiava in strada con la mascherina.

Tutto questo sembrava così lontano per l’Italia, che anche quando a febbraio ci sono stati i primi casi, molti hanno minimizzato. Il problema però è aumentato velocemente e gli ospedali lombardi si sono trovati in una situazione di emergenza tale da avere difficoltà a gestire i ricoveri.

A questo punto il governo ha dovuto affrontare la realtà, seppur dura e inaspettata. Nel giro di poco tempo decreti, regole da seguire, misure urgenti per rilanciare l’economia ritenute valida da una parte e insufficienti dall’altra. I tempi per i bilanci purtroppo sono ancora lontani perché non è da escludere che dovremo convivere con il virus per altri mesi.

Nel frattempo, il governo, ma anche gli enti locali nelle loro possibilità, stanno studiando nuove misure e interventi per cercare di venire incontro a famiglie e imprese in questo frangente di difficoltà economica.