Nel corso della vita aziendale, un’unità produttiva potrebbe aver maggior bisogna di personale rispetto a un altra: è una delle motivazioni più frequenti per cui il tuo datore di lavoro potrebbe disporre un tuo trasferimento di sede lavorativa.

In questa guida completa sul trasferimento sede di lavoro ti spiego cosa dice la legge in merito, come funziona la comunicazione obbligatoria e i termini di preavviso da rispettare, entro quanti km l’azienda può chiedere il trasferimento, come funziona in caso di trasferimento entro 50 km oppure oltre, il trasferimento in gravidanza e le tutele previste per la madre lavoratrice.

Come funziona

Ai sensi dell’art. 2103 del codice civile, l’azienda può disporre il cambiamento di sede del lavoratore solo per comprovate motivazioni tecniche, organizzative e produttive. L’articolo non spiega precisamente quali siano, ma diverse sentenze risolvono il dubbio. Ecco quali possono essere le motivazioni:

  • Inutilità del lavoratore presso la sede attuale;
  • La necessità di avere quel lavoratore, con particolare abilità professionale, presso un’altra sede (per esempio una sede nuova, dove ci sono seri problemi risolvibili solo con la professionalità di quel dipendente);
  • Incompatibilità ambientale, per esempio quando due dipendenti non vanno d’accordo tra loro al punto da compromettere la buona riuscita del lavoro.

Preavviso

L’azienda non può comunicare un trasferimento in maniera improvvisa. Il dipendente deve avere il tempo necessario per organizzarsi. Nello specifico l’azienda deve dare un preavviso di almeno:

  • 4 mesi, se il trasferimento è ad almeno 500 km da quella originaria;
  • 2 mesi, in caso di distanza minore di 500 km.

Comunicazione obbligatoria

L’azienda invia al lavoratore una comunicazione scritta, nella quale spiega le motivazioni del trasferimento. Il dipendente, a questo punto, ha 60 giorni di tempo per contestare le motivazioni: in tale frangente è consigliabile farsi assistere da un avvocato o un sindacato.

Il dipendente ha tutto il diritto di contestare il trasferimento se ritiene non sussistano comprovate ragioni, soprattutto se ritiene che il trasferimento sia una mera scusa, per rendergli la vita difficile, per portarlo alle dimissioni per esempio.

Se in fase di contestazione, azienda e dipendente non riescono a trovare un accordo, è necessario presentare ricorso entro 180 giorni presso il Giudice del lavoro. Sarà quest’ultimo a verificare la sussistenza e la legittimità delle motivazioni del trasferimento. A questo punto le situazioni potranno essere due:

  • Il giudice trova il trasferimento legittimo. Il lavoratore deve trasferirsi, pena richiami disciplinari, fino al licenziamento;
  • Il giudice trova il trasferimento illegittimo. L’azienda deve quindi permettergli di tornare alla sede originaria e risarcire eventuali danni al dipendente.

Il dipendente dunque, è tenuto ad accettare il trasferimento. Se però ritiene che la richiesta dell’azienda sia un mero pretesto, giusto per metterlo in difficoltà, e portarlo alle dimissioni, allora ha tutto il diritto di presentare ricorso e dunque ritornare alla sede originaria.

Entro quanti km

L’azienda può chiedere un trasferimento presso altra sede, sia nello stesso comune sia in un comune diverso, indipendentemente dai km. Tutto dipende dalle esigenze lavorative.

Suggerimento

Occhio anche a quanto firmato in fase di assunzione: controlla se il contratto prevede specifiche clausole di trasferimento.

Tuttavia, c’è da fare una distinzione tra richiesta di trasferimento entro i 50 km e richiesta di trasferimento oltre i 50 km. Quest’ultimo caso potrebbe infatti mettere a disagio il lavoratore e la legge lo tutela. Vediamo come.

Entro 50 km

L’azienda può chiederti di trasferirti in una sede:

  • Entro 50 km dalla tua residenza.
  • Oltre 50 km dalla tua residenza.

Se le motivazioni sono comprovate e legittime, non puoi rifiutare il trasferimento. Se però ritieni che non sia più fattibile per te lavorare così lontano, se pensi che così tanta distanza comprometta la qualità della tua vita, o per qualsiasi altro motivo, puoi decidere di dare le dimissioni.

In caso di trasferimento oltre 50 km, se dai le dimissioni ti spetta l’indennità di disoccupazione NASpI (Messaggio Inps n. 369/2018 e circolari 142/2012 e 142/2015). Il trasferimento oltre 50 km dalla propria residenza rappresenta una giusta causa di dimissioni, dunque ti spetta l’indennità. Nello specifico, l’indennità ti spetta se l’azienda ti trasferisce in un posto:

  • Lontano oltre 50 km dalla tua residenza;
  • Oppure, ove occorrano almeno 80 minuti di mezzi di trasporto per la destinazione;

In questi casi, se presenti le dimissioni, hai diritto alla NASpI.

In gravidanza

Quello della gravidanza, è un periodo molto delicato per la donna e dunque la legge lo tutela, anche per quanto riguarda il rapporto di lavoro. Dal momento in cui la donna è incinta fino al compimento del primo anno di età del bambino, l’azienda non può né licenziare né trasferire la dipendente. La lavoratrice ha diritto di rimanere nella sua sede.

Solo per motivi che rendono impossibile il proseguimento del lavoro in quella sede, allora l’azienda può chiedere il trasferimento: per esempio se chiude la sede dove la donna lavora. In questo caso però, la donna non è obbligata ad accettare: anche se ci sono le comprovate motivazioni, il diritto della donna a vivere serenamente gravidanza e maternità, rimane al primo posto.

Fino al primo anno di età del figlio quindi, il rapporto di lavoro può rimanere sospeso: la lavoratrice non percepisce lo stipendio, ma mantiene il suo posto di lavoro fino al primo anno di età del figlio. In genere quindi, si prende un periodo di aspettativa, per poi decidere definitivamente (se rientrare o meno nella nuova sede) in prossimità del compimento del primo anno di vita dl bebè.

Suggerimento

Qualche settimana prima del compimento del primo anno di età del bambino quindi, decidi cosa vuoi fare. Se pensi di non voler rientrare a lavoro, allora presenta le tue dimissioni prima che tuo figlio compia 1 anno: avrai diritto alla disoccupazione NASpI. Qui trovi tutte le informazioni sulle dimissioni entro l’anno del bambino.