Ogni anno, nel mese di gennaio, Ministero del Lavoro e Unioni sindacali si incontrano per verificare l’eventuale inflazione registrata l’anno precedente e decidere, quindi, sull’aumento dei minimi salariali per tutti i lavoratori domestici.

In questa guida completa sullo stipendio badanti 2023 puoi trovare le tabelle dei nuovi minimi retributivi (in base all’adeguamento ISTAT) previsti per ogni livello e categoria di lavoratore domestico: per una badante convivente o non convivente, con contratto di 54 ore settimanali, 40 ore o 25 ore, infine quali sono i diritti previsti per le badanti conviventi.

Aumenti ISTAT

Ogni anno i datori di lavoro devono adeguare lo stipendio del lavoratore domestico all’inflazione (art. 38 del CCNL Domestico). Se quindi durante lo scorso anno c’è stata un’inflazione dell’11%, lo stipendio della badante, della colf, della baby sitter, va aumentato.

L’aumento viene deciso nel mese di gennaio di ogni anno, dal Ministero del lavoro e dalle unioni sindacali, che si incontrano per fare il punto della situazione: verificare qual è stata l’inflazione nell’ultimo anno e adeguare dunque i minimi contrattuali.

Attenzione

L’aumento riguarda solo i minimi contrattuali. Quindi, se la badante prende il minimo contrattuale, allora il suo stipendio va adeguato al nuovo minimo.

Esempio 1

Supponiamo che una badante prenda 1.000 euro al mese e proprio 1.000 euro sia il minimo contrattuale. A gennaio, Ministero e Unioni sindacali decidono un aumento del minimo salariale del 10%. Lo stipendio della badante che prende il minimo, 1000 euro, va adeguato del 10% -> prenderà 1.100 euro al mese.

Esempio 2

Supponiamo che una badante prenda 1.200 euro al mese e 1.000 euro sia il minimo contrattuale. A gennaio, Ministero e Unioni sindacali decidono un aumento del minimo salariale del 10%. Lo stipendio minimo deve quindi essere di almeno 1.100 euro. Siccome la badante prende già 1.200 euro, che è maggiore del minimo sindacale (1.100), il datore di lavoro non ha l’obbligo di adeguarlo.

L’inflazione, ossia l’aumento del costo della vita, incide quindi sullo stipendio dei lavoratori domestici. Ogni anno, Ministero e Unioni Sindacali si incontrano per fare il punto della situazione: verificano qual è stata l’inflazione registrata dall’ ISTAT al 30 novembre di ogni anno e dunque decidono per l’aumento.

Da quando decorre il nuovo stipendio

Il nuovo stipendio aggiornato, decorre dal mese di gennaio di ogni anno. Quindi se Ministero e Sindacati prendono la decisione solo a fine gennaio o inizio febbraio, il datore di lavoro deve pagare al lavoratore gli eventuali arretrati, ossia l’aumento dei mesi precedenti non versato.

Supponiamo che le autorità decidano un aumento del 10%, come negli esempi precedenti, e quindi al lavoratore domestico spettino 100 euro al mese in più. Le autorità prendono la decisione a inizio febbraio. Il datore di lavoro quindi, se ha già pagato il mese di gennaio, nella prossima busta paga deve aggiungere, al nuovo minimo, altri 100 euro.

Esempio

Stipendio precedente (senza aumento) = 1.000 euro.

 

Nuovo stipendio (con aumento) = 1.100 euro.

 

A febbraio il lavoratore domestico prenderà 1.100 euro + 100 euro, che il datore di lavoro non aveva pagato a gennaio, essendo la misura di aumento retroattiva. Se il datore di lavoro non aveva pagato l’aumento né a gennaio e né a febbraio, allora a marzo deve versare 1.100 + 100 + 100, ossia 1.300 euro e poi da aprile iniziare a pagare normalmente 1.100 euro.

Tabella

Di seguito puoi scaricare la tabella relativa agli stipendi minimi dei lavoratori domestici aggiornati al 2023. Se quindi un lavoratore domestico, prende meno di questi minimi contrattuali, il suo stipendio va adeguato secondo la tabella. Un nuovo assunto invece, chiaramente, va assunto sin da subito seguendo questi minimi contrattuali

Scarica subito la tabella aggiornata sugli stipendi minimi per badanti, colf, baby sitter.

Livelli

Per meglio comprendere le tabelle, ecco il significato di ogni livello, di ogni sigla:

  • Livello A: lavoratore che non assiste persone e che è agli inizi, non ha esperienza professionale.
  • Livello AS (A Super): lavoratore che svolge solo funzione di compagnia a persone autosufficienti;
  • Livello BS (B Super): lavoratore dotato di esperienza nella mansione, che assiste bambini o persone autosufficienti;
  • Livello C: assistente familiare con competenze di base, dotato di autonomia e responsabilità;
  • Livello C S (C Super): assistente familiare per persone non autosufficienti, con competenze di base, dotato di autonomia e responsabilità;
  • Livello D: assistente familiare con requisiti professionali, dotato di autonomia, capacità di coordinamento, responsabilità;
  • Livello DS (D Super): assistente familiare di persone non autosufficienti, dotato di requisiti professionali, di autonomia, capacità di coordinamento, responsabilità.

Badante convivente e non

Una badante convivente, rispetto a una non convivente, ha diritto a un compenso maggiore, a fronte di maggiori responsabilità e maggiore impegno in termini di tempo.

La badante convivente ha diritto ai seguenti riposi:

  • 11 ore al giorno consecutive. Quindi non può fare 6 ore di riposo la notte e 5 ore di riposo il pomeriggio: le 11 ore devono essere consecutive;
  • 2 ore di riposo intermedio, durante la giornata, non retribuite.