TARI sta per “Tassa Rifiuti” ed è la tassa comunale che i cittadini pagano al comune, per sostenere le spese di raccolta e smaltimenti dei rifiuti. Si tratta di un’imposta comunale, che va a finire nelle casse del comune e che tutti i cittadini sono tenuti a versare: nello specifico deve versarla chi vive nella casa, quindi i proprietari oppure gli inquilini.

In questa guida completa sulla detraibilità TARI dal 730, ti spiego quando puoi portare la TARI in detrazione nella tua dichiarazione dei redditi, sia in caso di privati sia in caso di imprese, quali sono le spese detraibili, infine quando e come arriva il rimborso spettante.

Quando si paga

Devi pagare la TARI se possiedi a qualsiasi titolo un immobile, dunque che tu ne sia proprietario, affittuario oppure usufruttuario per esempio.

Come detto nel paragrafo iniziale, la TARI deve pagarla chi vive nella casa, quindi l’inquilino. Se però l’affitto dura sei mesi o meno, la TARI deve pagarla il proprietario.

Dichiarazione dei redditi

In dichiarazione dei redditi, alcuni soggetto possono scaricare la TARI. Vediamo nello specifico la situazione prevista per:

  1. Privati, quindi semplici contribuenti senza partita IVA;
  2. Imprese, quindi soggetti con partita IVA, liberi professionisti, ditte individuali, lavoratori autonomi, società.

La situazione è infatti differente a seconda che si tratti di privati oppure aziende.

Privati

Se hai pagato la TARI su un immobile a uso residenziale, non hai diritto detrarre la TARI con il 730. Se quindi sei un privato senza partita IVA e hai versato la TARI su un immobile adibito a uso residenziale. non hai diritto a nessuno sconto dell’IRPEF pagata.

Purtroppo quindi la TARI pagata non puoi portarla in detrazione dell’IRPEF. Si tratta di un’imposta che non va a ridurre il carico fiscale, d’altronde è essa stessa un’imposta. Quindi non devi aspettarti alcun rimborso per essa.

Ci sono però delle interessanti iniziative a livello comunale, sempre in ambito TARI.

Gli sconti sulla TARI dei Comuni

Molti Comuni, negli ultimi anni hanno inserito sconti sulla TARI per le persone che adottano un cane dal canile comunale. In media il comune spende circa 4 euro al giorno per mantenere un cane in canile, quindi adottare un amico a quattro zampe non solo rappresenta una scelta felice e generosa, ma aiuta anche ad alleggerire il comune delle varie spese.

Ad esempio, il comune di Castenaso (Bologna) riconosce uno sconto pari a 100 euro per un triennio a chi adotta un cane. Il comune di Avellino arriva fino a 700 euro l’anno. Ma sono tanti altri i comuni che stanno spingendo le adozioni dai canili: Teramo, Lecce e tanti altri ancora, riconoscono dei bonus alle famiglie che adottano.

Chiaramente, si tratta di adozioni che avvengono con la supervisione del comune: i funzionari preposti si occupano di mantenere i contatti con le famiglie adottanti, in modo da verificare la permanenza in casa dell’animale.

Imprese

Mentre i privati non hanno alcuna detrazione IRPEF con la TARI, per le imprese è diverso: la TARI è deducibile nell’esercizio in cui avviene il pagamento, quindi se il pagamento della TARI avviene nel 2022, allora si può portare in deduzione del reddito fatturato nel 2022.

Spese detraibili per i privati

Ecco cosa si può scaricare nel 730 (e nell’elenco non rientra la TARI):

  • Spese sanitarie proprie e per familiari a carico. Quando vai da un medico specialista, conserva la fattura, perché puoi scaricarla dal 730. Lo stesso vale per i ticket che paghi nelle strutture ospedaliere, per le medicine. Quando vai in farmacia, mostra la tessera sanitaria al farmacista in modo che possa emettere lo scontrino con il tuo codice fiscale. Se sullo scontrino è presente il codice fiscale, allora puoi detrarre quella spesa dal 730.
  • Spese sanitarie per persone disabili;
  • Spese sanitarie per familiari non a carico che soffrono di patologie esenti;
  • Spese veterinarie;
  • Costi per i mezzi comprati per persone con disabilità;
  • Costo per l’acquisto di cani guida;
  • Interessi su mutuo;
  • Spese scolastiche;
  • Spese per attività sportive per ragazzi;
  • Spese per trasporto pubblico locale (metro, pullman…);
  • Servizi funebri;
  • Spese di affitto sostenute da studenti che frequentano l’università e sono fuori sede;
  • Spese funerarie;
  • Erogazioni liberali a favore di specifici enti o ONLUS;
  • Spese sostenute per il riscatto della laurea per sé o per familiari a carico;
  • Spese per asili nido;
  • Spese per assicurazioni per rischio di non autosufficienza.

Come chiedere la detrazione

Chiedere la detrazione, se ti spetta, è semplicissimo: devi soltanto indicare l’importo di TARI pagato, nel modello 730 (o modello Unico). Indicando la TARI nel 730, il rimborso è richiesto.

Per presentare la dichiarazione dei redditi puoi rivolgerti a un CAF, a un commercialista, a un consulente fiscale di tua fiducia. Vediamo ora quando arriva il rimborso spettante.

Rimborso quando arriva

La situazione è diversa a seconda che tu sia:

  • Un privato, quindi senza partita IVA. In questo caso il rimborso ti arriva direttamente in busta paga. Non devi fare alcuna richiesta al tuo datore di lavoro. E’ direttamente l’Agenzia delle Entrate a comunicare all’azienda presso cui lavori, l’importo da rimborsarti. Praticamente quindi, nella busta paga di luglio (o agosto) ricevi uno stipendio più alto, in quanto comprensivo dei rimborsi che ti spettano.
  • Un’impresa, quindi un lavoratore autonomo, una ditta individuale, una società. In questo caso puoi far valere questo tuo credito come compensazione di imposte da pagare. Supponiamo che con la TARI che hai pagato ti spettino 50 euro di rimborso. Questi 50 euro puoi portarli in detrazione di altre tasse da pagare. Quindi se per esempio con la tua partita IVA, quest’anno devi pagare 900 euro di imposta sostitutiva, ne paghi solo 850 (grazie appunto ai 50 euro di credito). Chiaramente puoi portare in detrazione tutte le somme che hai come credito (non solo quelle derivanti da eventuale TARI ma anche da altri crediti di imposta).

Passaggi successivi:

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